Treviso 29 febbraio 2008
Abbiamo bisogno di ripensare ad una amministrazione della Giustizia totalmente diversa.
In cui siano riconosciute come irrinunciabili:
a)
l'autonomia economica della Magistratura;
b) l'efficienza
e l'efficacia amministrativa dei Tribunali, affidate a persone
professionalmente dotate della necessaria capacità organizzativa;
c) la
snellezza dei processi, sia favorendo la composizione arbitrale delle liti, sia
semplificando la fase procedurale.
Provvedendo, inoltre a:
d) ridare
dignità al meccanismo della difesa, la quale deve tutelare l'imputato,
ma non può tendere a modificare o stravolgere la verità dei fatti
(nel qual caso dovrebbe essere soggetta a sospensioni dall'esercizio professionale);
e) regolare
in modo chiaro e trasparente sia il processo di accesso alla carriera dei
Giudici sia i procedimenti disciplinari nei confronti dei medesimi (affidandoli
alle tre funzioni dello Stato - Parlamento, Governo, Magistratura - con la supervisione
della Presidenza della Repubblica);
f) affidare
alla Magistratura la possibilità dell'iniziativa di modifica legislativa
nei casi in cui il contenzioso sia più consistente;
g) delegare
alla supervisione della Magistratura la gestione, l'esercizio e l'efficacia
degli Istituti di pena; anche in questo caso con la possibilità di iniziativa in tema di modifiche legislative, per rendere
più attuale e rispondente alle esigenze reali il complessivo impianto
delle sanzioni penali;
h)
promuovere, a livello europeo e globale, un coordinamento del sistema
giurisdizionale e sanzionatorio.
E' forse finito per sempre il tempo dei
giudici "notai". Abbiamo bisogno dei giudici che "facciano
giustizia"!
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