Ma se siamo morti con Cristo, crediamo
che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore
più; la morte non ha più potere su di lui.
Per quanto riguarda la sua morte, egli
morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive,
vive per Dio.
Così anche voi consideratevi morti al
peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
Non regni più dunque il peccato nel
vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri; non offrite le
vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a
Dio come vivi, tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia
per Dio.
Il peccato infatti non dominerà più su
di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia.
Che dunque? Dobbiamo commettere peccati
perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la grazia? È assurdo!
Non sapete voi che, se vi mettete a
servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al
quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che
conduce alla giustizia?
Rendiamo grazie a Dio, perché voi
eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell’insegnamento
che vi è stato trasmesso e così, liberati dal peccato, siete diventati servi
della giustizia.
Parlo con esempi umani, a causa della
debolezza della vostra carne. Come avete messo le vostre membra a servizio
dell’impurità e dell’iniquità a pro dell’iniquità, così ora mettete le vostre
membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione.
Quando infatti eravate sotto la
schiavitù del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. Ma quale
frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Infatti il loro
destino è la morte.
Ora invece, liberati dal peccato e fatti
servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come
destino avete la vita eterna.
Perché il salario del peccato è la
morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.