2 dicembre 2006
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, AI PARLAMENTARI, AI RAPPRESENTANTI DELLA
GIUSTIZIA, AI MEMBRI DEL GOVERNO, ALLE FORZE POLITICHE, AI MASS MEDIA, A
CHIUNQUE GESTISCE UNA FETTA PIU’ O MENO GRANDE DI POTERE.
BUONI,
ONESTI E ...IGNORANTI
OVVERO
CATTIVI,
DISONESTI E ...COLTI.
Il mio
dubbio nei Vostri confronti oscilla benevolmente fra queste due opzioni.
Il mio
è un grido di giustizia. Ma, a rifletterci bene, è un grido che
interessa più Voi che me. In quanto credente, infatti, so bene che su
questo mondo non esiste la giustizia e la verità; se non in ambiti
limitati e ristretti.
Ma prima
o poi tutti saremo sottoposti alla Giustizia Divina, e lì non ci sono
ruoli, cariche e raccomandazioni che tengano. Tutti, anche quelli che non
credono, saranno soggetti al Giudizio Inappellabile di Dio.
Quelli che
non l’hanno conosciuto su questa terra, comunque risponderanno del NON
AVER FATTO AGLI ALTRI QUELLO CHE AVREBBERO DESIDERATO FOSSE FATTO A LORO!
Dunque il
mio grido di giustizia e il mio interesse specifico diventano l’oggetto
di un dubbio atroce per Voi, per tutti.
Io,
forse, sono esente dal Giudizio e sono al sicuro? Non per nascita, ma solamente
perché riconosco: a) la grandezza di Dio; b) il Primato, fra gli uomini
e le leggi umane, di Gesù Cristo e del Suo Vangelo; c) la Chiesa
Cattolica, piccola nella sua grandezza e grande nella sua piccolezza, come la
via privilegiata ma non unica per avvicinarsi a Dio; d) la mia debolezza umana,
trasformata solo in qualche rara occasione in grandezza dal “Soffio dello
Spirito”.
Lo spunto
iniziale di questo scritto è dato dal fatto che, da quanto si sta
prospettando, i problemi di bilancio dello Stato italiano saranno risolti in
buona parte con un provvedimento: fare in modo che chi maturerà il
diritto a pensione (35 anni di lavoro più 57 anni di età) nel
2007 (e solo nel 2007!!!!!), dopo essere stato già penalizzato in
passato, lo sarà nuovamente e quindi, o perderà soldi o
dovrà andare in pensione fra qualche anno. A parte
l’irragionevolezza del provvedimento (un’unica annata da
penalizzare, anzi forse 10 o 11 mesi), io non chiedo - anche se è mio
diritto chiederlo - di godermi la vita con una rendita vitalizia senza far
nulla. Datemi ciò che mi spetta e se volete una mano, magari fatemi
insegnare per cinque anni oppure, per lo stesso periodo, fatemi lavorare quattro
ore la mattina in un Comune di residenza o in un settore che mi piacciono. E
abbassate quelle ingiuste tasse sulla liquidazione: la liquidazione serve a
creare un futuro per i nostri figli in un momento dove se non sei figlio di
qualcuno è quasi impossibile andare avanti.
Ma,
dicevo, questo è lo spunto iniziale. Ci sono, poi, altre considerazioni
sul metodo con cui si gestisce il potere; perché le cose veramente non
vanno!
E Napoli,
questa bellissima ex Capitale, che in passato ha dimostrato nei suoi abitanti
struggenti doti di umanità, d’arte e d’amore, costituisce la
prova e il simbolo che la gestione del potere non va. Non è Napoli a non
andare! E, anzi, assurdamente, l’atteggiamento alquanto particolare di
questa città può rappresentare lo stimolo per un ripensamento
profondo del modo di vivere e di interpretare la democrazia da parte di tutti
gli italiani; oltre che la riscossa morale di un popolo oltremodo soggetto a
critiche. Se la gente di Napoli preferisce persino i violenti e i delinquenti a
Voi, ci deve essere un motivo, una convinzione profonda, fors’anche
sbagliata: CREDE PIU’ A LORO CHE A VOI. Di loro il popolo sa che sono
violenti e che li deve temere, ma che se si sottomette, entro certi limiti ha
un prezzo da pagare prestabilito; e, quand’anche non fossero di parola,
alla fine delinquenti sono!
Ma Voi
no, Voi Vi presentate, come diceva qualcuno, in “candide vesti” e
sotto forma di persone oneste e affidabili. Ma se davvero un giorno
“nulla di ciò che è nascosto rimarrà tale, e tutto
verrà alla luce”, se un giorno saranno noti i Vostri discorsi
segreti…
Mi prende
un brivido ad immaginarmi nei Vostri panni!
È
possibile governare un Paese così complesso come il nostro, in un
contesto così instabile, con una maggioranza così risicata e
derivante da un risibile scarto di voti? È possibile che una maggioranza
di un qualunque colore, ma che rappresenta uno solo dei due schieramenti del
Paese, possa affrontare grandi riforme da sola o da sola abbia potuto apportare
modifiche di portata costituzionale?
È
possibile che la gioventù, dal suo concepimento
all’accompagnamento al lavoro, non costituisca una priorità
assoluta? Vorrei solo che si ricordassero le durissime parole di Gesù
Cristo nei confronti di chi solamente dà “scandalo”
nei confronti dei bambini! Altro che mamme costrette a gettarli nei cassonetti
dell’immondizia, pedo-pornografia, sfruttamento
sessuale dei minori, violenza, fame, stenti, ecc.
È
possibile essere soggetti alle stranezze di una burocrazia europea,
semplicemente ridicola nelle sue stravaganze; e pesante nel suo costo
complessivo! E ai vincoli di teorie economiche superate e che non riescono a
cogliere appieno una realtà sostanzialmente modificatasi nelle sue
variabili e nelle sue attuali, complesse, connotazioni? Proprio ieri un ex
Ministro, economista, non esente da visioni parziali, ha peraltro
veritieramente affermato che il Prodotto Interno Lordo (PIL) non esprime tutta
la ricchezza e le potenzialità di un Paese.
È
possibile che non si riesca ad essere, sì lungimiranti, ma anche
equilibrati ed equi in modo da introdurre provvedimenti di grande portata con
gradualità - con gradualità! - in modo da dare il tempo ai
cittadini di conformarsi ai necessari mutamenti del tenore di vita richiesti
dalla globalizzazione? Sì, perché se si trattasse di situazioni
urgenti e improcrastinabili, l’esempio dovrebbe essere dato a partire
dall’alto; e un esempio serio di contribuzione, non briciole, se si vuole
essere realmente convincenti.
È
possibile che le decisioni non vengano assunte dopo un ponderato studio dei
problemi, che prescinda dalle visioni preconcette in vista del reale bene
comune? Persino cristiani e musulmani hanno trovato un’identità
comune in un unico Dio!
È possibile,
infine, che l’Amministrazione dello Stato e della Giustizia abbiano nel
tempo annullato i principi di: a) reale democraticità; b) partecipazione
del cittadino alla vita pubblica; c) indirizzo e premio dei comportamenti
virtuosi rispetto a quelli disonesti e delittuosi; d) eguaglianza di fronte alla legge (non
solo penale, ma anche amministrativa – nelle gare, prove e concorsi
pubblici - e civile); e) reale
riconoscimento dei meriti e delle capacità rispetto a criteri di
“appartenenza”?
Tutte le
maggiori civiltà della storia alla fine hanno subìto il declino.
Se non ci
facciamo prendere da un nuovo spirito nazionalistico che tenga conto della
grandezza passata; della storica attenzione al rispetto dell’altro che ci
deriva dal fatto di avere nel nostro Paese il Centro della cristianità;
di una visione lungimirante ed ispirata a grandi ideali, che travalichi i mediocri
interessi di parte; e se non spingeremo tutti i cittadini a riconoscersi
intimamente membri d’una grande nazione, che potrebbe diventare il traino
e l’esempio per tutta la comunità mondiale promuovendo una nuova e
più valida organizzazione sia della propria democrazia sia delle
organizzazioni sovranazionali, allora il declino sarà inevitabile.
BUON
NATALE A TUTTI.