Treviso 22 novembre 2006
I miei genitori hanno vissuto
nel periodo della seconda guerra mondiale, caratterizzata da violenze e crimini
d’inaudita violenza e ignominia.
E, tuttavia, ai giorni nostri,
dopo sessanta anni, si è sviluppata una guerra molto più subdola e di portata
ben più vasta, dove si stanno raggiungendo apici di violenza e di disprezzo
della vita umana persino superiori a quelli del secondo conflitto mondiale.
E’ una guerra silenziosa,
condotta a livello globale, e perciò non facilmente individuabile, nella quale
sia il movente (l’edonismo economico) sia gli effetti (uccisioni, miseria,
fame, imbarbarimento, sfruttamento delle persone, violenza, diffusione della
falsità e dell’ingiustizia, proliferazione degli armamenti, contrapposizioni
violente, distruzione dell’ambiente e delle risorse, ecc.) sono
quelli di un conflitto armato.
Con un problema d’immensa
portata: nessuno ha mai sinora combattuto questo tipo di guerra; e nessuno è
attrezzato per affrontarla.
Di più, non c’è nemmeno
consapevolezza di essere in un conflitto a tutto campo, in cui è in gioco la
sopravvivenza dell’umanità intera!