Treviso 30 settembre 2008
Sull'attuale situazione
mondiale.
Io credo che in questo
momento ci sia una grande confusione. Confusione alla quale hanno contribuito
in particolare tutti quelli che hanno gestito una fetta di potere (finanzieri,
economisti, politici, statisti, giuristi, giornalisti, studiosi, religiosi,
divi, insegnanti; insomma un po' tutti). Personalmente devo solo ringraziare
Dio perché, non rispecchiando i canoni delle attuali prerogative per
conquistare il successo, il mio ruolo è stato alquanto limitato.
Cominciamo
a mettere ordine.
1) Non
può esservi convivenza sociale senza ordine. E non può esistere ordine senza
che vi sia un minimo di giustizia e di dignità per tutte le popolazioni del
mondo. Assecondare senza limiti i movimenti migratori clandestini, piuttosto
che perseguire tenacemente giustizia e dignità in
tutto il mondo è un grave errore: ogni comunità sociale, ovunque si trovi, ha
dei doveri prima nei confronti dei propri membri e poi nei confronti degli
altri; fatta comunque salva l’attenzione per l'ospitalità e l’accoglienza.
2) L'economia
e la finanza hanno bisogno di regole certe ed eque. Gli avvenimenti di questi
giorni hanno dimostrato che le regole servivano a tutelare chi traeva vantaggi
dalle stesse. Quando non è più convenuto le regole
sono state disattese e sovvertite.
3) L'educazione
della gioventù alla convivenza pacifica e alla ricerca di un equilibrato
sviluppo sociale, economico e politico nonché la
preservazione della gioventù devono essere una priorità per tutte le componenti
educative della società mondiale, anche quelle indirette (economia,
informazione, politica, spettacolo, pubblicità, ecc.).
4)
Devono essere combattuti e seriamente penalizzati i comportamenti di quei
gruppi sociali che tendono a trarre profitti dal commercio della vita umana,
dalla produzione di alimenti e merci dannose nonché
dalla distruzione dell'equilibrio ecologico del pianeta.
5) Bisogna ridare
dignità alla Giustizia, che non è a servizio delle leggi, ma della tutela della
persona e dell'integrità del vivere sociale. Anche le pene vanno riformate,
ricercando attività specifiche ed educative da
sostituire alla mera detenzione.
Per fare ciò - ora che
sono definitivamente caduti i miti del socialismo, del comunismo, del
liberismo, del massimalismo, del consumismo, del nazismo, del fascismo, della
monarchia, della repubblica ecc.; e della stessa democrazia - si dovrebbe fissare una sorta di
tregua mondiale, una specie di Giubileo planetario in funzione di una riforma
globale della massima organizzazione internazionale, l'ONU, sulla base di
criteri democratici, di un numero minore di principi, maggiormente condivisi, e
riportando all'interno dell'Organizzazione tutte le attuali e disperse
Componenti che seguono i settori più delicati (oltre alla politica e alle forze
armate, l'educazione, la tutela della dignità e della vita, la giustizia,
l'economia, il commercio, la finanza, l'ecologia, ecc.).
Bisogna, insomma ridare
impulso ad una nuova primavera mondiale in cui ciascuno, a cominciare dai
governanti e dagli uomini di potere (che, visti i risultati, non meritano gli
appannaggi che si sono attribuiti), pensi un po' meno a se stesso e un po' più,
non tanto e non solo agli altri, quanto a preservare l'equilibrio del mondo e
del vivere sociale per le generazioni future. Su questa responsabilità nessuna
persona umana, nessuno di noi si può chiamare fuori!