Treviso 17 luglio 2006
Ancora una volta,
com’è avvenuto per “tangentopoli” e per altri fenomeni
di devianza sociale e politica, si fa finta ora, ipocritamente, di
meravigliarsi per gli scandali del calcio. Come se nel resto della vita
sociale, amministrazione della giustizia inclusa, non vigesse il sistema delle
amicizie e delle conoscenze, che finisce per alterare il metro di giudizio e
mortifica quotidianamente le aspettative di migliaia
di persone.
Quanto è
diffusa la prassi di essere parziali, nelle più
alte e nelle più banali manifestazioni della vita (ospedali, politica e
pubblica amministrazione, assunzioni e nomine, persino nei cimiteri)!
E’ un sistema
italiano? Tutt’altro (Zidane, autore di un
gesto sconveniente, è stato premiato, Materazzi,
meno colpevole del primo, è stato squalificato)!
In qualche modo
è invece la normalità, dappertutto nel mondo.
La risultante di un
sistema sociale, minuscolo o esteso che sia, è il frutto dei valori cui
lo stesso è stato educato; e non c’è dubbio che sia
così. Lo testimoniano le aberrazioni e le storture che si sono succedute
nei secoli, sia passati sia della civiltà recente. Il non avere un progetto educativo
è dannoso sia nell’ambito della famiglia sia nell’intera
comunità mondiale.
Né
l’educazione può essere lasciata al caso, delegata al dispotismo
del potere o alle necessità pubblicitarie del consumismo; o, ancora,
essere la risultante di un’incontrollata ridda di messaggi provenienti da
tutte le direzioni e che spingono in tutte le direzioni.
Non ammettere
ciò vuol dire: o non essere minimamente sensibili alle tematiche sociali; ovvero rinnegare, mentendo
spudoratamente, l’evidenza storica dell’intera esperienza umana.
Treviso 9 agosto 2006
Sembra impossibile, eppure: le grandi ingiustizie nascono e si alimentano
dai piccoli torti quotidiani dei singoli.