L'operaio (21 aprile 1978;
in treno fra Mestre e Bologna)
Il tuo cuore non
è un cuore, ma
una pompa che
deve, deve incessantemente
pompare. La tua anima è,
però, un'anima
più che
non la mia. Deve sopravvivere!
La tua faccia
non è una faccia
ma una maschera,
su cui non rughe,
ma solchi
sono scavati.
Le tue mani
non sono mani,
ma unte tenaglie
con cui accarezzi
le carni delicate
dei tuoi figli.
La tua voce
non è una voce,
ma uno scarno
grugnito
che a fatica
sale su
dalle tue viscere.