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Paese 11 gennaio 2013

 

Quando la società non funziona bene ne siamo tutti responsabili, sebbene con delle differenze: i livelli più alti di responsabilità sono senza dubbio in capo a coloro che si sono assunti il compito (e i benefici) di rivestire ruoli decisionali e di potere.

Da ciò discende che gli oneri da sopportare vanno distribuiti, pur con le singole eccezioni, in base al livello di responsabilità.

Gli osservatori internazionali, quali il Fondo Monetario Internazionale, le Istituzioni europee e le società di rating, hanno espresso giudizi severi sulle prospettive del nostro Paese. Non solo, essi si sono spinti ben oltre le loro prerogative: in un settore così complesso come l’economia, nel quale non esistono soluzioni univoche ai problemi, hanno indicato quali fossero i provvedimenti necessari per uscire dalle criticità, sostituendosi all’autonoma determinazione del Governo. Come se conoscessero la nostra storia e la nostra realtà meglio di noi!

La prassi corretta, anche perché è la più efficace, prevede che i supervisori e gli osservatori esterni si limitino ad indicare agli osservati gli obiettivi minimi da perseguire, lasciando ai medesimi di scegliere, nel ventaglio delle possibili soluzioni legali, quelle più idonee a raggiungere i risultati entro i termini assegnati.

La storia del nostro piccolo ma glorioso Paese ci insegna che insieme alle più nefande mediocrità si sono espresse nel tempo le menti più geniali e, specie quando alimentati da sinceri e coerenti sentimenti evangelici, i più grandi ideali di giustizia, sacrificio e grandezza.

In coerenza con la testimonianza lasciataci dai nostri antenati,  nel pensare al nostro progresso futuro, non dobbiamo limitarci a quanto ci hanno suggerito le istituzioni internazionali.

Siamo capaci di andare ben oltre, fino a poter diventare noi stessi lievito per una nuova stagione mondiale di avanzamento e di sviluppo globale, non solo per quelle stesse istituzioni che ci giudicano, ma in tutti i contesti internazionali a cui partecipiamo.

Per fare ciò dobbiamo partire da alcuni presupposti e fissare bene nell’animo, prima che in mente, alcuni principi.

Fra i presupposti bisogna considerare che: a) siamo in un’epoca supertecnologica, i cui vantaggi vanno utilizzati; b) dobbiamo tendere a risolvere concretamente i problemi con originalità e fantasia, senza farci imbrigliare da costruzioni giuridiche e schemi superati, ambedue modificabili; c) non si può prescindere dal diffondere massicciamente atteggiamenti educativi (ad esempio: premiando i comportamenti positivi; contrastando l’impunità; favorendo il lavoro,  la promozione sociale e la tutela dell’ambiente); d) essendo poveri di risorse primarie, dobbiamo assolutamente affrancarci dai fornitori di prodotti energetici; e) non deve esserci un contesto o un settore che non siano sottoposti a controlli, compreso quelli dei controllori; f) essendo fortemente interdipendenti con altri Paesi, operatori e contesti, bisogna creare degli appositi osservatori istituzionali per seguire l’evoluzione di tali rapporti al fine di poter anticipare eventuali provvedimenti tesi a mitigare i possibili impatti interni; g) infine, ovviamente, va mantenuto quanto di buono comunque è stato fatto e funziona soddisfacentemente.

Quanto ai principi, quelli Costituzionali, ampiamente disattesi, non sono più sufficienti, bisogna scriverne altri nelle coscienze di tutti coloro che intendano vivere sul territorio italiano, più semplici, chiari e univoci; tendenti a creare una nuova cultura nazionale condivisa, prima che una serie di fredde norme. Ne indico alcuni, in ordine di importanza.

1. Principi generali

a) Nell’impegno sul lavoro, nella serietà e correttezza e, quando è necessario fare sacrifici, l’esempio deve venire dall’alto.

b) Criteri fondanti di ogni azione devono essere la ricerca della giustizia, dell’equità, dell’operosità nonché della solidarietà, in primis con i cittadini italiani.

c)Bisogna individuare una scala delle priorità nazionali sulla base della quale programmare l’ordine degli interventi da porre in essere, i tempi necessari, i monitoraggi da attuare, i correttivi da apportare nel tempo.

d) Gli interventi da attuare, quando non legati ad estrema urgenza, devono prevedere una necessaria gradualità per dar tempo ai cittadini e alle strutture di potersi adeguare senza traumi.

e) Possibilmente bisogna favorire l’auto-determinazione e la condivisione dei soggetti destinatari di improrogabili cambiamenti, assegnando loro un tempo determinato per fornire un’analisi completa e l’indicazione di possibili soluzioni ai problemi. L’intervento d’imperio dovrebbe subentrare sia per sostituirsi ai soggetti inadempienti sia per regolamentare le soluzioni autonomamente adottate.

2. Legalità

a) Bisogna iniziare ad emanare provvedimenti normativi che: 1) premettano lo scopo che si prefiggono, anche per orientare i giudici nel definire gli eventuali casi controversi o non esplicitamente regolamentati; 2) siano autonomi in se stessi, senza rimandi ad altre norme.

b) L’ordinamento ed il funzionamento della Giustizia deve essere snellito. Bisogna: 1) estendere la conciliazione a tutte le cause civili; 2) introdurre incentivi che favoriscano la chiusura di tutte le controversie e i  contenziosi in essere, sia civili che amministrativi; 3) impiegare temporaneamente le strutture pubbliche inutilizzate (caserme, ecc.) per decongestionare le carceri; 4) prevedere nel sistema penale e carcerario un sistema di crediti temporali che, a fronte di concreti comportamenti riabilitanti e meritevoli dei detenuti, vada a ridurre l’entità della pene ancora da scontare; 5) prevedere sanzioni penali diverse dalla mera carcerazione quando il condannato non sia, in maniera inconfutabile, pericoloso sia per gli altri individui sia dal punto di vista politico e sociale; 6) prevedere meccanismi di riduzione della pena da sentenziare in presenza di collaborazione univoca, piena e incondizionata degli imputati, tale da consentire la rapida chiusura dei procedimenti e la definizione di tutti gli aspetti e i risvolti dei delitti commessi; 7) rivisitare e sistematizzare nel tempo tutto il corpus normativo.

c) Considerati i livelli di disonestà e di arroganza diffusi nonché i guasti sociali conseguenti è necessario introdurre seri correttivi, quali ad esempio, costituzione di albi pubblici, consultabili dai cittadini, in cui siano riportati tutti i nominativi che: 1) abbiano subito condanne penali o amministrative di un certo rilievo; 2) abbiano rivestito incarichi pubblici e abbiano ricevuto determinate sanzioni; 3) abbiano ricoperto la carica di amministratore o sindaco in società o anche in Enti non di lucro ed abbiano ricevuto condanne relative agli incarichi svolti, oppure siano stati in carica nei cinque anni precedenti ad un dissesto finanziario o abbiano dato luogo a gravi irregolarità gestionali. Per tutti questi albi dovrebbe essere prevista la cancellazione definitiva degli iscritti dopo un certo periodo di tempo, come avviene già per altre fattispecie in essere.

3. Rispetto della persona

Nei confronti della spirale di violenza che si è innestata nel nostro Paese è necessario dar luogo ad una netta inversione di tendenza, da far percepire immediatamente a tutti gli individui volta per volta presenti sul nostro territorio, assumendo provvedimenti incisivi, quali ad esempio:

a) immediato, severo, inasprimento di tutte le pene per qualunque tipo di violenza contro le persone;

b) la creazione di possibilità ed occasioni di lavoro anche temporaneo e occasionale per tutti i cittadini italiani che non dispongano di un reddito certo o proprietà immobiliari; per incentivare i privati ad offrire lavoro, bisogna prevedere detrazioni fiscali in relazione ai contributi versati all’Inps per i propri dipendenti sia per le persone fisiche che per le aziende;

c) la diminuzione del gettito Irpef per i livelli di reddito minimi di sussistenza e corrispondentemente l’aumento per quelli superiori a 120 mila euro lordi, introducendo nuovi scaglioni progressivi (per inciso, forse si tratta dell’unico modo per poter colpire le persone fisiche che hanno impropriamente goduto di spropositati guadagni pubblici e privati);

d) governo serio dell’immigrazione dai Paesi extra-europei (introduzione di meccanismi di selezione quali-quantitativa per l’ingresso dei cittadini extracomunitari, anche in relazione alla provenienza e all’identità culturale con le nostre tradizioni; successivamente, previsione di percorsi di integrazione e di progressiva equiparazione nel tempo agli stessi diritti dei cittadini italiani);

e) creazione di organismi temporanei multidisciplinari con il compito di stilare dettagliati e approfonditi documenti di analisi sulle tematiche più delicate nonché di proporre tutto un ventaglio di possibili soluzioni ai problemi (prostituzione fisica e morale; delinquenza, violenza minorile, tossicodipendenza, alcoolismo, indigenza, disagio dei singoli e delle famiglie, ecc.).

4) Democrazia, eticità, correttezza

 a) Bisogna che non solo i soggetti politici, ma tutti, abbandoniamo immediatamente la pessima abitudine di criticare aspramente gli altri sulla base di efficaci ma sempre più false e parziali locuzioni verbali. E’ assolutamente deleterio e immorale il costume di criticare aspramente gli altri solo in vista del proprio tornaconto. Ciascuno dovrebbe interrogarsi anche sulla propria realtà e presentare il proprio contesto secondo uno schema molto elementare: 1) situazione di fatto; 2) punti di forza; 3) inefficienze; 4) obiettivi; 5) programma di interventi.

b) Bisogna, fra l’altro: 1) ridurre sensibilmente gli appannaggi, che costituiscono il vero motivo della diffusa prostituzione morale presente nella politica e negli alti palazzi del potere pubblico e privato non solo del nostro Paese; 2) ridimensionare drasticamente il livello di finanziamento delle forze politiche ed eliminare tutti i compensi non correlati all’effettivo svolgimento di una documentabile e produttiva funzione; 3) introdurre stringenti controlli su assunzioni, concorsi, attribuzioni di incarichi, ecc., in tutta la Pubblica amministrazione centrale e locale.

c) Bisogna ridare slancio alla democrazia introducendo reali correttivi in materia di: 1) eleggibilità dei candidati; 2) effettiva rappresentazione degli interessi territoriali; 3) partecipazione e peso dei cittadini nella politica (ad esempio prevedendo: a) percentuali minime di votanti per la validità delle elezioni; b) comitati e organismi di controllo politico composti da cittadini aventi particolari requisiti di età, onestà e professionalità, anche estratti a sorte fra quelli disponibili).

5) Sostenibilità della spesa

È indispensabile creare meccanismi virtuosi di riduzione, ma soprattutto di razionalizzazione, introducendo, ad esempio:

a) obiettivi di spesa non superiori al 90% delle entrate dell’anno, fino al raggiungimento del pareggio di bilancio. Da quel momento prevedere indebitamenti temporanei massimi del 20%, ma solo a fronte di investimenti che prevedano effettivi ritorni economico-finanziari;

b) il divieto per qualunque soggetto od Ente che svolga funzioni pubbliche di determinarsi in autonomia i compensi;

c) il divieto del ricorso alle consulenze esterne, che dovrebbero essere unicamente affidate a titolo gratuito alle Università italiane, alle quali sarebbero attribuiti ritorni economici (fondi per la ricerca) in relazione al contributo fornito alla soluzione dei problemi;

d) una nuova visione del sistema degli incentivi e degli interventi pubblici: eliminazione del sistema dei contributi a fondo perduto, anche per le catastrofi naturali, e creazione di un fondo di rotazione che assegna prontamente somme di denaro o servizi, in relazione al reddito dichiarato nel quinquennio precedente, da restituire in rate minime mensili senza interesse a partire dall’anno successivo all’erogazione. L’obbligo di pagamento seguirebbe gli immobili o i beni e servizi finanziati;

e) la rivisitazione del progetto di riduzione del numero di Province e Comuni con l’introduzione di una drastica limitazione dei budget relativi in rapporto a numero di abitanti, problematicità territoriali, efficacia delle funzioni svolte, correttezza amministrativa ed altri parametri. Alla fine si risparmierebbe di più (soldi, tempo, risorse economiche) e si otterrebbe maggiore efficienza e consenso;

f) l’accorpamento, con riduzione a non più di 5 soggetti, di tutte le Authority oggi esistenti.

6) Efficienza dello Stato e della Pubblica amministrazione

Bisogna fare in modo che in tutto l’apparato statale e della Pubblica Amministrazione si persegua la necessaria diligenza, correlando il sistema premiante del personale unicamente al reale contributo dato al funzionamento e all’efficienza degli uffici. Anche il funzionamento del Parlamento andrebbe snellito e reso più aderente ai tempi (potrebbero essere previsti meccanismi di voto a distanza e forti sanzioni per i trasgressori delle norme più importanti, quali sospensione o perdita della carica).

Tra gli altri provvedimenti che si potrebbero prendere in esame vi sono:

a) l’introduzione della responsabilità patrimoniale per chi svolge funzioni pubbliche;

b) la correlazione degli stipendi dei funzionari pubblici ai risultati raggiunti (60% in misura fissa; 20% in relazione alla riduzione dei livelli della spesa senza deprimere la qualità del servizio; 20% per il raggiungimento degli obiettivi pre-individuati periodicamente);

c) il pensionamento obbligatorio di tutti i funzionari pubblici che ne abbiano i requisiti e la rimozione dal grado di tutti i responsabili di uffici pubblici che abbiano evidenziato gravi inefficienze (un inciso: se ci sono condizionamenti della criminalità organizzata nelle alte sfere della politica, figuriamoci nelle strutture pubbliche!).

7) Attività italiane all’estero e Cooperazione internazionale

Bisogna ampliare la politica estera sviluppando una visione più globale e umanitaria.

a) Interventi italiani all’estero.

È necessario prima ridurre, poi eliminare del tutto, le missioni militari all’estero. Progressivamente le stesse dovranno essere sostituite, ampliandole massicciamente, con missioni umanitarie soprattutto in campo medico e di protezione civile (con enormi ritorni di immagine ed economici quanto a investimenti per la ricerca e per lo sviluppo delle alte professionalità necessarie, aumento del livello di efficienza della medicina italiana e maggiore penetrazione della stessa a livello mondiale).

b) Partecipazione alle Organizzazioni internazionali.

Bisogna promuovere:

1) la rivisitazione dei meccanismi decisionali e del funzionamento dell’ONU affinché le Nazioni Unite si rendano fautrici di una nuova convivenza civile fra nazioni e popoli;

2) la riconduzione in seno all’ONU di tutti gli attuali inefficaci organismi internazionali e la costituzione, sempre in seno all’ONU, di organismi di supervisione dei principali settori economici e sociali (finanza, economia e commercio; ecologia; produzione e vendita di armi; distribuzione delle risorse energetiche ed alimentari; sanità; ecc.); ù

3) meccanismi che incentivino le singole Nazioni ad adottare sistemi di Governo e gestionali rispettosi di principi minimi in tema di diritti civili, legalità, cooperazione internazionale;

4) la correlazione, anche a livello di organizzazioni europee e mondiali, degli appannaggi dei funzionari e dirigenti ai risultati, nonché la razionalizzazione della spesa e l’introduzione di meccanismi di controllo esterno.

c) Contributi ai Paesi in via di sviluppo.

Bisogna eliminare le contribuzioni a fondo perduto e le elargizioni automatiche, sostituendole nel tempo con opere, servizi e forniture offerte da imprese italiane, anche con mano d’opera locale, sotto il controllo congiunto delle autorità dei Paesi beneficiari e italiani. I progetti devono prevedere una rendicontazione economico-finanziaria nonché un giudizio di sintesi sui risultati raggiunti rispetto a quelli attesi. Il monitoraggio nel tempo dell’efficacia degli interventi deve essere di guida nell’utilizzo delle ulteriori risorse sia nei confronti dei singoli paesi esteri, nello scegliere le tipologie di interventi.