Con il 2 gennaio 2021, questa sezione s’interrompe. In essa
ho riportato tante ispirazioni e commenti, che mi è difficile rivedere
tutti: è possibile che ci siano dei piccoli errori di battuta, o delle
lievi imprecisioni.
Con la maturità (la vecchiaia) ulteriormente raggiunta,
proseguirò sul sito www.ominda.eu .
Paese, 2 gennaio 2021
L’unica cosa fondamentale di cui si può cambiare il
corso in un minuto, non è un anno (dal 2020 al 2021); ma noi
stessi.
Paese (Treviso), 31 dicembre 2020
Alla fine di un anno orribile, è necessario fare un
po’ di chiarezza. Prima per me stesso, poi a beneficio di quanti vogliano
adottare queste mie considerazioni per svilupparne delle proprie. Purtroppo non
sarò breve, per cui si hanno le solite due possibilità: leggere
con pazienza; oppure, lasciar perdere e passare a altre occupazioni.
Scienziati (e tecnici, politici, stampa, tv, imbonitori del web,
religiosi, liberi pensatori e un gran numero di individui che blatera senza
rammentare che ha un’intelligenza e che appartiene ineludibilmente alla
comunità umana) ci stanno da tempo ripetendo cosa fare.
Iniziamo a fare chiarezza dalla scienza; cos’è che si
definisce scientifico, cioè certo? Tutto quello che, essendo stato
sperimentato da uno studioso, può essere riprodotto nelle medesime
condizioni dagli altri, pervenendo sempre allo stesso risultato. Esempio
banale: se lasciassi cadere qualcosa, tutti, ripetendo il mio gesto, dovrebbero
poter osservare che questo qualcosa va verso il basso. Attenzione, se vogliamo
parlare di scienza, dobbiamo anche aggiungere che questo principio è
valido fino a prova contraria. Questo perché nel tempo le circostanze
potrebbero cambiare. Sempre per esempio, si potrebbe determinare una situazione
di mancanza di gravità, come sperimentano gli astronauti nei viaggi
spaziali, per la quale quanto affermato non è più valido.
Proseguendo con la Medicina e considerando tutto quello che la
caratterizza, essa non può ritenersi una scienza esatta. Infatti, in
medicina esistono diversi approcci terapeutici, cioè modi con cui curare
la stessa malattia; diverse sono l’efficienza dell’organizzazione,
degli strumenti medici e delle medicine che vengono utilizzati; l’oggetto
delle cure, cioè il paziente, ha sempre caratteristiche diverse e,
infine, non è infrequente che i medici siano tra loro in contrasto circa
le corrette modalità di intervento. Dunque la medicina non è una
scienza esatta e, in questa circostanza del Covid 19,
i suoi rappresentanti stanno assumendo decisioni e fornendo indicazioni sulla
base della statistica. C’è di più; se non l’avessimo
capito, il problema centrale non è la gente che muore, ma il fatto che
le strutture mediche collasserebbero. Si arriverebbe cioè a una
situazione per cui chi ha il Covid si dovrebbe
arrangiare da solo: la cosiddetta immunità di gregge; invocata da alcuni
governanti di grandi Stati che sono ancora al loro posto. Se si fossero trovati
a lavorare in una bottega artigiana, sarebbero stati mandati via a calci nel
sedere già dal primo giorno. Ciò che c’è di positivo
è che la medicina sta facendo enormi progressi e sta prendendo piede
l’approccio scientifico che porterà i suoi benefici nel tempo.
Dopo un’ultima annotazione, riferita al fatto che in passato, senza
lungimiranza e per favorire le alte remunerazioni dei grandi (con la
“g” minuscola) luminari, è stato ridotto il numero degli
ospedali e introdotto il numero chiuso nelle facoltà di medicina, vengo
al problema centrale: vaccinarsi o no? Premesso che questa domanda non era
prevista quando ho iniziato a scrivere e l’ho introdotta solo per
suscitare l’attenzione del lettore, adotterei il seguente indirizzo:
posto che per vaccinare tutti ci vorranno dei mesi, perché non iniziare
dai milioni di persone che desiderano farlo. Molto probabilmente, con il tempo,
deciderebbero di farlo anche i pochi milioni rimasti. Spero solo che, se
possibile, qualche ricercatore controlli di tanto in tanto il contenuto dei
boccettini che devono essere somministrati.
Accantonato il discorso medico, passiamo alla statistica che oggi
viene tanto richiamata e utilizzata. Anche questa non è una scienza, ma
un metodo che cerca con modelli matematici di fare delle previsioni e di dare
delle indicazioni. La statistica è come il navigatore di un’auto:
dà utili indicazioni, che però non vanno seguite senza
interpretarle correttamente, altrimenti si rischia di andare a sbattere. Citare
dunque un indice statistico come se fosse una verità assoluta, significa
non conoscere come è costruito e come utilizzarlo, ed è
perciò fuorviante. Oggi, spesso, per l’ignoranza su questo
settore, vengono spesso citati solo gli indici che fanno comodo, tra
l’altro non sempre correttamente costruiti.
Passiamo ai tecnici. Anch’io sono stato un tecnico di
qualcosa e posso affermare tranquillamente che il tecnico, senza il contributo
dei progettisti, senza il confronto con gli altri tecnici e senza valutare i
risultati sul campo, non può affermare scientificamente
alcunché.
I politici, invece, ancora fanno finta di non capire che, se i
costi della politica e dell’apparato statale non si riducono
drasticamente in relazione alla situazione economica dei cittadini, non
riusciranno a convincere nessuno, salvo i loro amanti, quelli che ricevono i
loro favori particolari e gli sprovveduti che gli credono. Salvo i pochi
politici diligenti, invischiati in un sistema che li schiaccia, e da cui sarei
schiacciato anch’io, la maggioranza di quelli rimanenti rappresenta il
meglio dell’ignoranza e della dialettica becera del nostro Paese.
Per tutti i mass media, web compreso, basta una sola
considerazione: tutto si muove in funzione del denaro. Venuta a cadere l’etica
in tutte le manifestazioni umane, essi non sono attendibili perché
mirano a rappresentare e a informare solo circa ciò che procura loro un
ritorno economico.
Per la religione si possono fare due ragionamenti, a seconda che
si creda o no in Dio. Per il non credente, Dio non esiste. Ma, se questi
accantonasse per un momento la tronfiaggine (mio
neologismo) e la sicurezza di sé che gli consentono di poter fare senza
vincoli tutto quello che vuole, fermandosi per chiedersi se c’è un
Dio, cosa ne perderebbe? Se c’è, è facile trovarlo: basta
accantonare temporaneamente la tracotanza, e senza che consentire ad altri di
violare la propria intimità, basta chiedergli: “Se ci sei anche
per me che non credo, in qualche modo fatti vivo”. Se si dovesse far
vivo, si rischia solo di ottenere un’assicurazione gratuita sul dopo
vita, senza alcuna perdita. Se non si dovesse far vivo, comunque non
cambierebbe nulla.
Essendo credente, il problema è mio! Premesso che, essendo
cattolico, non posso pronunciarmi sulle altre confessioni religiose, noi
cattolici dovremmo chiedere perdono per tutti quelli che per colpa nostra non
si sono avvicinati a Dio. Comunque, dopo essermi posto il problema, mi è
arrivata la seguente illuminazione. Uno dei fondamenti del cattolicesimo contenuto
nel Credo apostolico è la Comunione dei santi. Che vuol dire che siamo
tutti una sola Chiesa e il bene che fa uno si diffonde sugli altri;
corrispondentemente il male. Per questo, per gli aspetti che non capisco e non
condivido della Chiesa cattolica, a parte quelli che costituiscono dei dogmi,
non posso che fare una sola cosa: cambiare vita, cioè convertirmi, per
contribuire con il bene, non quello di San Francesco di cui non sarei capace,
ma quello che mi è concesso di fare, al fine di migliorare me stesso e
la Chiesa, il cui capo è Cristo e di cui sono parte anch’io.
Proseguendo, cosa dire dei liberi pensatori e di quanti parlano a
vanvera, come “canne al vento”? Smettiamola di essere liberi
pensatori e canne al vento e mettiamoci alla ricerca della verità; che
è il contrario della menzogna. Svegliamoci dalle cuccette che ci siamo
creati, bivaccando, e iniziamo ad osservare il mondo e la vita per quello che
sono e non per quello che ci piace vedere o vorrebbero farci credere pseudo scienziati,
tecnici, politici e tutti quelli che ho menzionato all’inizio.
Insieme a questo pessimo anno, buttiamo via anche
l’abitudine di non guardare con i nostri occhi e di non ragionare con il
nostro cervello e gridiamo a questa gente che il problema centrale è che
non sono convincenti, e che non ci fidiamo di loro. E che, dal Primo gennaio
2021, desideriamo costruire un mondo migliore, fidandoci solo di quelli che
smettono di parlare, si rimboccano le maniche, e cominciano a lavorare
seriamente, non per quelli che gli appartengono o li condizionano, ma per il
futuro di questo grande Paese e del Mondo intero.
Forse, allora, cominceremo a fidarci e a collaborare davvero.
Auguri di Buon Anno Nuovo; nuovo in tutti i sensi!
Paese (TV) 12 dicembre 2020
Da credente mi dispiace osservare che nella Chiesa Cattolica si
sono diffuse alcune tendenze che ostacolano l’avvicinamento di chi non ha
una specifica cultura religiosa.
Innanzitutto viene data prevalenza alla forma rispetto alla
sostanza, tendenza evidenziata sia da una certa pompa sia
dall’enfatizzazione di aspetti meno preminenti rispetto a quelli
essenziali (cito ad esempio l’eucarestia che, nella Santa Messa, è
vissuta in maniera più sbrigativa di altre parti).
In secondo luogo, disallineandosi dalle conclusioni del Concilio
Vaticano Secondo, si continua a utilizzare in alcuni passi biblici e liturgici
un linguaggio adatto al clero e ai fedeli più preparati, ma non
immediatamente comprensibile. In alcuni casi si tratta addirittura di concetti
non condivisibili alla luce delle evidenze logiche, dottrinali e scientifiche.
Concetti che, se non opportunamente e preventivamente illustrati con
riferimento al tempo in cui furono introdotti, rischiano di diventare un
ostacolo insormontabile per chi desiderasse avvicinarsi alla dottrina cattolica
(mi riferisco in particolare al racconto della creazione).
Se poi capitasse ad un neofita di leggere la regola
dell’obbedienza di alcuni ordini religiosi, lo assalirebbero seri dubbi
sull’attualità della stessa, specie alla luce degli abusi
diffusisi nel tempo.
Continuando a riflettere sull’evidenza di queste palesi
incongruenze, mi sono chiesto perché non sono per primi i prelati ad
accorgersene e che cosa io, da cristiano, possa fare.
Una prima osservazione mi ha portato a considerare che la Chiesa,
come organizzazione umana, patisce le stesse limitazioni delle altre
entità sociali; di cui la prima, specie in questo periodo, è
l’errata attribuzione dei ruoli e delle responsabilità. In ogni
caso io non ho alcun ruolo per poter interferire. Come posso pretendere di far
accettare a chi ha dedicato tutta la vita alla Chiesa ciò che dalla mia
dilettantistica visuale esterna appare di estrema evidenza!
Una seconda considerazione, però, mi ha condotto alla
Chiesa quale somma Emanazione Spirituale di Nostro Signore Gesù Cristo
e, in particolare, al concetto della Comunione dei Santi, misterioso e
meraviglioso fondamento spirituale, per cui i peccati e le virtù dei
singoli si diffondono su tutti.
Dunque, da cattolico praticante, se davvero desidero che
migliorassero alcune modalità di diffusione del Vangelo e della dottrina
cattolica, oltre che a evidenziare umilmente le questioni, non posso fare altro
che peccare di meno, cercare di elevare il mio spirito e migliorare i miei
comportamenti; perché se ne possa distribuire il frutto su tutta la
comunità dei credenti, e quindi della Chiesa.
Nel pieno della seconda ondata di questa disastrosa pandemia, dopo
aver ascoltato e letto dichiarazioni e commenti contrastanti fra loro, e dopo
aver constatato che a livello mondiale Stati, politici, medici, tecnici e gran
parte della gente comune continuano a perseguire i propri esclusivi interessi,
non ho nulla da dire se non questo: convertiamoci, cioè, orientiamoci
tutti, seriamente, verso comportamenti più umani.
A tal fine, per me e per chi le voglia ascoltare, riassumo alcune
affermazioni di Gesù di Nazareth, mio Signore, e Dio.
1)
Io sono la Risurrezione (la
prosecuzione di una vita felice dopo la morte).
2)
Io sono la Via (per la Risurrezione),
la Verità e la Vita.
3)
Vogliatevi bene gli uni verso gli
altri, come Io (soffrendo e dando la vita per voi) vi ho voluti bene.
4)
Chi non porta ogni giorno la sua croce
(non la mia) e mi segue, non è degno di me.
5)
Venite a me voi tutti che siete
affaticati e stanchi, e io vi darò pace e riposo.
6)
Felici coloro che sono considerati gli
ultimi fra gli esseri umani, perché saranno i primi nel mio Regno.
7)
Felici quelli che non approfittano
degli altri; quelli che si adoperano per la diffusione della verità e
della giustizia, e per un mondo in cui si realizzino l’equità, la
solidarietà, la condivisione della ricchezza e della cultura. Felici
coloro che si adoperano per la cessazione delle discordie, delle guerre, dello
sfruttamento degli esseri umani e della distruzione della natura.
8)
Felici infine coloro che, tramite il
mio Spirito operante sulla terra, mi riconoscono e quelli che, pur non
conoscendomi, vivono i miei insegnamenti. Felici perché io li
aspetterò nel mio Regno, dove conosceranno Dio e la felicità
eterna.
Paese (TV) 26 settembre 2020
Mentre nei templi della cultura si studia per arrivare alle vette
del sapere, il cui assoluto non sarà mai raggiunto, forse è
necessario soffermarsi sui concetti base della convivenza umana e sociale;
ovvero, come dicevano coloritamente don Giuseppe Guglielmoni e alcuni miei
insegnanti, sull’A, B e C.
Qual è il nucleo fondante della società? Non
certamente due uomini (o due donne) che si scambiano i loro favori fisici, una
specie di masturbazione di coppia che è solo un surrogato della
completezza che deriva dalla diversità dei sessi.
Attenzione, non sto denigrando le diverse caratteristiche che la
natura assegna a ciascuno e nemmeno le autonome scelte di vita. A mio avviso,
tutte le opzioni sono legittime finché non ledano i diritti degli altri.
Tuttavia non mi piace, né condivido, che alcune scelte siano oggetto di
battage pubblicitari o di mode temporanee, condizionando le scelte personali.
Ritornando al fondamento della società, nemmeno è
sufficiente che si tratti di un uomo e una donna, o viceversa, perché
quest’unione possa brutalmente costituirne la base.
Il di più è dato dal dedicarsi all’altra,
all’altro, così come si sa e si può, e dal tramandare con
la procreazione di nuovi esseri l’esperienza e la storia
dell’intera umanità. Si tratta della famiglia, i cui tratti e le
cui connotazioni dovrebbero essere insegnate sui banchi di scuola insieme a
tanti altri concetti meno coinvolgenti dell’esistenza.
Oggi, a differenza del passato, non si può più
vivere sulla base dell’esclusiva esperienza personale. C’è
bisogno di conoscere anche la realtà, i fenomeni che la condizionano e
governano, le difese da attuare, i diversi obiettivi possibili, i più
alti ideali.
Analoga situazione si riscontra a un livello di aggregazione
maggiore, la Nazione.
Le casuali notizie di stampa degli ultimi giorni, infatti, sono
sintomatiche di una più ampia disgregazione. Cito ad esempio: lo
sciopero indetto da alcuni sindacati in piena emergenza Covid
19; le iniziative individuali di alcuni Magistrati nei confronti solo di alcune
categorie di soggetti o di politici, che sono obiettivamente poco convincenti
rispetto alle altre problematiche delinquenziali diffuse a livello generale
proprio per il mancato intervento delle Procure. Evidentemente, invece di
formare cittadini, si è teso a formare liberi professionisti, i quali
assumono le loro decisioni non in base all’interesse generale ma sulla
base del prestigio e della convenienza personale
Così accade che ci si soffermi su un reato patrimoniale di
poche migliaia di euro che in tutta una vita ha commesso una persona e non ci
si accorge della palese incongruenza della consuetudine delle funzioni
pubbliche di attribuirsi autonomamente appannaggi ingiustificati; specie quando
l’economia gira male e il reddito dei cittadini diminuisce vistosamente.
Oppure accade che ci si soffermi sui festini privati di qualche vip, ignorando
il livello che ha raggiunto la violenza nei confronti dei cittadini inermi e il
grido di dolore di tante donne maltrattate dai loro conviventi o sfruttate
dagli orchi della pornografia e della prostituzione. L’una cosa andava
perseguita senza disattendere le altre!
Anche in una nazione ciò che fa la differenza è la
dedizione e il contributo al bene comune dei suoi membri, a cominciare da
quelli che hanno maggiori responsabilità. I quali devono essere di
esempio, devono tendere a proteggere e non a circuire i cittadini, e devono
incentivare i comportamenti virtuosi rispetto a quelli egoistici.
Insomma, sia per il nucleo alla base della società, sia per
i livelli superiori di aggregazione, o si educa alla reciproca attenzione e
alla convivenza, oppure si contribuisce a costruire un mondo ingiusto e
violento come quello in cui viviamo attualmente.
Paese (Tv), 2 settembre 2020
Mi tiro fuori! Non ho partecipato alla costruzione di questo
mondo.
La mia responsabilità è quella di non aver saputo
contrastare efficacemente questa costruzione senza fondamenta, ma non potevo
nemmeno lontanamente immaginare il punto in cui saremmo arrivati: il denaro e
la ricchezza, anche quando si tratti solo di valori apparenti, valgono
più di milioni di esseri umani e della loro futura sopravvivenza;
l’esasperato interesse personale viene costantemente contrabbandato come
interesse di tutti.
Nonostante ciò,
devo assumermi personalmente la responsabilità del male che ho pensato
di fare; o che ho fatto quando ho omesso di scegliere il bene, pur non
danneggiando direttamente alcuno; e, ancora, del male che ho potuto fare senza
accorgermene. Quanto al bene che ho potuto compiere, non posso attribuirmi
alcun merito: è il normale risultato del credere che il Dio rivelato da
Gesù esiste davvero.
Paese, 18 agosto 2020
Considerate la
quantità di parole profuse ogni giorno e la confusione che regna
sovrana, è veramente difficile farsi delle opinioni o pervenire a dei
giudizi utili per orientarsi.
Un esempio per tutti
è l’immigrazione. Si tratta di persone che sfuggono alla violenza
e alla guerra? O che intravvedono una possibilità di realizzarsi che
altrimenti non avrebbero nei loro Paesi?
Di masse manovrate per destabilizzare alcuni Paesi o zone? Di gente che
ha interesse per i fondi destinati a regolare il fenomeno? Di associazioni
umanitarie che vorrebbero far credere che intervengono disinteressatamente? Di
chi necessita di mano d’opera a basso costo o di esseri umani da poter
sfruttare in tutti i modi? O magari dell’insieme di tutto questo e anche
di altro? E’ veramente difficile sviscerare completamente il problema.
Ma la mancanza di un
qualunque orientamento sembra caratterizzare anche molti individui: fanno
quello che vogliono, dicono quello che gli fa comodo; approfittano di tutto e
di tutti perché in molti casi, o per un certo tempo, la fanno franca.
In tutto questo
marasma ci sono però dei riferimenti chiari ed espliciti nel Vangelo:
“I primi saranno gli ultimi e gli
ultimi i primi”, che potrebbe anche essere reso con: “I furbi
saranno gli ultimi e gli ingenui saranno i primi”.
E, ancora,
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei
cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati
i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che
hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i
misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno
chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di
essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi
perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa
mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra
ricompensa nei cieli”.
I cristiani credono
che ci sarà un tempo in cui la storia di questo mondo finirà ma,
anche se non si crede, sicuramente avrà fine la storia terrena di
ciascun essere vivente!
Ai furbi, e a coloro
che non appartengono alla categoria dei beati, conviene impegnarsi per
…distruggere l’eternità; altrimenti potrebbero eternamente
pentirsi di essere stati fra i primi e non fra gli ultimi.
Paese 12 agosto 2020
Il futuro di ogni
essere umano è condizionato, oltre che dalle caratteristiche
fisiologiche proprie, dall’educazione e dall’esperienza. Si tratta
di tre aspetti fondamentali, che non sono autonomi e creano l’humus in
cui si sviluppa una persona.
Mentre le caratteristiche intrinseche
dell’essere derivano da circostanze precedenti la nascita,
l’educazione e le esperienze riguardano il periodo successivo.
Da questi due ultimi
fattori, legati all’ambiente, alla cultura e anche al caso, dipende
principalmente lo sviluppo del singolo essere umano e, considerando
l’insieme della popolazione, dell’intera umanità.
In particolare,
l’educazione scaturisce dalle informazioni e dalle sollecitazioni fornite
sin dalla nascita e presenta tutta una serie di criticità, che vanno
tenute presenti al fine di potersi sviluppare più armonicamente.
Innanzitutto, anche la
mancanza di educazione esplica i suoi effetti, spesso negativi. Inoltre, per
quanto riguarda gli educatori, come avviene in tutti gli ambiti della vita, o
si viene preparati ad esserlo oppure si agisce in maniera casuale.
Nella maggior parte
dei casi, in cui genitori o adulti
si fanno carico dell’educazione dei fanciulli, spesso ci si rifà
alle proprie esperienze passate e alle teorie in voga. Fatto è che
entrambi questi riferimenti presentano criticità. I genitori, quando
esistenti, non passano tutte le informazioni corrette, semplicemente
perché è nella natura delle cose che non conoscano tutto. Inoltre
possono essere interessati a condizionare la vita dei loro figli con
informazioni non veritiere. E, purtroppo, oggi sono frequenti casi anche
peggiori!
Le teorie che
orientano gli educatori, invece, sono condizionate dagli interessi economici e
pseudo-culturali, per cui l’obiettivo non è il corretto sviluppo
dell’essere umano, ma quello di indurre dipendenza da qualcuno o
qualcosa.
In questo panorama
così poco incoraggiante s’innesta il fanatismo, una componente
molto comune nel mondo di oggi. Cioè l’esaminare o lo scegliere un
aspetto particolare e limitato della vita per farlo diventare l’obiettivo
principale della propria esistenza. Non lo so cosa dicano i libri e i luminari
in merito. A me sembra un’enorme stronzata, con un’unica eccezione:
giustifico il fanatismo solo quando, nel lungo periodo, ci si trovi di fronte a
risultati impossibili; dove le discriminanti sono il lungo periodo, anche
più di un secolo, e risultati non umanamente spiegabili.
Ma c’è
ancora un aspetto che gioca a sfavore dei giovani: l’illusione.
Oltre alla mancanza o
all’assenza di una formazione adeguata e alla tendenza al fanatismo, ci
sono molti che approfittano dell’esagerato, legittimo desiderio di
realizzarsi della gioventù, per illuderla con falsi e momentanei ideali
di vita, spesso devastanti.
I professionisti della
comunicazione sono diventati fini maestri nell’indurre nei giovani il
sorgere di falsi bisogni e falsi idoli. Falsi perché piegati unicamente
agli interessi economici di chi li propone: anche se si trattasse di vendere
morte certa.
Se si comparassero le
statistiche dei giovani fino ai venticinque anni morti non di morte naturale
dal 1951 al 1970, dal 1971 al 1990 e dal 1991 ad oggi, si evidenzierebbero
divari cresciuti esponenzialmente. La società civile (?) induce
volutamente la morte di una delle sue componenti migliori senza che si riescano
a frapporre argini o che si riesca a limitare questa autodistruttiva ecatombe.
E dunque?
Cari bambini e cari giovani,
ascoltate tutto quello che vi viene detto, ma sottoponetelo alla verifica dei
risultati concreti e alla storia passata dell’umanità, che non
è una materia scolastica, ma è il capire il presente e il futuro
considerando la vita già vissuta da miliardi di esseri umani che ci
hanno preceduti. Le informazioni che ricevete non sono tutte corrette e
positive; dove “positive” significa che fanno stare realmente e in
maniera duratura meglio. E non confondete lo star meglio con la pigrizia, l’inattività
e il pieno di social: non c’è nulla di veramente bello della vita
che non si raggiunga con l’impegno e il sacrificio. Salvo la falsa
lusinga della prostituzione, o il piegarsi alle logiche del denaro: sempre di
prostituzione si tratta!
Se è vero che
l’indigenza non dà la felicità, è altrettanto vero
che anche la ricchezza non l’assicura! Altrimenti fra i ricchi non si
registrerebbero i suicidi, che purtroppo pure si verificano.
Il benessere di una
persona dipende molto da quanto viva serena e da quanto sia soddisfatta della
considerazione e dell’attenzione che riceve dagli altri.
Sottoponete, infine, a
vaglio critico le esperienze che fate, per trarne indicazioni sul come
comportarvi, su quali abbandonare e quali proseguire. Tenendo presente che il
metro di giudizio non è mai dato dall’euforia del momento, ma da
una serena valutazione successiva.
Paese 7 luglio 2020
Ci sono annunci che la
nostra personale indegnità ci impedisce di fare: “…Prima di
togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello, togli la trave che
è nel tuo”.
Ce ne sono altri, poi,
che non ci si può esimere dal proclamare perché, pur rimanendo
indegni, riguardano la sopravvivenza di ciascuno di noi e del genere umano.
Ecco perché non posso esimermi dal richiamare, fra le tante, alcune questioni
solo apparentemente scollegate fra loro.
Fin quando, infatti:
a) la tutela e la considerazione nei confronti degli animali
continueranno a superare quelle nei riguardi dell’infanzia e degli esseri
umani;
b) si cercheranno di risolvere i problemi di finanza nazionale e
internazionale con sovvenzioni, finanziamenti e artificiose creazioni di
moneta; prima di formare la coscienza civile e morale dei governanti e dei
cittadini, nazionale e mondiale;
c) l’educazione dei giovani e la formazione delle masse saranno
delegate a personaggi indegni e piegata agli interessi economici delle grandi
società multinazionali, o al web, ai social; e al principio che tutto
è degno e giustificabile;
d) le Messe più apprezzate saranno quelle in cui è
assicurata la presenza di alti prelati e di cori, solisti e musicisti di
prestigio; o la pomposità del rito e la qualità dei commenti e
delle riprese televisive, piuttosto che per la presenza viva, vera e
santificante di Nostro Signore Gesù Cristo;
c’ è ben
poco da sperare nel futuro e nel progresso civile, morale e spirituale
dell’umanità!
Paese 30 giugno 2020
Quante giovani vite
spezzate. Quanti abusi su minori, donne e individui indifesi. Quante persone
morte per violenze private, terrorismo, conflitti e guerre. Quanti
inimmaginabili e incomprensibili crimini perpetrati da “normali”
privati. Quanti esseri umani non godono del diritto a potersi sfamare,
crescere, istruirsi, curarsi e vivere pacificamente.
Nonostante ciò,
c’è ancora una cultura che continua a sostenere la
pseudo-libertà, il libertinaggio e il liberismo economico senza rendersi
conto che si tratta delle più becere e fallimentari utopie mai esistite.
Non può essere
definita libertà ciò che non ingloba in sé il rispetto
degli altri.
Spostandosi, poi, dal
piano culturale a quello politico, non può sussistere, ed è
ugualmente fallimentare, qualunque movimento che non persegua concretamente la
diffusione di valori civili, etici e morali; iniziando da verità,
trasparenza, moderatezza nei costumi e perseguimento di reale giustizia
sociale.
Dov’è Dio
in tutto questo? Il credo apostolico cristiano richiama un giudizio finale dei
vivi e dei morti, la possibilità che i peccati possano essere rimessi e,
infine, la risurrezione della carne e la vita eterna.
Ci sarà un
giudizio finale, tremendo perché non comminerà ergastoli, ma
eternità! Ci sarà un perdono, ma per chi ci crede, intimamente si
pente, lo invoca. Ci sarà, per quelli che saranno chiamati e che la
cercano, un’altra Vita, senza fine e senza violenza; solo piena di gioia
e di Amore. E’ lì, solo, che incontreremo pienamente e
esclusivamente Dio.
Paese 3 giugno 2020
Le donne, con le loro
scelte, possono diventare le protagoniste del progresso
dell’umanità; o la causa del suo degrado. Gli uomini seguono a
ruota, perché nel loro inconscio è indelebilmente stampato il
ricordo di aver condiviso, più che intimamente, l’inizio della
vita con una di loro.
Essi conserverannno sempre il desiderio di compiacere una donna.
Mentre queste aspireranno sempre al tenero affetto ricevuto dai loro fanciulli.
Forse è per questo che tutti, uomini e donne, troveremo il nostro
completamento quando non avremo più il corpo: Dio soddisferà
ambedue le aspirazioni: e molto di più.
Paese 2 giugno 2020
– Festa della Repubblica
Premessa: se è
possibile muovere critiche a Gesù di Nazareth, è possibile
mettere in discussione tutto.
Oggi si celebra in
Italia la Festa della Repubblica, introdotta ieri dal Presidente, Sergio
Mattarella, con un discorso di cui ho apprezzato soprattutto alcuni passaggi.
Nonostante ciò,
essendo lo Stato repubblicano composto da diversi poteri, centrali e locali:
“La
qualità di una Repubblica non si giudica dalle chiacchiere di coloro che
rivestono cariche pubbliche, ma dalla misura degli appannaggi che essi si
auto-attribuiscono. Più alti sono i loro compensi, più si
dimostra che il sistema repubblicano è un’utopia”.
Paese 26 aprile 2020
(In piena emergenza per il COVID 19)
A VOI
LA SCELTA
(SAPER
SCEGLIERE È UNO DEI SEGRETI DELLA VITA)
SINONIMI CONTRARI
Carpe Diem!
Pensa a domani!
Cogli l’attimo!
Vivi
…la vita!
Ogni lasciata è persa.
Perdere non è mai solo perdere.
Paese 23 aprile 2020
(In piena emergenza per il COVID 19)
In questa drammatica
esperienza che stiamo vivendo si va diffondendo ancor più la convinzione
che sia necessario cambiare noi stessi e il mondo.
Si sono oltremodo
diffusi, senza potervi porre rimedio, la falsità, la violenza,
l’ingiustizia, l’egoismo individuale e di gruppo, la
disonestà intellettuale e l’impunità.
Inoltre, senza limiti
si sfruttano le conoscenze tecniche e psico-sociali per influire sui
comportamenti delle masse, negando l’evidenza dei fatti; proponendo
confronti fra realtà non paragonabili; lanciandosi continuamente in
previsioni improvvide e temerarie; diffondendo verità solo parziali.
Infine, si assiste
persino all’atteggiarsi ad esperti dei vari settori sia degli ignoranti
sia di molti scienziati, i quali hanno dimenticato o dimostrano di non
conoscere i canoni del metodo scientifico.
Ebbene, al punto in
cui siamo arrivati, e premettendo che per la debole natura degli esseri umani
il punto di discrimine è la misura entro cui ci si contiene:
“Io non posso fare altro che augurare con tutto il cuore,
prima a me stesso poi
a tutti gli abitanti di questo pianeta che,
a partire da questo momento,
ciascuno possa subire
in prima persona gli effetti
di quanto pensa, di
quanto afferma, di quanto fa e vive!”.
Paese 12 aprile 2020
(giorno di Pasqua; in piena emergenza per il COVID 19)
A Pasqua si festeggia
la Risurrezione di Gesù di Nazareth e, conseguentemente, la rivelazione
dell’Amore di Dio per gli esseri umani e la possibilità data a
ciascuno di noi di risorgere.
Quest’anno la
Pasqua cade in un momento in cui l’umanità intera si è
scoperta invischiata nelle tristi conseguenze dell’esasperato egoismo.
E’ per questo,
premettendo che il male non viene da Dio ma dal demonio, che auguro a me
stesso, ai miei cari, a quanti ho conosciuto e, infine, a tutti gli abitanti di
questo pianeta, di rivolgerci da oggi a Dio in Spirito e Verità, che
vuol dire assecondando di più i bisogni dell’animo umano (per
intenderci quelli dal busto in su) e senza falsità, innanzitutto verso
noi stessi.
Perché Dio ci
faccia sentire la Sua vicinanza e indichi a ciascuno di noi la strada per
realizzarci pienamente e per, alla fine, poter attraversare il limite della
morte e ricongiungerci a Lui!
Paese 2 aprile 2020 - (In piena emergenza per il COVID 19, o Corona virus)
Sento intimamente di
non essere degno di pontificare su nulla e tuttavia, pure intimamente, sento il
bisogno di esternare alcune considerazioni su diversi argomenti, tutti legati
all’emergenza straordinaria che stiamo vivendo. Emergenza che nella sua
pesante tragicità, specie per una parte della popolazione, sta
evidenziando l’inconsistenza di alcuni atteggiamenti anomali che hanno
trovato sin qui terreno fertile.
Mi riferisco, in
particolare, a quei personaggi nazionali e stranieri che si lanciano in
affermazioni arciconvinte e categoriche. C’è voluta la pandemia
per smentirli spudoratamente; o si tratta di invasati, che non riescono a tener
memoria delle loro affermazioni, oppure di imbonitori abili a circuire masse
prive di senso critico.
Mi riferisco, inoltre,
a un atteggiamento culturale non appartenente alle passate tradizioni del
nostro Paese, ma ora diffusissimo anche da noi: il vivere senza pensare al
domani, non curandosi delle lezioni ricevute dalle precedenti esperienze
storiche dell’umanità. In base a questa impostazione, non
c’è bisogno di premunirsi per le emergenze; non c’è
bisogno di risparmiare per affrontare i tempi duri; non c’è
bisogno di riserve nei bilanci aziendali; non c’è bisogno di
soffermarsi sui possibili rischi futuri. Gran parte dei disagi che stiamo
vivendo è dovuta a questa impostazione e all’aver eccessivamente
enfatizzato il successo personale basato sulla mera apparenza o su
capacità professionali di scarso impatto sul progresso civile
dell’umanità.
Infine sottolineo la
frenesia, sopra tutto e in ogni attività umana; non rendendosi conto che
la frenesia travolge tutti e tutto; prima ancora ognuno. Correre per non
vivere, correre per sopravvivere; correre ancora correre, per anticipare la
morte? Dopo l’obbligata esperienza casalinga di questa pandemia, mi
piacerebbe che ogni anno, anche a costo di sacrificare altrettanti giorni di
ferie, fosse dichiarato un periodo di “quarantena” di cinque giorni
simile a quello che stiamo vivendo.
Alla fine, nessun
evento ha solo ripercussioni negative e, infatti, in questa emergenza si stanno
anche manifestando le più belle espressioni dell’animo umano;
senza sorvolare sugli sciacalli che colgono queste occasioni per soddisfare i
loro diabolici bisogni.
Fatta questa premessa,
riprendo le riflessioni che sento intimamente di dover esternare.
Innanzitutto siamo di
fronte a un’emergenza sanitaria nuova. Solo ora stiamo sperimentando che
il COVID 19 è subdolo e altamente contagioso. Sinora la differenza fra
batteri (esseri monocellulari) e virus (non aventi alcuna cellula e che
sopravvivono legandosi ad altre componenti biologiche), oltre a essere chiara,
presupponeva dei precisi protocolli di intervento per gli uni e gli altri. Per
i batteri si usano in maniera mirata e misurata gli antibiotici; per i virus, i
vaccini, quando disponibili, e gli antivirali. Nel caso specifico i sintomi del
COVID 19 si sono sovrapposti a quelli influenzali. Non solo, vi sono stati casi
in cui si sono sviluppate sintomatologie e casistiche diverse e molto
più subdole di quelle dell’epidemie passate. Circostanza che ha
presupposto un approccio sperimentale, mirato per casistiche e per paziente.
La precisazione
è importante perché a livello internazionale è stato
sottovalutato ciò che sta accadendo in Italia. Circa le epidemie sviluppatesi
precedentemente in Cina e in altri Paesi asiatici, non era stata diffusa
un’ampia informativa come invece è accaduto nel caso italiano.
Fino al punto che qualche commentatore televisivo estero si era spinto a dire
che l’epidemia era un’invenzione degli italiani per non lavorare.
Solo di recente anche negli altri Paesi si sta prendendo atto che si tratta di
un problema reale e complesso, che va affrontato con serietà; e per il
quale si dovranno in futuro predisporre degli appositi piani di azione comune.
Ad oggi sono restie ad attivarsi solo pochissime nazioni.
Questa situazione mi
spinge a evidenziare, da una parte, il ritardo con cui la Comunità
europea sta intervenendo, per la resistenza di alcuni Stati membri;
dall’altra, la giungla che si determinerà nel sistema
economico-finanziario mondiale a seguito della pandemia. Qualcuno ha paragonato
gli effetti della pandemia a quelli di un’economia di guerra, ed è
vero. Ci saranno Paesi che ne approfitteranno adottando provvedimenti
straordinari, anche superiori alle reali esigenze della pandemia, che non
sarebbero stati accettati favorevolmente in tempi ordinari. Ciò per
trovarsi in una situazione di vantaggio nei confronti degli altri Paesi, al
ritorno della normalità.
Infine, ma non ultimo
per importanza, anzi come esigenza primaria di espressione, sento di dover
parlare del sentimento religioso che si sta diffondendo in questo periodo, come
in tutti quelli in cui l’essere umano si è trovato ad affrontare
sfide più grandi di quelle a cui era abituato.
Di sicuro mi sembra
che la pandemia e il conseguente fermo di diverse attività lavorative e
di tutte quelle ricreative abbiano indotto le persone a riflettere di
più su se stesse, sul rapporto con gli altri, con il mondo e con la
morte; quest’ultima quotidianamente sotto gli occhi di tutti, quando non
presente anche nell’ambito familiare. Di riflesso, sembra aumentata la
sensibilità religiosa, sono cresciuti le occasioni di preghiera e il
numero di persone che pregano. Anche sui social non è difficile
imbattersi in filmati o ricevere inviti a partecipare a manifestazioni
religiose o a diffondere video con il meccanismo delle cosiddette catene. Salvo
qualche stupido buontempone, che si inserisce per diffondere
“bufale” anche in tale contesto, evidentemente non conoscendo il
proverbio: “Scherza con i fanti, ma lascia stare i Santi”, non
ritengo si tratti di manifestazioni negative.
Tuttavia,
poiché non amo il devozionismo religioso acritico, sebbene a Dio si
possa arrivare per molte strade diverse, sento di dover precisare alcuni
concetti di cui, pur non essendo un teologo, sono arciconvinto.
Alla base di tutto
c’è un messaggio universale che, pur essendo espresso da
Gesù di Nazareth e dunque nel Cristianesimo, è alla base di tutte
le vere religioni del mondo; di quelle, cioè, che cercano di
relazionarsi con un Essere Superiore che va oltre i limiti della vita terrena.
“I veri
adoratori adoreranno Dio in Spirito e Verità, perché Dio è
Spirito e cerca tali adoratori”. È il senso di
un’affermazione di Gesù riportata nel capitolo quattro del Vangelo
di Giovanni, che diversi teologi vorrebbero forse esprimere, non arrivando
però a farlo, in: “Spirito e teologia”.
Se si svuotano le
religioni dalla reale e coerente ricerca di Dio, che non comporta che le
singole persone siano costantemente sante, le si riducono al livello di tutti i
castelli teorici, senza fondamenta, del pensiero filosofico, politico,
economico e culturale dell’umanità.
Che poi le persone non
siano costantemente sante è la comprova che esse non hanno diritti di
proprietà sul Divino; sono solo strumenti: lo Spirito di Dio soffia dove
vuole.
Il messaggio
universale, adorare Dio in Spirito e Verità, conduce poi prettamente al
Cristianesimo in altre parole di Gesù tratte dal medesimo vangelo,
capitolo otto: “Se rimarrete nella mia parola, sarete veramente miei
discepoli e conoscerete la verità e la verità vi farà
liberi”.
La Verità vi
farà liberi! Siamo già oltre l’umano. Ma si prosegue:
“Io sono la Via, la Verità e la Vita”, capitolo 14, e
infine: “Io sono la Risurrezione e la Vita”, capitolo 11.
Molti sono infastiditi
da queste parole e non riescono a credere per diversi ordini di motivi. Le
Chiese cristiane e i suoi fedeli non sono coerenti con il messaggio di
Gesù. È inconfutabilmente vero. Se però in esse si
manifestano nel tempo atti di persone o eventi fuori dall’ordinario,
dobbiamo riconoscere che ci sono segni inspiegabili, riconducibili alla
divinità; il cui Spirito, lo ripeto, agisce dove e quando vuole.
Altri non credono
perché altrimenti verrebbe a mancare la giustificazione per i loro
comportamenti egoistici. Altri ancora perché per tradizione credono in
qualcos’altro o, infine, si appoggiano ad altri ragionamenti che li
sostengono, anche solo temporaneamente.
Da quando il pensiero
degli individui si è elevato oltre le necessità materiali, non
c’è essere umano che non abbia creduto in qualcuno o non sia stato
convinto di qualcosa. Abbiamo bisogno di credere come dell’aria,
dell’acqua e del cibo.
Ero rimasto a:
“Io sono la Risurrezione e la Vita”. È la chiave di volta
del cristianesimo e dell’umanità, fino al punto che uno dei suoi
massimi esponenti, Paolo di Tarso, contemporaneo di Gesù e suo iniziale
contestatore, affermò che credere in Gesù sarebbe stata una
perdita di tempo senza la Sua e nostra risurrezione. Risurrezione che significa
che la nostra essenza e la nostra stessa vita, sebbene con sembianze diverse,
oltrepasseranno la morte e si proietteranno senza limiti nel tempo.
Qui andiamo nel
favolistico. Solo degli imbonitori riuscirebbero a far passare un concetto
così lontanamente sperimentabile e di cui non si può fornire una
prova inconfutabile.
Tuttavia, offrono seri
spunti di riflessione le parole di Gesù, tratte dal capitolo 14, ancora
di Giovanni: “E quanto chiederete nel mio nome lo farò,
affinché il Padre sia glorificato nel figlio” e dal capitolo dieci
del Vangelo di Marco: “Tutto è possibile a Dio”, ovvero,
nulla è impossibile!
Una prova della
possibilità per ognuno di risorgere è data dall’intervento
di Dio nella storia umana quando con una preghiera anche confusa, ma assidua,
concorde e spassionata si chiede il Suo intervento. Non per risolvere un
problema contingente, ma per poterlo adorare e ringraziare perché si
è manifestato con un segno nella nostra storia! È avvenuto nel
passato, avviene tutt’oggi e avverrà nel futuro.
Se, infine, nemmeno di
fronte a fatti obiettivamente inspiegabili si riuscisse a credere, allora si
concretizzerebbe una profezia di Gesù: quelli che non riconoscono
ciò che è realmente sovrumano, non crederebbero nemmeno se
vedessero i loro morti risuscitare.
Paese 17 marzo 2020 - (In piena emergenza per il COVID 19, o
Corona virus)
Nella religione in generale ci sono, per definizione, poche
certezze e molti dubbi. La religione, infatti, riguarda il rapporto fra essere
umano e Dio. Argutamente, un mio vecchio professore di religione osservava:
“Se noi riuscissimo a capire Dio e le sue realtà, equivarrebbe a
essere come Lui”. Circostanza quest’ultima palesemente non
riscontrabile.
Fra le certezze del cattolicesimo, elenco le seguenti:
1)
il mondo è stato già
redento, una volta per tutte, dal sacrificio di nostro Signore Gesù
Cristo (nascita, vita, passione, morte in croce e risurrezione), il quale
rivelò ai suoi contemporanei l’essenza di Dio, usando un
linguaggio per loro comprensibile;
2)
nulla è impossibile a Dio;
3)
se tutti con fede, cioè credendolo
davvero possibile, pregassimo Dio di cambiare in meglio la situazione di questo
mondo, Egli di sicuro interverrebbe.
Se, dunque, vogliamo veramente che le cose migliorino, oltre a
darci da fare onestamente e alacremente per la nostra parte, dobbiamo chiedere
il Suo intervento. Ma come?
Un modo è seguire la preghiera suggerita da Gesù,
che qui riporto a senso per farla meglio comprendere anche ai non credenti e
non praticanti: “Padre nostro che sei nei cieli, sia glorificato il tuo
nome; venga il tuo Regno di eterna felicità; sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra; soddisfa i bisogni vitali e
spirituali di tutti gli esseri umani; rimetti a noi le nostre colpe, come noi
perdoniamo a chi ci ha offeso; non abbandonarci alla tentazione verso il male e
liberaci dal demonio. Amen”. La traduzione ufficiale del “Padre
Nostro” è nota e facilmente reperibile sul web.
Ci sono, poi, molte altre preghiere ufficiali (la Santa Messa, le
“lodi”, il rosario, ecc.), ma si può pregare anche con
parole proprie o senza parlare, offrendo le proprie inevitabili sofferenze o,
anche, offrendo l’impegno nelle attività della giornata.
In tutti i casi, però, è fondamentale
l’atteggiamento con cui si prega. Innanzitutto raccogliendosi in silenzio
davanti a Dio, riconoscendo che: 1) è Lui ad essere Dio e non noi; 2)
abbiamo estremo bisogno di Lui e di sentire la Sua vicinanza; 3) abbiamo
bisogno che Lui ci perdoni, perché abbiamo esageratamente pensato solo a
noi stessi, e ci insegni a perdonare chi ci ha offeso.
Inoltre, dobbiamo fermamente credere che nulla gli è
impossibile e, sempre e in ogni circostanza, anche negativa, dobbiamo
continuamente glorificarlo e rendergli grazie.
Ponendoci in preghiera in questo modo, qualunque sia
l’ostacolo che sta per abbatterci o ci abbatterà, dopo averlo
superato, sperimenteremo l’abbraccio amorevole della Sua Misericordia.
Se, infine, tutti gli esseri umani lo invocassero con fede, seppur
con il nome che ciascuno conosce, probabilmente si raggiungerebbe un altro
grandioso risultato: osservando gli effetti del Suo intervento salvifico, avere
un segno concreto della Sua esistenza.
Paese 11 marzo 2020 - (In piena emergenza per il COVID 19, o
Corona virus)
Siamo arrivati a un capolinea; e di che tipo? Lo scopriremo solo
in futuro.
Per anni la cultura dominante ha favorito la diffusione di stili
di vita insulsi e tesi alla ricerca del proprio esclusivo tornaconto (carpe
diem), quando era evidente che non poteva funzionare.
Non ne faccio colpa a nessuno: è proprio di noi esseri umani
l’essere facilmente ingannati. Siamo dei ricercatori di bellezza e di
piacere ed è quasi impossibile poter resistere alle lusinghe che ci
vengono proposte; ancor più se in maniera subdola e interessata.
Quello che non riusciamo a realizzare è che i godimenti di
questo mondo non sono l’obiettivo definitivo, ma solo un’effimera e
labile immagine della possibile, concreta felicità ultraterrena che
è stata proposta dal Cristianesimo: da una realtà limitata
all’infinito.
In questi giorni, mi sono capitati sotto gli occhi due passi del
Vangelo.
Il primo si riferisce alla trasfigurazione di Gesù.
Gesù, con tre dei suoi discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, sale su un
alto monte dove il suo corpo diventa talmente sfolgorante che i discepoli
cadono faccia a terra, non riuscendo a resistere allo splendore di quella
visione. Gesù, prima di morire, volle consolidare la fede dei tre
apostoli facendo sperimentare loro un briciolo di Paradiso.
Nel secondo, Gesù ha appena finito di rivelare ai suoi
discepoli che sarà condannato e crocifisso, e che il terzo giorno
risusciterà. Qual è la reazione dei suoi seguaci? Non si
preoccupano affatto che il loro Maestro dovrà soffrire e morire; forse
non sanno nemmeno cosa significhi risorgere e pensano bene di chiedergli chi di
loro sarà il primo. In questo atteggiamento ci siamo tutti: siamo troppo
concentrati su noi stessi e non siamo capaci di guardare più in
là del nostro naso.
In quell’occasione Gesù chiamò a sé i
suoi discepoli e disse: «Voi sapete che i governanti delle
nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà
così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro
servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come
il Figlio dell'uomo (cioè Lui), che non è venuto per farsi
servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Tornando alla domanda iniziale, siamo dunque al capolinea?
Di certo ognuno di noi ha un suo capolinea personale; se poi in
questo caso si tratti del capolinea generale lo sapremo solo in futuro. Nel
frattempo auguriamoci di poter uscire da questa esperienza più
consapevoli che abbiamo solo due alternative: contribuire ad un armonico
sviluppo dell’umanità (con più giustizia ed equità
globali); l’autodistruzione.
Paese 18 febbraio 2020
Spesso in questo sito e nei miei scritti si fa riferimento al
rapporto con Dio, quale rivelato da Gesù Cristo e professato nel
cattolicesimo romano. Sento perciò la necessità di chiarire da
dove origina questa esigenza riferendomi alla mia esperienza personale.
Premetto che sono nel cattolicesimo romano perché in quello
mi sono trovato inserito per nascita e perché, nonostante le incoerenze
e le contraddizioni di molti suoi membri, me compreso, ho sperimentato la
possibilità di una concreta relazione personale e comunitaria con Dio.
Non posso escludere, però, la validità di altre
strade. Alla fine è il risultato che conta.
Quanto a me, pur non essendo particolarmente dotato nel fisico,
sono stato caratterizzato da un acume fuori dal comune e, quando l’ho
esercitata, da una singolare determinazione. Doti che mi avrebbero consentito
con una certa facilità di emergere in molti settori, sia legali che
illegali.
Preliminarmente devo rammentare che siamo in molti a pensare che
si vive in maniera più soddisfacente se ci si esprime assecondando le
proprie caratteristiche e negli ambiti che ci fanno sentire meglio con noi
stessi.
È vero. Tuttavia gran parte delle persone pensano di star
bene pur vivendo esperienze mediocri. Perché? Per
l’impossibilità o l’incapacità di esprimere un
giudizio obiettivo sulla propria situazione.
Riaggangiandomi al discorso personale, mi è capitato varie volte di vivere
esperienze mediocri, ma mi è stata data la possibilità di convincermene;
con l’aiuto di due circostanze.
La prima è che quando mi sono espresso in ambiti mediocri
mi sono sentito a disagio. Avrei avuto ugualmente le doti per gestire la
situazione o fors’anche per emergere, ma mi è mancata la
necessaria convinzione: c’era qualcosa che non mi soddisfaceva del tutto.
In più, quando combinavo qualche marachella ero fra i primi ad essere
inesorabilmente smascherato e punito, talvolta ingiustamente.
La seconda è che, seguendo le indicazioni delle persone che
mi hanno introdotto alla religione, ho sperimentato delle volte uno stato di
relazione interiore con Dio tale da travalicare ogni soddisfazione o traguardo
materiale.
Non sono stato assolutamente un uomo perfetto; tutt’altro.
Altrimenti sarei stato un santo e avrei compiuto miracoli. Ho solo avuto la
possibilità di percorrere entrambe le strade che mi si ponevano davanti,
ricevendone bastonate o gratificazioni. Bastonate che non sono derivate da
castighi di Dio, ma dalle conseguenze di mie decisioni sbagliate. Le gratificazioni
ricevute, invece, sono state senza dubbio maggiori di quello che mi sarei
dovuto obiettivamente aspettare.
Dunque, io sono parte dell’umanità e sono portatore
delle relative debolezze, ma non posso esimermi dall’evidenziare che
c’è una strada che ci può elevare al di sopra di ogni
appagamento umano. Fino al punto da metterci in collegamento con la possibile e
auspicata esperienza che va oltre la limitata vita terrena: il rapporto pieno
con Dio, quale rivelatoci dal suo figlio e nostro Signore Gesù Cristo.
Signore che, a chi un giorno gli chiese di indicargli la Via,
affermò: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”.
Paese 14 febbraio 2020
In passato ho già sostenuto che bisognerebbe vivere almeno
due volte, una per imparare e le altre per muoversi più consapevolmente.
Già, perché può capitare di trascorrere tutta la vita e di
non rendersi conto di questioni di fondamentale importanza; anche perché
siamo inconsciamente condizionati da molti stimoli, tra i quali quelli che
hanno caratterizzato la nostra prima infanzia.
Infatti, solo a pochi mesi dai settant’anni per la prima
volta ho capito che non dovrei provare inconscia ostilità verso gli
altri esseri umani che fanno del male o che si comportano incivilmente. Quale
membro della razza umana dovrei essere pienamente solidale con ogni singolo
individuo, salvo a difendersi dalla violenza e dalle prevaricazioni.
Pertanto, per i
violenti e gli incivili, più che limitarmi a catalogarli e ad
escluderli, dovrei orientare il mio risentimento verso chi o cosa li induce al
male; a chiedermi da dove origina e come si potrebbe contrastare il loro
disagio.
So bene che, ipocritamente, molti mettono in dubbio
l’esistenza del bene e del male: se non sono in grado di percepirli,
hanno messo il loro cervello momentaneamente in corto circuito. Anche per
questi, tuttavia, più che giudicare si tratta di capire da dove origina
l’anomalia.
In questo caso, infatti, se si considera che tali concetti sono
fortemente legati alla religione e si
tengono presenti i danni provocati nel tempo da coloro che hanno
esercitato il potere religioso (sia capi, sia popolo), si capisce bene che si
tratta di una contrapposizione non tanto alla realtà ma a chi ne ha
proposto una lettura spesso distorta.
Tornando alla mia intuizione di settantenne, si tratta di una
questione di grande importanza perché, se volessi minimamente
contribuire a cambiare in meglio le sorti di questo mondo, dovrei dunque
adoperarmi soprattutto per contrastare il male e il demonio, da cui il male
origina. Combattere il male solo contrastando la violenza umana è pura
illusione; e molto spesso alimenta il circolo vizioso che produce altra
violenza.
Per combattere il male e il demonio su questa terra, essendo il
diavolo più forte e intelligente di noi, abbiamo assolutamente bisogno
dell’aiuto di Dio e della Sua Grazia. È l’unica strada
efficace e percorribile. Per estirpare il male relativo è necessario il
Bene Assoluto.
Fino al punto che Dio ci ha preparato un altro ambito di vita in
cui, finalmente, non ci saranno la presenza del diavolo e del male.
Paese 7 febbraio 2020
Questa mattina voglio ritornare su alcuni aspetti sui quali mi
sono già soffermato in passato, perché ritengo che rappresentino
le maggiori cause di degrado della società moderna, perlomeno nel nostro
Paese.
La prima è costituita dal vuoto morale e dall’assenza
di ideali che si sono determinati nella personalità di molti giovani e
meno giovani. Le cronache degli ultimi anni dimostrano che non c’è
alcun limite agli atti di violenza compiuti per i più svariati e futili
motivi nei confronti anche di persone inermi. Violenza che viene ostentata e
pubblicata dai responsabili sui cosiddetti social fino al punto che,
forse, la loro stupidità supera persino la loro violenza!
Due sono le considerazioni che mi sovvengono. Da una parte, in un
mondo in cui conta esageratamente l’apparire, c’è la voglia
di emergere ad ogni costo, non importa come e perché; dall’altra,
si tratta di individui privi di vincoli civili e morali per cui, fra quello che
passa per la mente e l’immediata, conseguente azione non c’è
alcun ripensamento o momento di riflessione. Attenzione, non si tratta di un
aspetto che caratterizza solo gli atti di violenza, ma anche i rimanenti ambiti
della vita sociale e che rispecchia in qualche modo questo schema mentale:
posso fare tutto ciò che mi gratifica o mi avvantaggia, senza curarmi
delle conseguenze.
Fatta salva la libertà di ognuno di vivere come desidera,
senza tuttavia impattare sui corrispondenti diritti degli altri, si tratta di
una stupidità assoluta. Infatti, nemmeno i comportamenti animali
rispondono nella maggior parte a questa illogicità.
Un altro aspetto è l’impunità. Non
c’è bisogno di spendere molte parole per sottolinearlo. Da che
mondo e mondo si è sentita l’esigenza di stabilire delle regole di
comportamento. Ma attenzione ancora una volta, lo scopo delle regole non
è quello di riempire migliaia di pagine di libri, ma quello di
pretendere il rispetto dei principi esposti. Sotto questo aspetto la situazione
attuale è drammatica. Da una parte le possibilità di aggirare o
contrastare le regole sono ben maggiori di quelle per ottenerne il rispetto.
Dall’altra si è permessa la costruzione di strutture sulle quali
non è possibile esercitare di fatto alcun controllo. Su questo punto
però ritornerò dopo.
Sull’impunità, invece, non riesco a trattenermi dal
fare delle considerazioni provocatorie: in molti casi, se invece di instaurare
delle farse processuali, perché per le prassi e le anomalie diffusesi in
ambito giudiziario tale caratteristica hanno assunto molti processi, si
intervenisse in maniera pesante sia economicamente sia fisicamente, non si
risolverebbero prima e più efficacemente i problemi? Può un
individuo provocare volontariamente un danno fisico a un’altra persona
senza che subisca alcun analogo nocumento? Può un soggetto espletare
alla fine la sua folle sfera di potere e provocare milioni di vittime, come
accaduto in passato, senza che lo si riesca a fermare sul nascere?
È l’impunità che accresce nel tempo
l’esagerata considerazione di se stessi, a scapito degli altri, e che fa
perdere il contatto con la realtà.
Mi rendo conto della provocazione delle mie affermazioni; ma
soprattutto quando il funzionamento della Giustizia è tale da premiare i
comportamenti violenti e illegali rispetto a quelli legali, è difficile
difendere i violenti. E, solo per fare un esempio, io non sento di potermi
schierare a favore di quel marito statunitense a cui la moglie, qualche decina
di anni fa, esasperata per le continue violenze tagliò il pene.
Anche qui è necessario fare un altro distinguo: “Il
perdono cristiano è altra cosa”.
Innanzitutto la morale cristiana si basa sul rispetto e
sull’amore, che ne costituiscono le basi. L’esercizio della
violenza deve essere considerata un’eccezione solo in considerazione
della debolezza della condizione umana e di tutti gli esseri umani, nessuno
escluso. Il perdono, poi, non riguarda la fattispecie o il tipo di violenza, ma
l’atteggiamento di chi l’ha commessa: senza vero pentimento non
c’è perdono. Il perdono, poi, non azzera le responsabilità
civili e penali; al limite può attenuarle in presenza di un vero
pentimento e di comportamenti seriamente tesi a ridurre i danni provocati.
L’ultimo aspetto di queste mie riflessioni riguarda le
modalità di svolgimento delle funzioni sia pubbliche che private. Negli
ultimi decenni si è oltremodo diffuso un malcostume: manager e
dirigenti, piuttosto che farsene carico e risolvere i problemi delle funzioni
loro assegnate, svolgono un ruolo notarile, teso sostanzialmente a tutelare la
loro posizione, la loro carriera e le loro prerogative, accantonando o
nascondendo le problematiche che sarebbero chiamati a risolvere. Anche per
questo fenomeno le cronache sono piene di casi verificatisi negli ultimi anni,
salvo ad aggiungere che raramente si è saputo di responsabili che siano
stati realmente sanzionati.
Ma oltre a quanto diffuso dai quotidiani, ci sono anche altri
ambiti di funzionari dormienti, la cui inefficienza ha provocato danni incalcolabili.
Solo per esempio, e quindi senza escludere altri ambiti, mi riferisco ai
cattedratici e alle Università.
Mi sono sempre chiesto: “Ci sono limiti al numero di
società che può essere contenuto a sua volta in un’altra
società o in un gruppo societario; oppure limiti dimensionali, di
capitale e nelle ramificazioni estere”? Non mi risulta.
Mai possibile che non siano mai stati fortemente richiamati a
livello cattedratico, fino a sollecitare adeguate modifiche normative, i rischi
insiti in questi tipi di società: a) impossibilità di controllare
entro tempi accettabili la veridicità dei bilanci; b) negativa influenza
che enti di dimensioni riguardevoli possono avere sullo sviluppo della
normativa dei singoli Stati; c) notevoli difficoltà nel poter attribuire
eventuali responsabilità in caso di illeciti civili e penali; d) assenza
di reali controlli.
Mai possibile, poi, che solo negli ultimi anni si sia potuta
accennare nel nostro Paese una normativa in tema di società fiduciarie;
e che in altri Paesi se ne possano combinare di cotte e di crude, senza che si
siano denunciate le anomalie conseguenti?
La mancanza di responsabilità è un fenomeno diffuso,
che riguarda molti ambiti. Fino a quando la scelta e l’avanzamento in
carriera di manager e funzionari, piuttosto che a essere correlata alla
soluzione dei problemi reali, sarà legata a come essi si sanno vendere e
proporre, ai legami politici, e a come contare in occasione delle nomine e
degli avanzamenti, continueremo ad avere responsabili fantasma; di cui
l’unica evidenza saranno gli alti costi che comportano.
Paese 12 gennaio 2020
Non per mia scelta, come per tutti
d’altronde, sono nato casualmente nel 1950 e ho vissuto la mia giovinezza
in provincia di Salerno, a Battipaglia, in un periodo di intense
attività economiche, sociali e culturali che ponevano quella cittadina,
che già all’epoca contava più di trentamila abitanti, fra
le più dinamiche realtà del Sud e del Paese. Sono pertanto fiero
delle mie origini, tanto più che esse mi hanno permesso di avere una
mentalità aperta e un’obiettività, immodestamente, fuori
dal comune. Successivamente, sono stato assunto e ho lavorato in Banca
d’Italia, quando essa rappresentava un’eccellenza per il nostro
Paese, a Treviso da luglio 1974, poi da gennaio 1979 a settembre 1980 a
Catanzaro, a Salerno fino a novembre 1997 e, infine, fino a gennaio 2009 di
nuovo a Treviso, nella cui provincia mi sono definitivamente stabilito.
Ciò premesso, in un periodo di forti
recrudescenze etniche, campanilistiche e nazionali, in cui tutti si schierano e
hanno da recriminare contro tutti, vorrei mettere in condivisione alcune mie
riflessioni.
Da che mondo è mondo ogni etnia,
popolo e nazione ha commesso abusi ed eccidi nei confronti degli altri esseri
umani soggiogati. Ciò perché la prevaricazione e
l’eliminazione degli altri, in origine indispensabili per la
sopravvivenza, hanno interessato, nel duplice ruolo di carnefici e vittime,
tutti i popoli.
È davvero arduo fare un elenco
in ordine cronologico delle stragi, anche perché i libri di storia non
hanno dato sempre il dovuto risalto a tutte quelle commesse.
Ad esempio, nel secolo scorso nei
confronti degli ebrei sono stati commessi crimini efferati, che non possono
essere negati o sottaciuti, ma gli stessi ebrei quando si sono stabiliti nella
terra promessa hanno eliminato crudelmente le popolazioni che abitavano quei
territori. Quanto ai forni crematori, essi sono stati sperimentati e utilizzati
prima in Africa, ma non mi risulta che la circostanza sia così nota come
per quelli usati in Europa nel corso della Seconda guerra mondiale. Sembra che
i tedeschi per impiantare i loro forni in Europa si siano avvalsi degli stessi
militari che li avevano sperimentato in Africa. Inoltre, negli anni
immediatamente precedenti la Seconda guerra mondiale nelle Università di
molti Paesi si studiava l’eugenetica, disciplina che mirava al
miglioramento della razza. Sembra addirittura che una ricca Fondazione
americana abbia finanziato tali studi presso un’importante
Università tedesca.
Dunque, violenze e soprusi hanno
interessato tutti i Continenti e i popoli che li hanno abitati: sono davvero
rari i casi in cui un gruppo umano non abbia avuto il duplice ruolo di
aggressore e aggredito. Crimini perpetrati persino in nome della religione e di
Dio, la fonte dell’Amore!
Tutto ciò premesso, pur essendo
fiero delle espressioni più elevate del popolo italiano e del
cattolicesimo, in cui sono inserito, mi dichiaro appartenente
all’umanità nella sua interezza, in tutte le latitudini e
longitudini in cui essa si è sviluppata ed è vissuta. Tutto il
male fatto in ogni tempo nei confronti di qualunque essere umano mi tocca
personalmente e mi colpisce profondamente.
Pertanto, non condivido le rivendicazioni
localistiche, specie quando esasperate e strumentali a difendere non
giustificate posizioni di vantaggio oppure tese a rivangare un passato remoto,
salvo che si tratti di ristabilire la verità storica.
Mi dichiaro altresì solidale con
quella parte di umanità, ovunque dispersa, che disinteressatamente cerca
di costruire un futuro migliore per tutti gli esseri umani. Ciò che mi
sento di assecondare non sono le periodiche campagne per l’ecologia, la
tutela di alcuni territori o gruppi di persone, i movimenti che via via si
formano a difesa delle varie istanze particolari, politiche, sociali e
religiose. Spesso essi dietro i loro proclami nascondono interessi di parte.
Non mi convince chi si dimostra
sensibile nei confronti degli animali o della natura e non verso gli esseri
umani; e viceversa. Non mi convince, insomma, chi non è coerente e chi
fingendo di perseguire obiettivi sociali cura i propri esclusivi interessi.
Ciò che mi sento di assecondare,
lo ripeto, è il disinteressato impegno di tutti i costruttori di
un mondo equo e solidale, non piegato alle spregiudicate logiche della finanza,
dell’economia, del commercio, delle multinazionali e dei gruppi
malavitosi; questi ultimi sia illegali, sia legalizzati, sia legali!
In passato la delinquenza organizzata
costituiva una componente limitata e marginale del mondo; oggi il mondo
costituisce il terreno fertile in cui si sono ampiamente diffusi stili e
comportamenti malavitosi, senza che si riesca a disapprovarli con fermezza, a
contrastarli e sanzionarli.
Anche perché si tratta di
entità di notevoli dimensioni e con innumerevoli ramificazioni, nelle
quali è di fatto precluso il poter individuare dei responsabili e molto
difficile risalire ai comportamenti illegali.
Paese 15 dicembre 2019 (Natale 2019)
Se osserviamo ciò che avviene nel mondo, possiamo esprimere
solo due giudizi estremi: piena soddisfazione o insoddisfazione. Incide anche
la nostra storia personale, ma è diverso e il giudizio è
più facile: basta il confronto con l’anno precedente per prendere
atto di progressi o regressi.
Da anni, invece, nel mondo si registrano: palesi ingiustizie;
efferate violenze nei confronti dei singoli e di intere popolazioni;
sfruttamento estremo delle risorse naturali e delle persone in stato di
indigenza; smisurato interesse economico, che non si ferma di fronte a niente e
a nessuno; diffusione sistematica, sempre per interesse, di falsità e di
contenuti beceri e diseducativi.
Se siamo fra i soddisfatti, non c’è alcun dubbio che
abbiamo perso il contatto con la realtà e abbiamo un problema serio.
Viviamo in un isolamento virtuale: prima o poi la vita ci presenterà un
conto salato, facendoci bruscamente ritornare con i piedi per terra.
Se, invece, siamo fra gl’insoddisfatti, c’è una
sola possibilità.
Sia che siamo credenti o atei, cristiani o appartenenti a
qualsiasi altro culto e religione, rivolgiamo la nostra mente verso una
possibile, auspicata Entità Superiore, da cui forse ha avuto inizio non
si sa come e perché la vita. Non importa chi siamo e in cosa crediamo,
eleviamo il nostro sguardo e il nostro animo verso le aspirazioni più
elevate dell’essere umano e chiediamo incessantemente a questo Essere di
rendersi presente nella nostra vita. Cosa abbiamo da perdere? È alla
portata di tutti, è gratis!
Se un’Entità superiore esiste, essa in qualche modo
si manifesterà.
Io non sono sicuro che avremo un mondo diverso, ma sono certo che
cambierà ciascuno di noi: quella che è l’unica strada
possibile per indirizzare realmente in meglio le sorti
dell’umanità.
Per i cristiani il prossimo 25 dicembre si celebrano oltre duemilaventi anni dalla nascita di Gesù di Nazareth;
che ha rivelato con parole, opere e potenza, nella verità e nella sua
totale abnegazione, il vero volto di Dio; promanando da Dio e dimostrando con
la Sua risurrezione di essere Egli stesso Dio. Risurrezione, cioè la
possibilità reale che la vita prosegua oltre la morte, che viene
proposta a tutti, nessuno escluso. E che, a differenza di quanto si afferma
nella preghiera cristiana per i morti, non è un eterno riposo, che a me
appare quasi come una pena, ma una Vita eterna, piena e felice!
Signore, chiunque tu sia, batti un colpo nella mia vita, nelle
nostre vite. Il mondo, e anch’io, abbiamo bisogno impellente di Te.
È questo il pressante invito che rivolgo a tutti per il
prossimo Natale: chiediamo a Dio che si faccia presente nelle nostre vite.
Con l’augurio e la certezza che se chiediamo, anche se a
modo nostro ma convinti, non so come, ma Egli realmente si mostrerà.
Treviso 28
novembre 2019 (Ospedale Ca’ Foncello)
Ho sin qui sempre pensato che prima di occuparsi delle questioni
morali dell’umanità bisognasse dedicarsi al soddisfacimento dei
bisogni fisici. Gli esseri umani hanno bisogno di alimentarsi e di salute prima
di qualunque altra necessità.
Considerate però la cattiveria e la violenza che
caratterizzano questi nostri tempi e tenuto anche presente che il dolore e la
sofferenza sono generate – a differenza di quanto comunemente si creda -
dal demonio e non da Dio, la mia convinzione comincia a sgretolarsi.
Gesù, infatti, affermava che non i sani, ma quelli che
piangono, quelli che hanno fame e sete di giustizia, i perseguitati sarebbero
stati beati, cioè felici.
Dunque, tutti gli aborti, i deformi, gli oppressi, i sofferenti, i
senza nome e senza dignità, saranno redenti e saranno catapultati, in
virtù della negazione della loro esistenza, in Dio e nella
felicità eterna. Il loro essere classificati come scarti dal mondo gli
viene riconosciuto come condizione sufficiente a conseguire il lasciapassare
per l’eternità beata.
Dunque, e sembra una bestemmia persino pensarlo, la vera emergenza
non è soccorrere chi soffre fisicamente, emergenza sempre presente e da
continuare ad affrontare in ogni momento della storia umana; bisognerebbe prima
intervenire sulla nostra aridità spirituale e sulla devastazione morale
di cui sono impregnate tutte le coscienze.
È questo il vero cancro, che inquina esseri umani e
ambiente e che genera tutti i mali e le sofferenze di questo mondo.
Forse, è per la redenzione delle nostre e delle altrui
coscienze che dovremmo pregare, ancor prima che per la soddisfazione dei
bisogni fisici dell’umanità.
Treviso 22
novembre 2019 (Ospedale Ca’ Foncello)
Ipotetico e desiderato (!) messaggio congiunto alla
Nazione da parte del Presidente della Repubblica, dei Presidenti dei due rami
del Parlamento, del Presidente del Consiglio e dei Rappresentanti della
Magistratura e degli altri Organi costituzionali:
“Siamo perfettamente consapevoli
dell’immenso volume di pattume morale che è stato sparso negli
ultimi decenni nel nostro Paese, spesso proveniente dall’estero e dal web
senza alcun controllo. Pattume morale che ha finito per intaccare anche noi e
gli apparati centrali e periferici della nostra Repubblica, che ha minato sin
dal profondo i valori fondanti della convivenza civile nazionale e mondiale;
che, infine, ha devastato le coscienze dei singoli, relegando molti al
più elevato, inconscio livello di degrado. Degrado reso evidente dal
numero e dall’efferatezza dei crimini commessi anche nei confronti dei
soggetti più sacri e indifesi.
Si rende necessaria un’azione forte e coesa
per riprendere in mano le fila della gloriosa storia del nostro Paese, per
offrire un futuro luminoso alle nuove generazioni, uno stimolo incondizionato a
un nuovo ordine mondiale basato su principi di equità, giustizia,
dignità per ogni membro della società umana; e, inoltre che premi
l’abnegazione e l’impegno diligente piuttosto che lo sfrenato
sfruttamento egoistico, sociale ed economico delle persone e
dell’ambiente in cui viviamo.
Ci rendiamo perfettamente conto che se volessimo
iniziare un’azione di contrasto verso tutti i maggiori responsabili,
persone e organizzazioni, di tale sfacelo, occorrerebbero enormi energie, anni
di lavoro e diatribe interminabili nelle aule della giustizia. Elementi che
creerebbero una confusione tale da provocare risultati persino contrari a
quelli, necessari e urgenti, per una drastica inversione di tendenza.
Consapevoli di ciò, dobbiamo imboccare
pragmaticamente l’unica strada possibile e perseguirla con tutta la forza
morale di cui siamo capaci. Convinti ancora che in quest’opera non saremo
soli, ma sostenuti dagli spiriti più elevati del nostro Paese e
dall’impegno di tutti quei cittadini che si sentiranno rinvigoriti da una
nuova tensione civile e morale.
Fatte queste premesse, invitiamo tutti, singoli e
organizzazioni, a rivedere i propri comportamenti e a valutare i risultati
delle proprie azioni al fine di rimuovere immediatamente ogni ostacolo alla
convivenza pacifica e civile e al progresso insiti nei principi della nostra
Costituzione.
Si provvederà perciò inizialmente, e
rapidamente, ad approvare provvedimenti che inaspriscano da subito le pene
già previste per tutti i reati e a prevedere attenuanti per i comportamenti
di ravvedimento operoso e che favoriscano il rapido decorso della giustizia.
Non mancando di rendere più efficace e coerente con gli obiettivi della
Costituzione il sistema carcerario, pretendendo dai detenuti fattivo,
quotidiano impegno di lavoro all’interno dei luoghi di detenzione e
offrendo loro corrispondenti opportunità.
Successivamente si provvederà a stabilire
dei principi di indirizzo di tutta l’azione amministrativa e burocratica dello
Stato, andando a sfoltire l’attuale pletora di norme, talvolta in
contrasto fra di loro.
Non essendo questa la sede per definire i dettagli,
si indicano solo due direttrici di massima, già individuate.
Correlazione degli emolumenti di tutti i rappresentanti
della pubblica amministrazione all’andamento ecnomico
nazionale, al tenore di vita dei cittadini, ai risultati dell’azione
svolta. Riordino dell’impianto legislativo, ponendo enfasi in un apposito
preambolo di ogni norma sull’obiettivo che si vuole raggiungere o
contrastare, piuttosto che su un elenco di casi, spesso superato dalla
realtà o aggirato dai furbi. Insita nella norma dovrà essere
inserita una data entro cui si dovranno valutare effetti ed eventuali
necessità di modifiche. Le professioni legali dovranno essere
incentivate a collaborare all’amministrazione della giustizia e alla
soluzione dei casi, piuttosto che contrastarla.
Rinnoviamo pertanto il pressante invito
affinché tutti sentiamo forte l’anelito a perseguire i più
grandi ideali. Circostanza, sola, che eleverà le nostre coscienze e ci
farà riprendere in mano le sorti gloriose del popolo italiano; unica per
poter uscire dalla mediocrità e permettere che i nostri nomi meritino di
essere ricordati nel tempo e nella storia.
Treviso 21 novembre 2019 (Ospedale Ca’ Foncello)
Sento forte il bisogno di rivedere in termini più attuali e
immediati l’antica definizione di Dio. Non si tratta di modificare quelle
del catechismo di Pio X e di quello vigente della Chiesa cattolica, ma di
esprimersi con parole subito comprensibili anche dall’uomo (e dalla
donna) di strada.
Dunque, prima di tutto, sento di dover proclamare che: “Dio
non è fesso”! Innanzitutto per me, poi per tutti.
La precisazione è importante per capire che si può
aggirare tutto: la legge, i tutori dell’ordine pubblico, i magistrati,
gli amici, i preti, il Papa e persino se stessi; non Dio. Si può persino
andare in Chiesa, partecipare ai Sacramenti, tutto inutilmente.
Dio non lo troveremo nelle nostre mutande e in ciò che
contengono, non nella violenza o nel nostro brutale egoismo; nemmeno nella
falsità e nell’ipocrisia. Anzi per quelle strade troveremo solo
idoli che non rispondono, angoscia, paura e disperazione; le più totali
e devastanti.
Ciò premesso, Dio è Amore, Misericordia infinita; e
ci attende tutti, più del più caro degli affetti che abbiamo mai
potuto sperimentare. Perché Egli vuole che scegliamo Lui e non la
cattiveria che imperversa in questo mondo. È vero, non riusciamo a
difenderci e sottrarci dal fetore dell’immondizia morale di questa terra,
ma una cosa, questa sì, a livello personale la possiamo fare: scegliere
di non far parte di questo devastante olezzo, tenersene fuori.
Solo allora riusciremo a rivedere nel nostro sguardo spento,
tormentato e stanco, i nostri limpidi occhi di lattanti e bambini. Solo allora
inizieremo a intravvedere uno spiraglio, un puntino di luce sul buio più
pesto di questa esistenza. Tramite la verità e lo spirito che, soli,
conducono a Dio.
Non importa quale sarà la strada per ciascuno, talvolta
anche molto dura, ma solo tuffandoci in quello spiraglio potremo riattivare il
contatto con Dio, perderci nella Sua infinita Misericordia; partecipare alla
felicità intima e totale da Lui offertaci su questa terra e oltre.
Paese 13 ottobre 2019
“Non toccate i bambini: la pagherete molto cara. E nessuno
vi potrà salvare!”
Oramai anche nelle classi dei bambini di scuola elementare
avvengono episodi gravissimi; tanto gravi da essere tenuti nascosti e da non
essere riferiti nemmeno dagli organi di stampa.
È ovvio che questi fatti nascono dagli abusi di diverso
genere perpetrati nelle mura domestiche da chi dovrebbe preservare la loro
integrità fisica e prendersi cura della loro educazione. Non si sa se si
tratti di genitori, di compagni o amici di uno dei coniugi, di frequentatori
abituali di casa o di quale ulteriore figura introdotta da questo mondo sempre
più immorale.
Tuttavia, non si tratta di un discorso solo morale. È prima
di tutto civile, con pesanti risvolti penali.
Chi, con qualsiasi ruolo, dovrebbe attendere alla formazione di
questi bambini li usa spudoratamente per i suoi sporchi comodi, non riflettendo
sul fatto che sta generando un essere umano deforme, capace in futuro di
qualsiasi atrocità. Un essere che, non avendo conosciuto affetto e
rispetto, non sarà capace a sua volta di donare affetto e rispetto;
semplicemente perché non sa di cosa si tratti.
Il tutto nasce dall’impunità e dal pensare di poterla
passare liscia. A tutti questi orridi e reali orchi dico: “Basta!”
La pagherete molto cara; la vostra vita diverrà molto
amara. Vi conviene addirittura pregare perché non ci sia una vita dopo
la morte, altrimenti sarà persino peggio.
Il Dio della misericordia, infatti, che perdona tutti quelli che
si pentono sinceramente e si ravvedono, a proposito di quelli che toccano i
bambini ha letteralmente detto: “Chi invece scandalizzerà uno solo
di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo
una macina da mulino e sia gettato nel profondo del
mare”.
Non c’è dubbio che fra i “piccoli”
rientrino anche i bambini, i quali hanno in origine quell’anima candida
che più facilmente avvicina a Dio e che consente di scegliere
naturalmente l’amore e il bene, piuttosto che l’egoismo e il male.
Senza un briciolo di attenzione e di bene da parte di qualcuno,
questi piccoli non sarebbero mai nati; noi non saremmo mai nati.
Marina di Camerota 22 agosto 2019
“I primi saranno gli
ultimi”
Passando questi giorni al mare mi è
impossibile non essere colpito dalle donne che espongono il loro fisico (per
gli uomini non nutro interesse), ma ancor più da quelle che, essendo
veramente belle, non si danno arie. Poi ci sono quelle che non sono belle ma
espongono vistosamente le loro forme sovrabbondanti, per le quali nutro una
certa tenerezza. Infine, e fra questi anch’io, ci sono tutti quelli che
hanno la fortuna di essere apparentemente sani e che cercano più o meno
di darsi tono. Insomma, un mondo in mostra.
Ma in questi giorni c’è anche la crisi
politica del nostro Governo, durante la quale tutti, uomini e donne, cercano di
impressionare avversari e cittadini sull’essere più affidabili
degli altri.
Per associazione di idee mi sono poi venuti in
mente il mondo del lavoro, dove pure si lotta per il primato; quello dello
sport e persino quello ecclesiastico, non esente dal carrierismo.
In conclusione, buona parte degli individui cercano
di primeggiare e di occupare posizioni di un certo rilievo.
In questo panorama mi sono casualmente imbattuto
nell’affermazione di Gesù di Nazareth: “I primi saranno gli
ultimi e gli ultimi primi”.
Credenti o non credenti, è
un’affermazione degna di essere accolta; se non altro per il modo in cui
Gesù è morto e, per i credenti, ancor più per la sua
risurrezione. È
un monito valido per il passato, per il presente e, soprattutto, per il futuro
dell’umanità, qualunque esso sarà.
Quindi i primi non saranno le donne e gli uomini
più forti, i più aitanti, i più belli, i più
intelligenti, i più capaci, i più furbi; quelli in vetta alle
classifiche, primatisti mondiali o vincitori di coppa; i regnanti, i
presidenti, gli attori, i cantanti, e tutta la categoria dei primi.
È sconvolgente: essere educati a
primeggiare, lottare per tutta una vita e poi scoprire che non è questo
che ci condurrà a un’eternità beata.
Il peso di questa affermazione è simile a
quell’altra: “È più facile che un cammello passi per
la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei cieli”.
C’è poco da essere allegri; anzi forse
c’è da riflettere seriamente.
Tuttavia, la chiave di lettura di queste
affermazioni la si potrebbe trovare in un’altra frase, pure di
Gesù: “Se non sarete simili ai bambini non entrerete nel Regno dei
cieli”. Dunque, l’attenzione
si sposta da quello che si è o si vorrebbe essere alla semplicità
con cui si vive; quella dei bambini appunto.
Dunque, non è sbagliato essere belli, sani,
forti, primi e così via. Se la natura dona delle doti, queste non devono
essere mortificate, specie se si usano per il bene dell’umanità.
Quello che è sbagliato è sentirsi e
mostrarsi belli, sani, forti e primi; ancor più quando non lo si
è realmente.
In questo caso il primato diventa un pericoloso
orpello, che condurrà ineludibilmente al fondo della classifica dopo
brutti, storpi, poveri, affamati e depredati della dignità di esseri
umani.
Paese 10 agosto 2019
Siamo di fronte a un’ulteriore singolare
crisi di Governo della nostra Repubblica.
Innanzitutto, i due partiti che hanno formato il
Governo hanno vedute differenti su diverse tematiche; e hanno il difetto di
tendere ad estremizzare le loro posizioni, non essendo disposti affatto a
rivederle. Circostanza quest’ultima che cozza con l’intelligenza.
Essi avevano sottoscritto un programma di Governo
che, per quanto riguarda la causa scatenante della crisi, testualmente recita:
“Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci
impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell'applicazione
dell'accordo tra Italia e Francia”.
Inoltre, i due partiti di governo si erano
impegnati ad andare avanti fino alla fine della legislatura. Ma, la
caratteristica di non mantenere le promesse elettorali è tipica del
mondo politico. D’altronde, i tre precedenti Governi espressi dalla
sinistra sono sati affossati dalla stessa sinistra!
Volendo trarre delle conclusioni sulle prossime
elezioni, i politici devono tendere da una parte ad elevare il livello di
stupidità dei cittadini, dall’altra a irrobustire la loro faccia tosta.
Fin qui si tratta di opinioni comuni, ma
l’aspetto che volevo sottolineare è un altro. Questa crisi
scaturisce esclusivamente da fattori interni al nostro Paese o c’è
lo zampino di interessi esteri?
Innanzitutto, pare che fra i motivi della crisi abbiano
avuto un loro peso anche i sondaggi, che hanno accreditato la Lega di sempre
maggiori consensi.
Intanto, ragionando sui sondaggi, e per altri
aspetti sulle previsioni, c’è una macroscopica incongruenza. Il
piccolo commerciante o l’artigiano, specie se italiani, sono soggetti a
tutta una serie di obblighi, divieti e correlate sanzioni. Eppure, il peso
della loro singola infedeltà sulle sorti della Repubblica è molto
limitato. Considerata invece l’importanza degli effetti di sondaggi e
previsioni, ma anche dei mass media, su fondamentali aspetti economici,
politici e finanziari, a quali controlli sono sottoposti i soggetti,
perlopiù privati, che sfornano sondaggi, previsioni e notizie?
E dal punto di vista internazionale, chi trae
vantaggio dalla crisi? È quasi impossibile fare un’analisi
completa; sicuramente in moltissimi! È questa l’analisi che mi
piacerebbe fosse fatta per cercare di approfondire la questione.
D’altronde è in generale comprovata l’impropria ingerenza
degli Stati su importanti vicende degli altri Stati.
È una questione anticamente nota:
“Divide et impera”, che vuol dire: “Se vuoi governare
più facilmente, crea divisioni negli avversari”.
La triste conclusione è che ancora una volta
in questa vicenda ci perderanno tutti gli Italiani.
A corredo di questa opinione, che penso non
leggerà come al solito nessuno, richiamo uno scritto che inviai
all’Ansa il 10 gennaio 2013 in occasione di precedenti elezioni e che
è stato verosimilmente cestinato. Lo si può consultare in questo
stesso sito, nella sezione programma politico di un cittadino indipendente.
Paese 10 gosto 2019
In ottemperanza alla normativa europea si è
di fatto trasferita l’operatività on line sui conti bancari,
postali, ecc. sul telefonino. Si tratta di una decisione miope che non tiene
conto dell’estrema vulnerabilità dei telefonini rispetto ai
rimanenti supporti informatici e ha sottovalutato le truffe perpetrate
storicamente a danno dei risparmiatori in tutto l’universo finanziario e
tecnologico. Il telefonino infatti è tenuto costantemente acceso e
può essere oggetto di attacchi 24 ore su 24.
È dunque facile immaginare che nel prossimo
futuro andremo incontro a furti e truffe di ogni genere, dalle quali
sarà molto difficile difendersi. Specialmente quando questi attacchi partiranno
da Paesi lontani o che non cooperano nella lotta alla delinquenza. Speriamo
solo che l’Europa si faccia carico di rimborsare i consumatori,
considerato che questa nuova operatività questi l’hanno dovuta
subire senza poter di fatto difendersi.
Analogo discorso riguarda i bit-coin. Io non ho dubbi sul fatto che si tratti di una
fregatura. L’emissione di carta moneta da parte dei privati è
stata abbandonata da circa un secolo per i fallimenti e le crisi che
provocò!
Per i bit-coin,
come nelle catene di Sant’Antonio, si tratta solo di stabilire quando il
ciclo virtuoso s’interromperà e che ci rimetterà; rispetto
a chi, anonimamente, si arricchirà.
Paese 29 maggio 2019
Abbiamo…
Abbiamo estirpato dall’animo umano il
rispetto dell’altro.
Abbiamo favorito la diffusione delle
falsità.
Abbiamo inculcato nelle menti dei giovani
futilità e infruttuosità.
Abbiamo sostituito gli alti ideali con miraggi
rovinosi.
Abbiamo insegnato a confondere l’egoismo con
amore.
Abbiamo imparato a mascherare l’insaziabile
sete di denaro come attenzione per gli altri.
Abbiamo drogato le nostre menti per non guardare il
futuro.
Abbiamo …
Abbiamo, infine, ucciso la coscienza
dell’essere umano, non accorgendoci che senza di essa stiamo generando il
peggiore degli animali.
Eppure, non c’è da temere. Sarà il terrore ad ucciderci,
ponendo fine alla nostra sofferenza.
Non c’è da temere!
Salvo che ci dovessimo accorgere di aver perduto,
insieme a noi stessi, Dio.
Paese 11 maggio 2019
La chiave di volta
Per ciascun essere umano esiste una chiave di volta, un aspetto
fondamentale che indirizza specificamente la sua vita.
Normalmente, quando la maggior parte degli oratori parlano al
pubblico, inviano messaggi generici che non possono essere messi in pratica se
non da una parte dell’uditorio. In parole più semplici,
esemplificando, è possibile che qualcuno dica che è necessario
adoperarsi in qualcosa senza tener conto delle specifiche condizioni di chi
ascolta: ci possono essere persone limitate dalla malattia; altre che sono
improrogabilmente impegnate in altre attività; individui con problemi
impellenti da risolvere prioritariamente; e, soprattutto, ci possono essere
persone con aspirazioni diverse e che si realizzeranno seguendo solo le loro
personali caratteristiche intrinseche.
La questione diventa fondamentale perché, quando non si
è in grado di reggere il passo che gli altri vorrebbero che si tenesse,
non sempre è una questione di cattiva volontà o di disimpegno;
spesso può essere un obiettivo per il quale non si è portati e
non si è preparati, o che non coincide con le proprie aspirazioni e
caratteristiche personali.
Un esempio, tratto dal calcio, è dato dall’utilizzo
di uno dei più grandi calciatori viventi, Lionel Messi. Questi, non
essendo alto e di fisico possente, non viene impiegato come punta centrale
dell’attacco ma in una posizione un po’ più arretrata, non
fissa, che gli ha consentito in tal modo di realizzare un gran numero di
reti.
Dunque, la chiave di volta è individuare per quale attività
si è più portati, quale dà più intime
soddisfazioni, quale non richiede un impegno abnorme e, infine, quale è
anche utile al progresso dell’umanità.
Risultato che si ottiene esaminando se stessi e cimentandosi nelle
varie attività che si ritengono più alla propria portata.
Paese 11 maggio 2019
La terza dimensione
Vi sono due dimensioni che sono il fondamento della
vita biologica: nutrizione e riproduzione. Nella natura, negli animali e
nell’essere umano esse determinano ogni attività e comportamento.
Il primo istinto che si manifesta sin dalla nascita
è quello di nutrirsi, fino al punto da non curarsi affatto degli altri
esseri pur di soddisfare questo bisogno, necessario a garantire la propria
esistenza. Successivamente lo sfamarsi potrà essere in qualche modo
gestito, ma comunque continuerà a influire sulla vita personale e
sociale. Fino al punto che sarà sempre possibile che un essere distrugga
o fagociti un altro per fame.
Dopo il bisogno di alimentarsi, si manifesta
crescendo il desiderio sessuale, che corrisponde all’inconscia
necessità di assicurare la trasmissione della vita; e che diventa
così importante da condizionare in maniera determinante i comportamenti
individuali e sociali. Come il bisogno di cibo, anche il desiderio sessuale
può essere causa di efferata violenza.
Mentre nella natura circostante si uccide e si
combatte aspramente per fame e per l’esercizio della sessualità,
nella razza umana il discorso è più complesso perché i
comportamenti sono influenzati: a) dall’evoluzione mentale
dell’individuo; b) dalla conseguente capacità di elaborare
ragionamenti sul passato, sul presente e sul futuro; c) dall’ambiente e
dalle strutture sociali determinatisi nel tempo.
Comunque, anche per l’essere umano i moventi
più ricorrenti dei crimini sono riconducibili alla nutrizione o alla
sessualità, ma vi sono delle esigenze specifiche che le inglobano: a)
esercitare il potere (personale, politico, economico, culturale e sociale) e il
predominio; b) possedere in via esclusiva; c) ottenere il consenso e la lode
degli altri (non importa se spontanei o estorti); d) mania di grandezza. Non
dimenticando la sete di denaro, perché oggi il denaro consente di
soddisfarli tutti.
La storia umana da millenni è orientata da
tali bisogni, che sono la causa ultima delle innumerevoli uccisioni e violenze
perpetrate nei secoli e ancora quotidianamente oggi presenti.
Eppure, c’è una parte di
umanità che non rispetta tale canone e che non si comporta in maniera
violenta, pur soddisfacendo i propri bisogni. Se poi da questa togliamo quelli
che subiscono pur di poter sopravvivere, quelli che usano diplomazia e
intelligenza e, infine, i furbi, rimane ancora un ambito minoritario che,
assurdamente, è fuori dalle due dimensioni biologiche e dalla logica.
Lì incontriamo la terza dimensione, che
è costituita dal proiettarsi oltre la fine della vita biologica.
È presente nella storia umana, sin prima della nascita di Gesù di
Nazareth, l’idea che l’essere umano ingloba una componente
immortale, esente dalle necessità biologiche: “Dopo che questa mia
pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo
vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro”.
Dalla Bibbia, libro di Giobbe, cap. 19, versetti 26 e 27.
Successivamente, circa duemila anni or sono, Gesù
di Nazareth rivela pienamente Dio; e la sua essenza: Dio è Amore.
Conferma l’esistenza della Risurrezione, risorgendo Egli stesso dopo la
sua morte fisica, senza intervento di alcuno. Il fatto non può essere
negato, o perlomeno sottovalutato.
L’abnegazione sino alla morte di alcuni suoi
seguaci vissuti dopo di Lui, sino ad oggi, non può essere sorvolata.
Parliamo di gente semplice e talvolta senza istruzione che non ha corrisposto
affatto ai canoni della vita terrena e che induce a riflettere seriamente. Mentre
per fame, per il sesso e per il potere si uccide, in vista della risurrezione,
invece, uomini e donne sono vissuti in maniera straordinaria o si sono fatti
uccidere!
C’è dunque più di una speranza
che esista dopo la morte una terza dimensione, proiettata in
un’eternità non legata alle leggi naturali, e che i sentimenti
più elevati dell’animo umano non si estingueranno mai e troveranno
la loro piena soddisfazione in Dio.
Questa è la sorte di uomini e donne amanti
della verità e di Dio!
Paese 7 maggio 2019
Ogni essere, nessuno escluso, ha vissuto almeno un
momento in cui si è inconsapevolmente mostrato nella sua incomparabile
ed esclusiva bellezza.
Paese 10 febbraio 2019
Prostituzione e dintorni.
Nel 1971, sul giornalino “Il quadrifoglio”,
che aveva la denominazione del circolo culturale fondato con mio fratello e
altri amici, fu pubblicato un mio articolo: “Le donne, il motore del
2000”.
Prima ancora che si ricostituissero in Italia i
movimenti femministi, prevedevo che un grosso contributo al futuro
dell’umanità sarebbe stato dato dall’elemento femminile. Mi
era facile prevederlo perché mia madre e le mie sorelle avevano un ruolo
di primo piano nell’attività fotografica di famiglia, nonostante
che noi fratelli fossimo molto in gamba. All’epoca, poi, pure molte donne
della nostra popolosa cittadina, Battipaglia, erano valide e brillanti.
Avevo visto bene: le donne sono il motore del
duemila e continueranno ad esserlo, specie nei contesti più arretrati.
Eppure, a causa della mia giovane età non
previdi che il tessuto sociale, e quindi anche l’apporto delle donne, da
cui ero attratto per la straordinaria femminilità e per la naturale
disponibilità a costruire qualcosa di positivo assieme, sarebbe stato
influenzato negativamente dal modificarsi dei costumi, in particolare
nell’ambito sessuale.
Come quando si è innamorati, avevo valutato
solo i lati positivi e non anche quelli contrari, presenti in ogni situazione.
Non avevo previsto l’impatto epocale che
avrebbero avuto, a partire dalla metà del secolo scorso, la diffusione
dei contraccettivi, l’esasperata eroticità dei contenuti dei mass
media e l’incontrollata proliferazione della pornografia, di facile e
gratuita fruizione anche per i minori.
In particolare, la diffusione dei contraccettivi
aveva liberato le donne dal timore di gravidanze indesiderate;
progressivamente, poi, la conseguente maggiore possibilità di provare
piacere e la loro resistenza fisica hanno modificato a loro vantaggio le
potenzialità sessuali, prima vantate in prevalenza dagli uomini.
Contemporaneamente, l’esasperata
eroticità e la facile fruizione di video porno hanno contribuito a
ridurre progressivamente l’età delle prime esperienze sessuali
complete, che coinvolgono anche fanciulli.
In questo contesto, la baldanza mascolina tipica
dell’età adolescenziale e, purtroppo, i comportamenti indegni di
un certo numero di maschi adulti, hanno moltiplicato le occasioni in cui le
femminucce, specie quelle più belline e appariscenti, hanno precocemente
e in maniera ruvida la prima esperienza sessuale.
L’insieme di tali fattori e la stretta
interconnessione fra sessualità, psiche e comportamenti sociali hanno
finito per modificare gli stili di vita e si sono riflessi negativamente sugli
aspetti sociali (sfaldamento della famiglia; aumento degli omicidi a sfondo
sessuale anche da parte e nei confronti di minori; violenze, abusi e stalking;
diffusione sul web di foto e video da parte di minori, ecc.).
Spesso le giovani donne nella loro prima esperienza
fisica non vengono coinvolte come co-protagoniste, ma diventano semplici
oggetti degli ardori maschili, specie quando non sono ancora pronte. Questo
tipo di esperienza le fa sentire in qualche modo violate, fa perdere
l’innocenza infantile, inconsciamente ne cambia il rapporto con il mondo,
talvolta rende persino i loro occhi meno luminosi e, infine, le motiva a una
futura rivalsa. Ma, forse, la conseguenza peggiore è che molte assumono
consapevolezza che il loro corpo può essere utilizzato per ottenere
vantaggi nei confronti degli altri o come strumento di baratto.
Bisogna precisare innanzitutto che non si tratta
assolutamente di una colpa delle donne; anzi spesso sono gli uomini che danno
inizio a questa spirale. In secondo luogo, le considerazioni che precedono si
riferiscono a un momento statico mentre nella realtà, a seconda di
svariati elementi, i fenomeni sono più complessi e l’iniziativa
parte ora da un sesso ora dall’altro, talvolta dalla complicità di
entrambi. Infine, un’ulteriore modifica dei costumi è data dal
fatto che un sempre maggiore numero di uomini è oggetto di attenzioni
morbose da parte delle donne e, conseguentemente, è disponibile ai
baratti.
La conclusione del ragionamento è che le esperienze
sessuali, per i complessi meccanismi relazionali che comportano, finiscono con
il condizionare molti ambiti della vita sociale, spesso negativamente. Non si
tratta solo e sempre dell’offerta di una prestazione sessuale in cambio
di un vantaggio, ma di un meccanismo diffuso, in cui si è disposti a
fare e dare più o meno limitatamente in cambio di un qualcosa ritenuto
adeguato: si tratta di prostituzione vera e propria.
Per inciso, mi è ora sovvenuta
l’affermazione di un collega anziano in occasione del corso di formazione
che feci nel 1974 per essere assunto in un Istituto allora prestigioso:
“Ragazzi ricordatevi che siete venuti qui per lavorare e non per
prostituirvi”. Quell’Istituto è rimasto prestigioso fino a
quando quel principio non è stato disatteso!
Ritornando al nostro ragionamento,
l’emulazione che caratterizza la specie umana ha reso oltremodo comune il
fenomeno, fino al farlo diventare un meccanismo inconscio. Ci si prostituisce
senza nemmeno accorgersene e, sotto altro profilo, nessun ambito umano è
esente dalla prostituzione.
Come chi si droga abitualmente non si rende conto
dei crimini che commette per ottenere l’oggetto del desiderio,
cioè la droga, allo stesso modo molti, pur di ottenere lo scopo che
volta per volta si prefiggono, non si rendono conto dei loro comportamenti
sconclusionati, riprovevoli e deleteri, che esplicheranno i loro effetti nel
futuro.
Con l’aggravante che la prostituzione mina i
fondamenti della convivenza umana, l’impegno e lo spirito di sacrificio
dei singoli, il rispetto di se stesso e degli altri. Inoltre, essa impedisce
che alle posizioni di responsabilità vengano assegnati gli elementi
più meritevoli, diligenti e positivi per le sorti delle singole
istituzioni e dell’umanità.
Paese 7 febbraio 2019
Movimenti migratori e dintorni.
Viviamo nel tempo delle troppe parole. Il web e i social network
hanno accresciuto in maniera esponenziale la possibilità di esprimersi,
sia che si tratti di riflessioni, di circostanze che si conoscono o del frutto
di approfondimenti. Anzi, spesso si tratta di palesi falsità e di parole
che escono dalla bocca senza apporto mentale. Lo scopo non è quello di fonire un contributo di idee, quanto quello di esserci, di
congegnare le osservazioni in modo che colpiscano l’attenzione, di
crearsi un uditorio. Ancor più quando si ha l’interesse a
indirizzare le persone verso un’opinione o un’altra.
Su ogni argomento si sviluppa una becera contrapposizione, non
importa se con affermazioni false e prive di ogni fondamento. Dimenticando,
specie per l’autorevolezza di chi l’ha proclamato, che:
“Nessun contesto sociale può sussistere, se unicamente diviso e
contrapposto”.
Mi chiedo: “È un caso che in Italia stanno
letteralmente scomparendo i partiti di sinistra dopo che per ben tre volte la
sinistra ha fatto cadere suoi Governi (Prodi, Letta e Renzi)?”. Anche i
partiti dell’attuale Governo con continue e inopportune dichiarazioni,
frutto del tentativo di prevalere, alla lunga finiranno per stancare gli
elettori.
Il tema dell’immigrazione è uno di quelli per il
quale sono stati fatti innumerevoli commenti fino a determinare una confusione
tale che si è perso l’orientamento.
Forse si tratta del salvataggio di vite umane? Falso!
Il numero di esseri
umani che muoiono quotidianamente per fame e di stenti è di gran lunga
superiore, ma non c’è la stessa attenzione mediatica! Su queste
morti non c’è possibilità di guadagni e perciò non
ci sono stati interventi drastici e tempestivi come per l’immigrazione.
In un mio libro consultabile sul sito www.ominda.it,
“Nessuno e la vita. E tu?” (pagg. 132 e segg. e 143 e segg.), mi
sono occupato della necessità di un nuovo ordine mondiale teso alla
convivenza sociale, al rispetto della persona umana, alla proclamazione di
principi universali realmente condivisi e validi per tutta
l’umanità. Sono tematiche fondamentali, perché tendendo
alla giustizia sociale, mirano a eliminare alla base anche i massicci movimenti
dei popoli.
Tornando all’immigrazione, bisogna prendere in
considerazione tutti i fattori, senza trascurarne nessuno.
Innanzitutto, anche se tale affermazione potrà suscitare
scalpore e disaccordo, la salvezza delle vite umane dei cittadini stranieri,
per uno Stato civile non è necessariamente una priorità.
D’altronde, fuori dall’ipocrisia, quando vi sono eventi in cui in
una nazione estera sono colpiti cittadini di nazionalità diverse, non mi
risulta che le ambasciate dei singoli Stati si attivino per supportare tutte le
persone colpite piuttosto che i propri cittadini; salvo che se ne determini la
possibilità dopo aver aiutato i propri.
Compito di uno Stato è esercitare la sua sovranità
sia per garantire la legalità sia per custodire il modello sociale
iscritto nella Costituzione. La presenza sul territorio di uno Stato di
migliaia o di qualche milione di stranieri non comporta di per sé il
rinnegamento dei principi costituzionali. Inoltre, i principi costituzionali
che riconoscono attenzione verso le posizioni dei profughi, dei rifugiati e
dell’umanità sofferente non possono prevaricare i diritti
riconosciuti dalla Costituzione ai cittadini e il dovere dello Stato di
renderli fruibili. Diritti che hanno la loro corrispondenza nei doveri dei
cittadini a partecipare economicamente e socialmente alla vita nazionale.
È il contratto costitutivo dello Stato repubblicano! L’attenzione
verso i cittadini, specie in un periodo di lunga crisi economica, viene prima
delle istanze degli stranieri.
A livello di politica estera, poi, bisogna sollecitare
l’impegno degli Stati a favorire condizioni di vita dignitose in ogni
luogo della terra, evitando di vendere armi e di destabilizzare gli Sati non
strutturati civilmente ed evitando di favorire la corruzione ivi
dilagante.
Non si può poi negare che il tema dell’immigrazione
è così caro a molti perché vi sono enormi interessi
economici in gioco. Fino al punto che la delinquenza organizzata si è
infiltrata massicciamente nel condizionare negativamente questa indegna piaga
sociale, sia nel gestire i flussi migratori sia nelle fasi successive. Come non
si possono negare le condizioni di degrado in cui vivono gli immigrati, sia nei
centri di raccolta sia nella loro infima collocazione nel tessuto sociale, salvo
le poche eccezioni.
L’intervento delle associazioni umanitarie internazionali,
poi, non può che svolgersi nel rispetto dei vincoli della legislazione
nazionale. Non bisogna infatti dimenticare che nelle organizzazioni medesime,
oltre ai nobili fini umanitari, sono comunque presenti gli interessi economici
che purtroppo condizionano, e non sempre positivamente, tutte le
attività umane.
Dunque, alla fine, cosa fare? Innanzitutto, stabilire quale
percentuale delle spese statali debba essere destinata a sollevare le
condizioni dei cittadini in difficoltà e quale impiegare per assistere
gli stranieri. Dopo di che decidere qual è la maniera migliore di
impiegare i fondi.
Bisogna poi smantellare l’ipocrisia delle organizzazioni
europee e mondiali, che sono ispirate a grandi ideali, ma che operano in
concreto tutelando gli interessi di singoli di Stati e gruppi di potere.
Infine, non bisogna dimenticare un principio generale di buona
amministrazione: i fenomeni devono essere prima approfonditi e poi governati; piuttosto
che essere subiti e gestiti in maniera casuale e emotiva.
Paese 23 gennaio 2019
Nel mondo intero si sono sviluppati e sono operanti
fattori fortemente destabilizzanti del tessuto sociale, delle identità
territoriali e dell’economia. Fattori che minano il progresso
dell’umanità e costituiscono l’innesco per disordini,
violenze e conflitti locali e globali.
Si tratta di componenti (1) i cui effetti continuano a espandersi
in base all’utopica convinzione che si possa fare a meno di limiti e regole.
In vista dello spregiudicato arricchimento personale e da ciò che ne
consegue, si difende ipocritamente la libertà di agire per poter
manipolare milioni di esseri umani, indirizzandoli verso obiettivi e modelli
obiettivamente negativi: ne costituisce testimonianza la quotidiana cronaca
nera mondiale.
Il problema è reso ancora più
complesso da un’altra considerazione: oltre al potere politico sin qui
espresso storicamente dagli Stati, già di per sé imperfetto, sono
presenti ulteriori forme di potere sovranazionale alle quali di fatto è
consentito violare le norme, talvolta anche di rango costituzionale, cui sono
soggetti i cittadini e le istituzioni economiche e finanziarie tradizionali. Si
tratta di società finanziarie, economiche e commerciali di dimensioni
mondiali; dei gestori dei servizi informatici, tecnologici e energetici
nonché della delinquenza organizzata, spesso infiltrata
nell’economia e nella finanza.
(1)
Spregiudicatezza e mancanza di etica nel sistema finanziario e
nell’economia nel suo complesso; massiccia diffusione tramite i mezzi di
informazione e il web di immagini e contenuti diseducativi e di infima
qualità; assenza di condizioni minime di civiltà per intere
popolazioni, costrette a migrazioni spesso senza speranza.
Paese 28 ottobre 2018
Annuncio qui la mia cancellazione da Facebook.
E’ il primo passo verso il progressivo
abbandono di quei sistemi che, nel renderti un servizio, entrano
fastidiosamente nella tua vita e cercano di condizionarla, piegandola ai loro
insaziabili appetiti commerciali.
Sono felicemente sposato, fra qualche giorno da
quarantaquattro anni, prima perché lo promisi solennemente, poi
perché mia moglie non mi ha dato mai un fastidio così fine,
subdolo, ripetitivo e insistente come questi sistemi automatizzati.
Provo meraviglia nell’osservare che molti
hanno mandato a quel paese mogli e mariti per molto meno e sopportano
passivamente una così indebita ingerenza nella propria vita!
Paese 28 ottobre 2018
Ieri è stata diffusa la notizia che in una
sinagoga degli Stati Uniti, un Paese in cui il libero commercio delle armi vale
più di centinaia di vite umane barbaramente spezzate, sono stati uccisi
da uno squilibrato otto ebrei. (1)
Io sono un italiano, fortunato e fiero di essere
tale. (2)
Ciò premesso, io mi dichiaro ebreo, mi
dichiaro componente di ogni villaggio, di ogni popolo, di ogni etnia, di ogni
nazione e di ogni Continente di questa terra e dell’Universo intero.
Nessuna violenza è giustificata o giustificabile solo in base
all’appartenenza a un gruppo umano.
(1) Per inciso, è davvero strana la mente degli squilibrati e
dei presunti tali. Gestiscono con una certa avvedutezza altri aspetti della
loro vita, salvo a divenire diabolicamente intelligenti quando si tratti di
sfogare la loro violenza sugli altri! C’è qualcosa che non mi
convince; anche se sono consapevole che la loro meschina condizione non
è attribuibile solo alla loro responsabilità.
(2)Fino al punto che legherei comunque la
cittadinanza italiana ad un solenne giuramento di adesione a una Nazione che fa
del rispetto della persona e della ricerca dell’equità e della
giustizia il suo primo obiettivo. Ne conseguirebbe che con apposita legge
costituzionale tutti a una certa età dovrebbero giurare fedeltà a
tali principi; che si perderebbe la cittadinanza per gravi crimini contro la
persona, il patrimonio pubblico e la vita sociale; che sarebbero precisati i
presupposti per ottenere la
cittadinanza da parte di cittadini stranieri e un limite percentuale di questi
rispetto ai cittadini propri, anche per nazionalità, che non potrebbe
essere superato in nessun momento.
Paese 17 ottobre 2018
Signore, Gesù Cristo, la tua venuta al
mondo; la tua vita; il comando di amare Dio e di amarci come tu ci hai amati;
l’ordine di mangiare il tuo corpo e bere il tuo sangue donati in
sacrificio per tutti e per la remissione dei peccati; la tua passione e morte;
la tua risurrezione; il tuo rivelarci un Dio, Padre Misericordioso e Amorevole,
e solo tale, sono troppo grandi!
Nemmeno la più ardita fantasia umana ha mai
immaginato una realtà così eccelsa.
E nemmeno la più efferata e feroce
malvagità di questo mondo può minimamente compararsi con la
grandezza della proposta redentiva che tu hai rivelato e offerto
all’Universo.
Tu ci hai dimostrato che il male e la morte, alla
fine, non trionferanno!
Gloria a Te, al Padre e allo Spirito Santo.
Paese 28 giugno 2018
La Bibbia è un libro straordinario ma non
sempre immediatamente fruibile, soprattutto nella parte ebraica, che precede la
nascita di Gesù di Nazareth. Infatti in essa sono presenti diverse
sezioni che presuppongono un minimo di cultura. Ad esempio, la descrizione
della creazione del mondo e dei primi esseri umani, Adamo ed Eva, non ha
valenza scientifica e rispecchia le conoscenze dell’epoca in cui fu
scritta.
Vi sono però delle parti, in cui si
rappresentano con diversi stili letterari i sentimenti umani, che hanno
un’attualità e una valenza eccezionali.
Nel descrivere poi la storia del popolo ebraico,
sono riportati fatti straordinari e incredibili, come quelli che riguardano
Elia e altri profeti, Mosè e l’esodo dall’Egitto, e
così via. Episodi tanto straordinari da essere razionalmente e
obiettivamente poco credibili.
Solo per come è vissuto e morto Gesù,
per la Sua Risurrezione, per i Suoi richiami a quegli episodi e, infine, per i
fatti straordinari che dopo la Sua venuta si sono verificati nei secoli, fino
ad oggi, si può considerare che gli avvenimenti prodigiosi della storia
del popolo ebraico siano realmente accaduti.
Paese 18 maggio 2018
Dal Vangelo
secondo Giovanni 17,1-9
In quel
tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo,
disse: “Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo
perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere
umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che
hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo
l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con
quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho
manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li
hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte
le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a
me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono
uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego
per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi”.
Premesso che sono convinto che i commenti sui
singoli passi debbano comunque tener
presente dell’insieme e della coerenza complessiva della Sacra Scrittura,
mi impressiona molto l’ultimo versetto: “Io prego per loro; non
prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono
tuoi”. Nei versetti successivi Gesù specificherà che
faranno parte dei suoi anche quelli che verranno dopo di lui e crederanno.
Tuttavia sembra evincersi chiaramente che ci sarà una parte del mondo
che non lo seguirà e che andrà perduto.
Non è auspicabile trovarsi in
quest’ultima parte!
Paese 5 aprile 2018
Da dove origina lo sfacelo del nostro Paese?
Dalle modifiche introdotte nell’educazione dei bambini e
della gioventù dalla fine degli anni sessanta (dal 1966 circa) in
poi.
Da notare che, a differenza di oggi, la formazione era curata e condivisa a
livello civile, scolastico, religioso e ludico. In altre parole, i criteri
educativi e i valori positivi erano generalmente condivisi. Quando ciò
non avviene si creano danni: è notorio che messaggi educativi in
contrasto fra loro sono inefficaci e producono confusione.
Negli ultimi decenni la situazione è ulteriormente
peggiorata per il trasferimento nel nostro Paese, sia per la globalizzazione
sia per l’immigrazione clandestina, di migliaia di persone senza che sia
stato minimamente curato un ordinato inserimento nel nostro tessuto sociale.
Non è che l’indottrinamento degli anni successivi sia
stato tutto sbagliato: è difficile che in ogni manifestazione umana ci
siano solo positività o solo negatività.
Verso la fine degli anni sessanta, però, furono rimossi
alcuni capisaldi della formazione individuale, necessari e indispensabili per
la costruzione di una società ispirata agli alti valori civili della
nostra Costituzione repubblicana.
Negli anni precedenti, infatti, era innanzitutto suggerita la
verifica quotidiana degli effetti dei propri comportamenti: “Quali sono i
risultati delle mie azioni di oggi su me stesso, sugli altri e su ciò
che mi circonda?” Negli ambienti religiosi si parlava di esame di
coscienza.; sebbene si eccedesse in analisi di aspetti e dettagli talvolta
insignificanti.
Per rendersi conto di tale circostanza, è sufficiente
osservare, o immaginare, il comportamento di chi agisce sempre e solamente in
base ai propri istinti. Ciò che per natura fanno gli animali, i quali
non si chiedono se i loro comportamenti sono etici o meno.
Un secondo
fondamento era: l’assunzione delle proprie responsabilità. Erano
favoriti l’emergere della verità, il riconoscimento dei propri
errori e la refusione dei danni provocati. Circostanze che la società
civile ha radicalmente sovvertito, premiando la falsità e i
comportamenti ambigui. L’assunzione di responsabilità, oltre a
rendere la vita sociale meno complicata, rafforzava la personalità e
l’autostima dei singoli, anche quando occasionalmente colpevoli di qualche
danno.
Il terzo fondamento era: tener presente che ciascuno è
destinatario sia di diritti sia di doveri. In nessun contesto, come invece
avviene oggi sia a livello sociale che privato, un individuo poteva comportarsi
badando solo ai propri diritti, riducendo la società civile ad una specie
di buffet in cui si prende solo quello che fa comodo e piace. Far parte di un
qualunque ambito sociale significa essere portatori di diritti e doveri, che
vanno ugualmente considerati.
Riepilogando, se si vuole costruire una società civile,
bisogna che nei suoi componenti vi siano perlomeno:
a) la verifica periodica dei propri comportamenti
in rapporto a se stessi, agli altri e al mondo, sulla base dei principi
fondanti della convivenza umana;
b) il coraggio di ammettere i propri sbagli, i
quali sono una componente ricorrente e ineludibile di ogni esistenza, e di
impegnarsi a rifondere i danni provocati;
c) la consapevolezza che il vivere insieme comporta
diritti e doveri, che vanno messi sullo stesso piano.
Paese 21 marzo 2018
Non se ne può più. Non ne posso più! Bisogna
interrompere questa spirale di male senza fine che sta connotando il mondo.
Maledetto ogni essere umano, me compreso, quando è
portatore di falsità, ingiustizia e violenza: gli si blocchi la lingua,
il cervello, gli arti.
Benedetto chi riesce a fermarsi un attimo prima, chi non si fa
corrompere, chi cambia radicalmente la sua vita. Ciò che può
avvenire solo con l’aiuto di Dio.
A questi: pace, serenità e prosperità.
Paese 8 marzo 2018
Ho bisogno di fare un po’ di chiarezza su un aspetto che mi
ha interessato particolarmente da quando “Cicciolina” fu eletta in
Parlamento. Premetto che cerco di ispirarmi sinceramente alla Fede cristiana,
aggiungendo che ci sono degli aspetti da chiarire quanto ai diritti e ai doveri
dei cittadini; non dei cittadini italiani, ma di quelli di tutti i Paesi.
Il punto focale è: “Può uno straniero essere
eletto alle massime cariche elettive di uno Stato, godendo dei relativi
vantaggi?” La domanda associata è: “Chi deve essere
considerato cittadino a pieno titolo di uno Stato?”.
Regna un’enorme confusione, generata dalla esagerata
volontà di curare i propri interessi a discapito di quelli nazionali e
dall’infimo valore della gran parte dei politici.
La legge fondamentale di uno Stato è la Costituzione; in
essa sono indicati i principi che ne regolano il funzionamento. Ciò
significa che per legiferare è necessario, ancor prima, stabilire dei
principi. Più i principi sono universali, cioè riconosciuti da
tutti, più sono validi.
Bisogna però considerare che la Costituzione, cioè i
principi, vanno adeguati al mutare del tempo, perché alcuni di essi,
validi quando sono stati scritti, potrebbero non esserlo più a distanza
di decenni (globalizzazione; sviluppo dell’informatica e del web;
appartenenza alla comunità europea; potere delle multinazinali,
ecc.).
E’ difficile stabilire quali principi confermare e quali
modificare. Una soluzione potrebbe essere sottoporre a referendum confermativo
della popolazione tutti gli articoli del nuovo testo della Costituzione
predisposti dal Parlamento, essendo approvati solo quelli che raccolgono il 70%
dei consensi degli elettori (non dei votanti).
La materia che mi interessa, la cittadinanza, dovrebbe dunque
essere regolata da principi costituzionali.
Ricordo che un vecchio articolo del Codice civile, ora svuotato
della sua efficacia, prevedeva che il cittadino straniero avesse gli stessi
diritti e doveri del cittadino italiano, a condizioni di reciprocità. A
condizione cioè che i cittadini italiani avessero le stesse prerogative
nello Stato dello straniero. Già questo era un punto di riferimento.
Quanto all’elezione di uno straniero c’è da
chiedersi: a) su oltre cinquanta milioni di cittadini non ci sono persone
ugualmente degne di essere candidate? E nei confronti dei quali si commette una
grave offesa? b) E’ giusto che uno straniero goda di privilegi e di
appannaggi particolari, rispetto al cittadino nazionale, non dipendenti dal suo
impegno lavorativo personale ma da un meccanismo perverso – e incostituzionale,
anche se i giuristi non riescono ad ammetterlo! - che impedisce che ci sia una
relazione diretta fra voto espresso e candidati eletti? c) Sono previsti limiti
al numero di stranieri che possono essere eletti in Parlamento o è
possibile candidarne quanti se ne vogliono, con le relative ovvie conseguenze?
Il problema non è italiano e va affrontato riferendolo alla
generalità degli Stati. In questo modo ci si accorge subito
dell’assurdità della soluzione attuale. Analogamente alla
cittadinanza.
Al punto in cui siamo forse è necessario prevedere una
cittadinanza piena, di cui bisogna stabilire i requisiti, diritti e doveri; e
anche la perdita del requisito a fonte di specifici reati. E una cittadinanza
temporanea di cui analogamente stabilire i dettagli che, con il passare del
tempo e altre condizioni, fra cui la condivisione dei principi costituzionali,
può divenire o una cittadinanza piena o essere revocata. In questo
processo regolamentare, inoltre, dovrebbe confluire anche “il voto degli
italiani all’estero”, che presenta seri aspetti dubbi e
problematici.
Paese 6 marzo 2018
Elezioni politiche del 4 marzo 2018.
Ancora una volta si moltiplicano i commenti farneticanti al voto
senza che si riesca a prendere atto della realtà. Innanzitutto, bisogna
considerare che l’alta affluenza alle urne esprime un voto ancora
più significativo delle precedenti occasioni. In secondo luogo, non
è normale che sia stata punita pesantemente una maggioranza nel corso
del cui governo c’è comunque stata un’inversione di tendenza
della crisi. Cosa è accaduto? Io penso che la gente comune si sia
stancata di pagare degli amministratori pubblici, eletti e non, che
diffusamente non meriterebbero i soldi che prendono; soprattutto quando non
c’è nessuna relazione fra i loro congrui appannaggi e la
situazione drammatica di molte famiglie. Non si tratta solo della crisi
economica ma del fatto che, anche essendo storicamente persone oneste e
dignitose, non si riesce ad accedere ad alcun posto di lavoro degno di questo
nome. Mentre molti farabutti ci sono riusciti.
Ora, il problema centrale è questo: bisogna ridurre gli
appannaggi di tali soggetti, se non direttamente prevedendo altre tre/quattro
aliquote progressive per l’Irpef sulle persone fisiche per le fasce
superiori ai 60 mila euro (salvo a concedere una detrazione per il doppio dei
contributi INPS versati per persone a cui danno lavoro). D’altronde, se
questi geni della pubblica amministrazione sono veramente tali non avranno
problemi a lasciare il loro posto di lavoro per prestare la loro opera altrove;
se troveranno chi è disposto a ricompensarli così profumatamente!
Io penso che se i “Cinque Stelle” non riusciranno a
ridimenzionare drasticamente i costi della politica (locale, nazionale e
europea), perderanno presto i consensi ricevuti.
Paese 17 giugno 2017
Dio non ti punisce per i peccati (cioè per il male fatto a
Lui, a te stesso e agli altri). Ma ti premia quando, convertendoti (cioè
modificando radicalmente il tuo modo di essere), esprimi con umiltà la
grandezza di cui Lui t’illumina.
Paese 12 giugno 2017
Mamme, state tranquille! Secondo molti educatori nemmeno
Gesù, l’uomo che ha cambiato il corso della storia, da bambino
sarebbe stato esente da deficienze. Tranquille, sono molti gli educatori che si
comportano da deficienti.
La falsità e il dichiarare il falso sono il peggior cancro
dell’umanità. Molto più del cancro fisico, che pure conduce
in diversi casi alla morte.
Dopo che sono fallite tutte le altre forme di governo, il
fallimento della democrazia è sancito da almeno due elementi
fondamentali.
Innanzitutto, chi gestisce il potere non lo fa per spirito di
servizio, ma per mero interesse.
Di fatto, poi, chi gestisce il potere è ingabbiato
dall’apparato burocratico e dalle spinte “sindacali” delle
diverse categorie.
Insomma, a influire in maniera determinante sule sorti del futuro
non sono solo i politici, ma i tanti poteri, occulti e palesi, che indirizzano
i gruppi di interesse, l’economia, la finanza e i costumi delle
masse.
Paese 15 aprile 2017
Se la storia ha dimostrato che è possibile costruire uno
Stato multirazziale, è pura utopia uno Stato multiculturale, in cui
dovrebbero cioè convivere tradizioni completamente diverse rispetto a
quelle autoctone. Specie quando, come accaduto prima del secondo conflitto
mondiale e continua ad accadere nella nostra epoca, perdura la crisi
economico-finanziaria e non vi sono sufficienti risorse e possibilità di
lavoro per i cittadini e gli immigrati.
Paese 6 febbraio 2017
Il tempo continua a essere piovoso e sento il bisogno di
movimentare questa giornata con qualcosa di umoristico.
Uomini, sapete qual è il segreto per far felice una donna?
Basta non essere stronzi.
E voi, donne, sapete qual è il segreto per far felice un
uomo?
Basta non essere stronze come gli uomini.
Non ho esperienza di omosessualità ma, da quello che mi
sembra di aver capito osservando le coppie omosessuali maschili e femminili, in
questi casi il segreto potrebbe essere, invece, essere stronzi; ma solo nei
confronti del partner.
Paese 30 gennaio 2017
Ai veri “diversi” di questo tempo, a quelli
cioè che vivono nella normalità; che quando si tratta di
danneggiare gli altri volutamente si fermano, e talvolta si fanno da parte; a
quelli che non hanno avuto il tempo di farsi belli e di farsi ammirare; agli
stanchi e sfiduciati perché hanno dato troppo; a quelli che si sono
accontentati piuttosto che depredare gli altri; ai tanti anonimi normali di
questa terra, a cui non è piaciuto organizzarsi per gridare nelle
piazze; a quelli che si sono sacrificati per il bene del mondo; io esprimo il
mio personale e smisurato grazie! Di gente come voi San Paolo diceva: “Di
loro il mondo non era degno”!
Paese 30 gennaio 2017
I tragici eventi terroristici, le indicibili violenze e le aspre
conflittualità politico-sociali di questi ultimi tempi confermano quanto
è sempre avvenuto nella storia umana. Essi evidenziano ancora una volta
che togliere i freni inibitori all’essere umano tende a renderlo
più feroce delle bestie. E mostrano ulteriormente che, senza
equità e giustizia sociale, non è possibile la convivenza
pacifica di razze, culture e religioni diverse. Quando c’è
un’anomala distribuzione della ricchezza, come nella situazione attuale,
è normale che le masse tendano ad addossare le colpe su categorie di
persone e non sui veri responsabili, che sono due volte colpevoli:
perché si arricchiscono in maniera anomala e perché dirottano su
gruppi di individui facilmente riconoscibili le loro personali
responsabilità. In tutto questo processo coloro che gestiscono i mass
media e i mezzi di comunicazione sociale, e la gran parte di quelli che vi
collaborano, hanno grandi colpe. Nel Vangelo si dice di queste persone che:
“Gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo
del mare”!
Paese 21 marzo 2016
Il futuro dell’umanità dipende in larga parte dalla
volontà dei singoli di rinunciare coscientemente ad esercitare parte di
tutta la libertà di cui potrebbero disporre. Oggi, purtroppo, è
di moda il contrario: pensare esageratamente a se stessi, fregandosene delle
conseguenze. E’ un atteggiamento sconsiderato che porterà molti
alla rovina.
Paese 21 marzo 2016
Quando una persona è presa totalmente da un’idea o
una passione diventa come un muro di gomma. Fintanto che rimane in quella
situazione non la si può distogliere in alcun modo. Nemmeno se le
passasse sotto gli occhi un angelo o si presentasse l’occasione della sua
vita sarebbe in grado di accorgersene.
Paese 14 febbraio 2016
E’ mai possibile che in un’epoca come la nostra, in
cui siamo proiettati verso il progresso determinato dalle nuove e
inimmaginabili scoperte scientifiche, in campo sociale lo sviluppo del mondo
è frenato da teorie obsolete e da ipocriti stili comportamentali che
lo intrappolano
inesorabilmente. Nemmeno dai templi della cultura, le Università, si
levano voci autorevoli per denunciare questa contraddizione e per formare
adeguatamente le nuove generazioni. D’altronde anche la ricerca
universitaria è piegata alle logiche dell’economia e della finanza
spregiudicata, piuttosto che al progresso.
Mi riferisco in particolare ai seguenti aspetti che, peraltro, non
costituiscono le uniche aberrazioni.
1) La finanza: mai possibile che oggi, anche dopo
le recenti e ripetute crisi, l’economia mondiale e gli scambi commerciali
sono ancora in balia delle scommesse effettuate in borsa senza che vi sia alcun
collegamento con l’economia reale (quella che produce beni e servizi) e
per mera speculazione? Per quest’ultimo fine non bastano le bische
clandestine e i casinò, piuttosto che le Borse valori? E’
difficile poter capire che oggi si può condurre una guerra o
un’azione terroristica nei confronti di un soggetto economico o un Paese
solo movimentando disordinatamente masse di denaro in Borsa?
2) I soggetti economico-finanziari: mentre per il
singolo individuo la regolamentazione diventa sempre più condizionante,
per i soggetti economici le possibilità di movimento sono illimitate.
Infatti, un gruppo societario può essere costituito da dieci, cento,
mille e, insomma, infiniti altri soggetti, senza alcun limite, né
numerico, né di spazio e tantomeno d’identità certa.
Ciò, insieme al fatto che i principi contabili applicati per i bilanci
non sono omogenei e che le società di rating sono soggetti privati
significa semplicemente una cosa: non è possibile assolutamente
conoscere la reale situazione di bilancio di un gruppo societario. Chi, come
me, si è trovato a esaminare attentamente il bilancio di una singola
azienda, sa che occorre tempo per verificare che a fronte delle singole voci di
bilancio vi siano effettivamente le quantità dichiarate. Figuriamoci
quando si tratta di gruppi con numerose società sparse in tutto il
mondo, collegate a società fiduciarie e spregiudicati operatori
finanziari. Tanto più che è ancora possibile, come nel 1930,
prima dell’avvento dell’elaborazione elettronica dei dati e del
web, approvare i bilanci ad aprile anziché a gennaio di ogni anno.
3) Il singolo individuo: la dichiarazione
universale dei diritti umani, in cui sono confluite le precedenti conquiste in
materia, è stata ampiamente svuotata del suo significato. Oggi il cittadino
non è più un essere umano, ma un consumatore e come tale è
censito e codificato in una miriade di servizi, a pagamento o gratuiti, che ne
controllano le attività e, specie sul web, subdolamente ne influenzano
scelte e consumi. Anche a livello scolastico è enfatizzato lo scopo di
fornire operai e impiegati alle aziende, piuttosto che formare individui liberi
e pensanti. La normativa sulla privacy, ora è chiaro, non è
servita a tutelare i singoli quanto le aziende che ne detengono i dati. La
pubblicità, poi, nonostante le Authority a ciò preposte, è
eccessivamente invasiva anche quando si tratti di prima infanzia o di prodotti,
quali i farmaci, che assunti in maniera impropria potrebbero avere effetti
peggiori del fumo.
4) L’ipocrisia: se l’ipocrisia è
stata la causa indiretta della morte del più autorevole rappresentante
della razza umana, Gesù di Nazareth, oggi essa rischia di diventare
l’arma di distruzione di massa dell’intera umanità. Tutti i
conflitti e i fenomeni diffusi di delinquenza organizzata (terrorismo compreso)
sono alimentati dal fatto che anche chi dovrebbe rappresentare l’ordine e
la legge (Singoli Stati, Capi di Stato e di Governo, politici, magistrati e
gestori del potere) agisce con ipocrisia e falsità. In tal modo si certifica,
a vantaggio dei guerrafondai e dei delinquenti, che lo Stato di diritto e
l’applicazione della giustizia sono utopie; e che il diritto
internazionale, che dovrebbe regolare i rapporti fra Stati, non funziona
affatto.
Paese 3 febbraio 2016
Va maturando in me la convinzione che non è Dio a punire;
nemmeno quando si pecca! Il pensare
il contrario, infatti, non è coerente con il fatto che Dio ha mandato
Suo Figlio a soffrire e a essere crocifisso per noi. Invece di farlo soffrire
atrocemente, avrebbe potuto distruggerci!
Senza poi dimenticare che la storia di Gesù non termina con
la morte, ma con la risurrezione! E, dunque, è proiettata, e proietta
anche noi, verso l’eternità.
La rivelazione di Dio contenuta nell’Antico Testamento della
Bibbia (quello che si riferisce a prima della venuta del Cristo) è
limitata. Solo Gesù ha mostrato l’autentica essenza di Dio:
l’Amore.
Tutto l’Antico Testamento dovrebbe essere riletto alla luce
di questo nuovo annuncio, oltre che delle reali conquiste scientifiche fatte dall’umanità
nel tempo. La Bibbia non è un’enciclopedia scientifica, ma un
libro morale.
Il male che ci capita quando pecchiamo non è la punizione di
Dio, ma il risultato delle nostre azioni sconclusionate. Quando, infatti,
agiamo da stupidi o da sconsiderati, alla fine sono le leggi che regolano il
mondo a punirci. Nella vita di questo mondo regna in ogni momento un ordine
scientifico, sociale e morale; ogni volta che ce ne allontaniamo ne subiamo le
conseguenze.
Sino a che non si crea un nuovo ordine che le rendano possibili,
ci sono azioni che vanno compiute secondo criteri precisi.
Ciò precisato, non mi è del tutto chiaro come agisca
il demonio; so solo che Gesù lo definì il principe di questo
mondo. Uno, dunque, che ha un grande potere, ma non l’ultima parola.
L’ultima parola spetta a Dio il quale, e questo è da considerare
attentamente, interviene nella misura in cui è invocato per cambiare,
anche contro le leggi fisiche, la storia dei singoli e della
collettività.
C’è di più. Se Dio non punisce i peccatori,
dall’altra parte ricompensa quelli che sinceramente credono e si affidano
a Lui con il dono del Suo Spirito: il che significa vivere bene con se stessi e
gli altri come altrimenti non si potrebbe; in qualunque situazione!
Paese 29 novembre 2015
Speriamo
che questo della Misericordia sia l’anno buono perché i cristiani
possano finalmente capire che Gesù non è venuto per portare la croce
all’umanità e ai singoli esseri umani, ma per dimostrare che la
croce può essere vinta!
Le croci di questo mondo sono opera del
diavolo; Gesù ha mostrato la strada per vincerle! Non importa quanto
siano pesanti e per quanto tempo (comunque breve in rapporto
all’eternità) bisogni sopportarle!
Paese 29 novembre 2015
Signore, non importa se non ho saputo
sfruttare le doti di cui ero dotato, se non ho saputo far emergere e fruttare i
talenti che mi hai dato e se, guardandomi indietro, mi accorgo di quanto bene
avrei potuto fare rispetto ai tanti mediocri che guidano questo mondo. Non
importa se, verso la fine della mia storia, mi ha accolto la Tua infinita
misericordia e ho incontrato di nuovo Te.
Paese 19 novembre 2015
Raramente chi non sa gestire le proprie finanze è capace di
proteggersi sufficientemente nei rimanenti ambiti della vita. Se, infatti, non
è capace di salvaguardare un capitale anche minimo, la cui perdita
è misurabile con una semplice operazione aritmetica (e di capire che non
può spendere più di cui dispone), figuriamoci se riuscirà
a convincersi della pessima qualità delle altre relazioni, cosa non
immediatamente valutabile.
Paese 8 luglio 2015
Negli anni settanta, quando avevo vent’anni, fondai a
Battipaglia, con mio fratello e alcuni amici, il circolo culturale “Il
Quadrifoglio”. Fu un’esperienza breve ma positiva. Pubblicammo
anche un giornalino con lo stesso titolo. Fra il 1971 e il 1972 pubblicai due
articoli, il primo intitolato “Guerra al cancro”, l’altro
“Le donne: il motore del duemila”. Il primo fu ispirato dalla morte
prematura, avvenuta qualche anno prima, di un caro amico per un cancro al
cervello. Andai a trovarlo nell’ultimo periodo e la massa tumorale aveva
già sfigurato il suo bel volto. All’epoca era una malattia poco
nota, di cui non si doveva persino parlare pubblicamente. La si chiamava
“una brutta malattia”. Questa cosa m’infastidiva e decisi di
documentarmi. Trovai un libro intitolato, appunto “Guerra al
cancro”, e siccome le sue tesi, poi dimostratesi esatte, erano
condivisibili nell’articolo usai lo stesso titolo per parlare chiaramente
della malattia e del poco che allora si poteva fare per combatterla:
intervenire immediatamente ai primi possibili segnali. Il secondo articolo,
quello sulle donne, esprimeva la mia sincera e convinta ammirazione, tuttora
presente, per il mondo femminile, prevedendo in qualche modo l’evoluzione
del ruolo della donna che si è registrata negli anni successivi. Ancora
non si erano diffusi i movimenti femministi, che non ho condiviso; come tutti i
movimenti che difendono le prerogative di una categoria e non l’essere
umano nella sua interezza.
A distanza di oltre quarant’anni, questa premessa mi
è utile a introdurre un’altra convinzione, che si va formando nel
mio intimo in un momento in cui il mondo è sull’orlo di un grosso
baratro: la distruzione della persona e dei fondamenti della convivenza umana.
Ebbene, mi sto convincendo sempre di più che: “Il mondo
potrà essere salvato solo dalle donne”.
Ora che esse stanno uscendo dalle condizioni in cui erano
relegate, sempre di più emerge un fascino unico, fatto di un corpo e una
psiche belli, solidi e straordinari. Bisogna però uscire dalla
confusione e da un’errata impostazione che si va diffondendo rapidamente:
questo fascino può salvare il mondo solo se, invece di essere
indirizzato alla svendita dell’immagine femminile e alla sete di potere e
di carriera delle donne e allo scimmiottare gli uomini, sarà indirizzato
alla diffusione della verità e alla costruzione di un mondo di pace,
più universale, equo e vivibile per tutti.
Paese 9 giugno 2015
Nel funzionamento del mondo, c’è qualcosa che mi
sfugge.
Lo schema classico, secondo cui c’è chi si assume la
responsabilità, comanda e organizza e, dall’altro lato, chi
esegue, è stato superato. Lo stesso accade anche nella più
piccola cellula sociale, la famiglia.
Eppure, quando concretamente si vuole costruire qualcosa, ancor
oggi si deve continuare a fare ricorso all’autorità, a un
progetto, al coinvolgimento di chi deve eseguirlo e, infine, al puntuale
rispetto di quanto programmato; sebbene rivisto continuamente in vista
dell’obiettivo finale.
Perché, a livello sociale, lo schema non funziona?
E’ una domanda importante, che non si focalizza tanto sulla
bontà dell’impostazione. Alla fine, qualunque metodo è
buono se, in maniera lecita, consente di raggiungere il risultato.
La domanda sottintende un dato di fatto, che diventa la questione
essenziale: il mondo e le organizzazioni sociali non funzionano correttamente.
Su quest’affermazione c’è poco da discutere, se
ci si guarda intorno con sguardo distaccato e obiettivo. Il non essere
d’accordo vuol dire che ci sono elementi di distrazione, tali da falsare
la percezione della realtà.
Ciò premesso, analizzando il problema iniziale, arrivo a
una conclusione già emersa in altri miei scritti: si sono determinate
situazioni nuove e dei vuoti di potere, sfuggiti di mano.
Partiamo dalla famiglia, perché forse è più
semplice capire. Il compito di educare spetta in primis ai genitori, sempre che
abbiano l’intenzione di assumersene l’onere. Comunque, diamo per
scontato che sia così.
Ebbene, nella realtà, i genitori sono del tutto impotenti
in questo loro compito. Anche quando la loro impostazione fosse corretta, sui
figli si concentra tutta una serie di stimoli, che li sottrae, di fatto, alla
loro autorevolezza. Ci sono altri ambienti (famiglie, conviventi, unioni di
fatto, asili e scuole, altre lingue e culture, centri religiosi, associazioni
varie), sollecitazioni (musica, televisione, cinema, mass media,
pubblicità, libri, mondo virtuale e web) ed esperienze, che non sono
sotto il loro controllo.
Anche in passato era così, ma la differenza sostanziale
è che oggi ambienti, sollecitazioni ed esperienze sono infiniti e senza
alcun governo.
Lo stesso fenomeno si ripresenta a livello mondiale. Ci sono
numerosi fattori, sottratti a qualunque controllo o anche solo a un efficace
coordinamento, che si ripercuotono negativamente sull’andamento del
globo. Penso al potere delle multinazionali, della delinquenza e del terrorismo
internazionale, della finanza d’assalto; dei venditori di armi, di
energia e materie prime, ma l’elenco potrebbe essere più lungo e
dettagliato.
In generale, quando un fenomeno non è governato, è
lasciato al libero arbitrio. Il che significa che è orientato lo stesso,
ma in maniera confusa e secondo le più spregiudicate mire
dell’interesse, individuale e di gruppo.
Già altre volte ho proposto delle soluzioni ma, forse, sono
andato troppo avanti. Ora mi fermo qui, sperando di sollecitare una riflessione
e una presa di coscienza collettive.
Nessun problema può essere affrontato, e risolto
efficacemente, se prima non ci si convince della sua esistenza.
Paese 11 gennaio 2015
Con l’esperienza di oltre sessant’anni, in maniera lucida
e convinta affermo, senza dubbio alcuno: “Piuttosto che ascoltare le
quotidiane e spudorate falsità del mondo, è meglio, e fa vivere
più felici, il rivolgersi all’apparente pazzia e
all’incomprensibilità di Dio, rivelata da Gesù di
Nazareth”.
Paese 25 ottobre 2014
In Italia stiamo vivendo un’epoca particolare, in cui spesso
capita di avere a che fare con persone che sono al posto sbagliato, e di cui
bisogna stare attenti a seguire le indicazioni.
La mancanza di imparzialità e di onestà intellettuale,
insieme alla corruzione, hanno provocato gravi anomalie nell’attribuzione
dei ruoli: nei diversi settori è difficile incontrare persone che siano
veramente competenti, diligenti, motivate a fare bene, oneste.
Questa situazione, se da una parte aumenta il merito dei pochi che
s’impegnano quotidianamente, dall’altra crea un problema serio: non
ci si può affidare ciecamente anche a chi si fregia del necessario
attestato professionale. Bisogna allertare il proprio senso critico, fare
confronti con altre opinioni, verificare la veridicità di quanto viene
rappresentato. Insomma, una bella fatica per chi ha la sensibilità e la
capacità di farlo.
Se, finita la seconda guerra mondiale, si è cercato di
basare i rapporti sulla fiducia, come elemento essenziale per la convivenza e
la crescita, ora che la credibilità è venuta meno, bisogna
rieducare intere generazioni al rispetto per se stessi e per gli altri (che non
significa essere fessi), per poter avviare una nuova fase di sviluppo.
Paese 9 ottobre 2014
E’ un po’ di tempo che
penso alla rivolta dei giovani che a Hong Kong chiedono democrazia.
Mettendo da parte gli ideali e gli
idealismi, che solo raramente orientano la storia, e concentrandoci
sull’interesse economico, sulle mire di potere, sulla tendenza naturale a
credersi più capaci degli altri, spesso strumentalmente, non convincono
le critiche del mondo occidentale verso la chiusura del Governo cinese nei
confronti delle aspirazioni giovanili.
Mi sbaglierò, ma dopo aver
costatato la pessima situazione in cui sono ridotte le moderne democrazie, vedo
solo ipocrisia e interesse.
Nel tempo i governi occidentali hanno
sensibilmente limitato l’esercizio della democrazia nei loro Paesi. Se vi
avessero creduto davvero, avrebbero dovuto moltiplicare le occasioni di
partecipazione dei cittadini alla vita pubblica (specie con i mezzi informatici
oggi a disposizione), ma così non è stato. Non solo, ma è
stato ampliato il già ingiustificabile divario fra chi ha posizioni di
vertice e il comune cittadino.
A me pare che sia cambiato solo il
nome, ma fra l’attuale democrazia, la monarchia e le altre forme di
governo non vedo grandi differenze: solo agli appartenenti alla
“nobiltà repubblicana” sono riservati i migliori posti di
lavoro, quelli pagati meglio e una maggiore considerazione dello Stato, persino
nei tribunali.
Allora mi chiedo se sia davvero onesto
schierarsi a sostegno dei giovani di Hong Kong, o non sia piuttosto necessario
adoperarsi per migliorare la democrazia all’interno dei singoli Stati.
Non sarebbe meglio, poi, dire ai
giovani asiatici la verità: “Se state realmente combattendo per un
futuro migliore, non importa il tipo di governo che c’è, ma le
qualità morali e la lungimiranza di coloro che lo rappresentano”.
“La vostra civile protesta è strumentalizzata da pochi individui
che mirano non a cambiare realmente, ma a raggiungere rapidamente le posizioni
di potere”.
E’ una fase che abbiamo
già avuto in Italia nel ’68. I contestatori, arrivati al potere,
si sono comportati peggio di quelli che criticavano!
Il futuro può essere modificato
solo con il contributo di tutti, secondo un percorso morale, suggerito in
passato e troppo presto abbandonato: a) tendere ciascuno a migliorare se
stesso; b) estromettere dalle posizioni di potere coloro che hanno la pretesa
di essere più capaci degli altri e pensano esclusivamente a soddisfare i
propri capricci.
Nessun essere umano ha prerogative tali
da superare quelle di tutti gli altri: da solo non potrà mai costruire
nulla di veramente buono e duraturo.
Paese 9 agosto 2014
Una degli attributi più belli e straordinari che può
esprimere l’essere umano, è l’intelligenza: il voler
apprendere, capire e ragionare sempre più ampiamente; ma
l’intelligenza perde il suo vigore e diventa inutile quando si tratta di
considerare l’altrui dolore e la sofferenza.
Molto di più esprime l’amore.
Marina di Camerota 31 luglio 2014
Il periodo di assenza da questa rubrica è dovuto al fatto
che ho ripreso in mano il libro: “Quello che Nessuno ha capito della vita”. Mi sono reso conto che
necessita di molti interventi per renderlo più fruibile. Per la fretta
di vederlo pubblicato, infatti, non mi sono accorto dei refusi e non ho curato
molto l’esposizione. Ci sto lavorando e ho completato la prima fase. Una
seconda avrà inizio in prosieguo.
Nel frattempo alle problematiche già esistenti nel mondo se
ne sono aggiunte delle nuove: la guerra nella striscia di Gaza;
l’instabilità dell’Ucraina, con la conseguente contrapposizione
fra la Russia, da una parte, e Stati Uniti ed Europa dall’altra;
l’instabilità dei territori arabi in cui sono stati spodestati i
regimi tirannici. Abbiamo, inoltre, le crisi umanitarie dovute alle migrazioni
dall’Africa alle coste europee e alle malattie endemiche di quel
continente; il temuto default finanziario dell’Argentina; la situazione
insostenibile del debito pubblico degli USA; il perdurare della crisi economica
di molti Paesi europei, ma l’elenco sarebbe molto più lungo.
Giunto a un’età matura, mi è difficile pensare
che sia tutto casuale. Comincio a pensare che il Mondo sia in balìa di
spregiudicati e potentissimi centri d’interesse economico, che
influiscono sulle nomine dei politici internazionali e ne indirizzano pesantemente
l’attività.
Non sarebbe altrimenti possibile che la gente comune si accorge
dei guasti e dell’origine degli stessi, e non se ne accorgono gli
specialisti delle istituzioni internazionali e i Capi di governo.
I registi nascosti, e non, di un tale sfacelo devono perlomeno
sapere di essere stati smascherati e che, soprattutto, la vita stessa
presenterà loro un conto salatissimo; come è avvenuto per tutti i
grandi malfattori dell’umanità.
Essi, poi, devono sperare che Dio non esiste. Perché, se
Dio esiste e non si affideranno alla Sua infinita misericordia, la loro
presunta onnipotenza gli potrà costare molto cara.
Paese 28 aprile 2014
Istantanee del viaggio con mia moglie a Medjugorie,
dal 24 al 27 aprile.
C’incontriamo con il pullman nei pressi di Trieste, verso le
12,45, e lo seguiamo con la nostra auto.
Inizia, poi, il lungo viaggio: breve attraversamento del
territorio Sloveno; superamento della dogana Croata e dell’esteso tratto
autostradale della Croazia, durante il quale non s’incontrano
insediamenti umani; l’attesa alla dogana Bosniaca, quando
s’è fatto già buio, e gli ultimi quaranta chilometri di
strada per giungere a Medjugorie.
Arriviamo, concitati per il ritardo, all’Hotel Sole verso le
21,00, per sistemarci e cenare.
La mattina dopo ci svegliamo alle 5,30, facciamo colazione, e ci
spostiamo in pullman di alcuni chilometri per incontrare, dopo più di
un’ora di interminabili preghiere, Viska, uno
dei veggenti. Il suo volto è raggiante. Riferisce dei messaggi ricevuti
dalla Madonna, indirizza baci affettuosi alla folla di pellegrini, dei quali
diversi abitudinari di Medjugorie, che le
corrispondono. Inizia il suo lungo silenzio per la preghiera personale con la
Madonna e segue la benedizione finale di un sacerdote. Subito dopo viene
celebrata la Santa Messa che, in un
ambiente sovraffollato e mentre eravamo già stanchi, non abbiamo gustato
appieno. Appena finita la celebrazione io e mia moglie siamo scappati via verso
il pullman che ci aspettava.
Ho capito una prima cosa: ciascuno arriva a Dio, e si relaziona
con Lui, in maniera assolutamente personale e con una sensibilità
propria. A me non piacciono le preghiere lunghe e interminabili, la mielosità nelle relazioni, le Messe poco essenziali.
Ma ciascuno di noi è diverso e ha diritto di esserlo. Forse quello che
conta è l’altruismo che riesce a esprimere; e la reale e
straordinaria presenza di Dio!
Facciamo un giro per il centro, non ci piacciono l’apparato
commerciale e i tanti negozi che vendono ricordini.
Pranziamo in albergo, e intessiamo le prime più solide
relazioni con il gruppo cui eravamo abbinati, e con la capogruppo Annalisa.
Sono subito caduti i nostri pregiudizi e le chiusure nei confronti degli altri.
Ma, cosa ancora più straordinaria, l’apertura senza condizioni
è stata a percepita da tutti gli altri.
Dopo il pranzo, siamo saliti in preghiera alla collina delle
apparizioni. E’ indescrivibile, bisogna provare. Mai visto un sentiero
così aspramente sassoso. Grossi sassi di dimensioni e forme diverse, ora
tondeggianti, ora piani e ora taglienti che, invece di agevolare il cammino,
diventano un pericoloso ostacolo, anche a causa dell’umidità del
luogo; ridiscendere è ancora più rischioso che salire. Risultato: anche persone che avevano difficoltà
a camminare sul terreno piano sono salite e scese indenni. E c’era
qualcuno anche a piedi scalzi!
Dopo cena, ai piedi della stessa collina, pressoché al
buio, abbiamo partecipato alla suggestiva apparizione della Madonna al veggente
Jakov, in un clima di partecipata preghiera; seppur
disturbato dalla ricerca di una sistemazione strategica dei tanti pellegrini e
da coloro che, superficialmente, si ostinano a fotografare ogni cosa. Noi
eravamo a circa venti metri dal veggente, ma non abbiamo potuto cogliere gran
che, salvo un clima di grande pace e la visione di una girandola di luce nelle
nubi sopra la nostra testa. Era un po’ come quella dei laser che talvolta
s’innalza dai locali notturni; ma non si percepiva da dove partisse la
luce.
La mattina dopo, ancora molto presto, siamo partiti per la
più impegnativa salita del monte della croce. Pensavo che
l’impegno si riferisse solo alla maggiore altitudine rispetto alla
collina delle apparizioni, invece no. Sempre presenti i sassi, resi ancora
più viscidi da una fastidiosa pioggerellina.
Mi sono convinto che la croce posta su quel monte nel 1933 sia
stata il preludio a tutto quanto si è poi sviluppato in questa frazioni
di Medjugorie: sì sperduta in un remoto ambito
d’Europa e del Mondo, ma ricca d’intensità religiosa.
Dopo la discesa, ancora una volta incredibilmente indenne, il
gruppo si è diviso. Una parte è tornata in albergo a cambiarsi e
a ricomporsi, fra cui io e mia moglie, l’altra è andata a Messa.
Verso l’ora di pranzo ho visto tornare i nostri amici che erano andati a
Messa inzuppati d’acqua fino all’inverosimile. Un improvviso e
consistente scroscio d’acqua ha divelto le timide difese di cui pure
erano provvisti: si sono fatti un bagno così imponente che è stata
immediata l’associazione con un vero e proprio battesimo.
Nel pomeriggio siamo andati alla comunità di Suor Elvira.
Due ragazzi, segnati da precedenti dipendenze, ci hanno raccontato le loro
storie, confermando le mie convinzioni in materia e facendomi capire che,
quando si raggiunge lo stato più profondo del degrado, l’effetto
più immediato e diretto è la rottura totale delle relazioni con
gli altri: quando si cade in quella condizione, non è possibile
più comunicare con alcuno e si può arrivare a compiere qualsiasi
crimine. Il metodo pedagogico utilizzato dalla comunità è
essenziale e concreto, quanto straordinariamente efficace: se individui il
problema di fondo, è possibile anche trovare soluzioni adeguate.
Dato che la mattina seguente saremmo partiti, abbiamo partecipato
alla Messa prefestiva serale in lingua Croata. Se la Messa celebra la presenza
reale di Gesù Cristo nell’ostia consacrata, tutto il rimanente
è relativo; il linguaggio non è un ostacolo. La presenza di
persone di razze e lingue diverse accresce il valore e la bellezza del rito.
Dopo la Messa, insieme ad una folla di altri fedeli, ci siamo fermati per la preghiera di
guarigione all’aperto. Oramai al tramonto, il sole faceva finalmente
capolino tra le consistenti nubi della giornata. Qualcuno del nostro gruppo mi
ha invitato ad osservarlo per scorgervi delle particolarità: il disco
sembrava roteare. Io l’ho appena percepito e non sapevo se ciò era
dovuto all’effetto dell’abbagliamento o ad altro. Ho notato
però che il sole prima è sceso normalmente dietro una nuvola ma
poi è rimasto nella stessa posizione, poco più su della linea
dell’orizzonte, per più di qualche minuto.
Infine la cena; e la notizia che l’indomani mattina avremmo
avuto la colazione alle 4 e la partenza alle 4,30!
Mi sono imposto di passeggiare per un’oretta per potermi
addormentare subito. Al ritorno, dietro la Chiesa, ho visto un’altra
marea di gente in silenziosa preghiera per l’Adorazione del Santissimo
(l’ostia con la presenza di Gesù): mi sono fermato ed è
stato un momento di grande pace e serenità.
Ci siamo svegliati poco dopo le tre, abbiamo fatto colazione e
siamo partiti.
Abbiamo superato più agevolmente il confine Bosniaco e
abbiamo ripreso il viaggio sul lungo tratto Croato. Dopo circa due ore e mezza
ci siamo fermati in autogrill, per salutare molto affettuosamente i nostri
amici. Insieme abbiamo vissuto dei momenti di spensieratezza e felicità.
Infine, io e mia moglie abbiamo proseguito da soli il viaggio di ritorno,
lasciando dietro di noi il pullman.
Comunque, pur se distratti dalle tante contrastanti
sollecitazioni, a Medjugorie abbiamo vissuto
un’esperienza particolare.
Castelfranco
Veneto 14 aprile 2014
Molti uomini e donne si prostituiscono, fisicamente e moralmente,
perché in tal modo gli si riconoscono le ricompense che essi ritengono
adeguate all’opinione che hanno di sé e ai servigi che prestano.
Questa riflessione induce a due altre considerazioni.
Da una parte, bisogna concludere che il mancato riconoscimento dei
meriti obiettivi e la mancanza d’imparzialità nei giudizi hanno
come effetto indiretto quello di indurre la gente a prostituirsi.
Dall’altra, che il complessivo processo educativo non
funziona: gl’individui rinunciano alla loro dignità individuale a
prezzo troppo basso. Con estrema facilità si arriva a sdoppiare la propria
personalità a seconda che si agisca in pubblico, in privato o,
addirittura, in circostanze determinate. Troppo facilmente si finisce per
legare la propria autostima solo ed esclusivamente ai vantaggi economici che si
riescono ad ottenere; senza badare ad altro.
Paese
12 aprile 2014
Nessuno può arrivare a vivere tutte le esperienze della
vita.
Pur affannandosi, non c’è una sola persona che possa
minimamente assaporare e sperimentare tutto ciò che c’è da
conoscere e vivere sia nell’Universo sia nello sconfinato mondo delle
relazioni con gli altri esseri.
Ciò dimostra inequivocabilmente quanto siano importanti le scelte
che si fanno e quanto sia importante educare alla grandezza piuttosto che alla
mediocrità; che può finire per diventare l’unica esperienza
della vita!
Mediocrità e grandezza che non si misurano con il denaro,
ma con quanto di positivo si costruisce, o si tenta di costruire, dentro di
sé e intorno a sé.
Paese 21 marzo 2014
Ogni azione e ogni decisione hanno sempre due serie di effetti: i
primi, immediati, evidenti e definiti; i secondi, distribuiti nel tempo e molto
spesso di ampia portata e non sempre individuabili.
Nelle decisioni importanti è bene soffermarsi a considerare
anche i risvolti futuri.
Paese 21 marzo 2014
Con la cosiddetta spending
review, espressione straniera che non gradisco molto, il Governo italiano
è attualmente impegnato a rivedere e razionalizzare la spesa pubblica.
Si ridurranno le spese ritenute inefficienti per impiegare i fondi a favore di
alcune componenti socio-economiche che ora è più impellente
sostenere. Tale politica di razionalizzazione della spesa è avveduta, ma
non basta.
In tal modo, infatti, si causerà comunque la riduzione dei
consumi di alcuni beni e servizi e l’aumento di altri: si
ridistribuirà il reddito, ma la ricchezza nazionale si
modificherà solo marginalmente.
Razionalizzare la spesa vuol dire creare una cultura positiva nei
singoli, nella collettività e in tutte le componenti affinché a
fronte di un esborso vi sia un adeguato ritorno economico.
Per incrementare i consumi bisogna aumentare la quantità di
denaro in circolazione nel nostro Paese. Considerata la priorità della
riduzione della spesa pubblica, bisognerebbe da una parte abbassare il costo
del Debito Pubblico e dall’altra aumentare le esportazioni.
A tal fine è necessario abbassare il costo finale dei
nostri prodotti, pur mantenendo un elevato standard di qualità. In
particolare, è necessario ridurre al minimo i costi (energia, tasse,
burocrazia) che incidono sulla produzione, specie quando le imprese creano
posti di lavoro. Bisogna, poi, valorizzare i nostri prodotti e promuovere una
cultura della qualità.
Infine, è urgente intervenire per fare in modo che la
finanza speculativa non possa ripercuotersi sui prezzi dei prodotti e non goda
di maggiori vantaggi economici rispetto alla produzione di beni e alla finanzia
non speculativa.
Paese 2 febbraio 2014
Ci dobbiamo preparare alla prossima campagna elettorale. Non deve
essere più possibile che per l’ennesima volta i politici ci
vengano a raccontare, con una spudorata faccia di “bronzo”, le loro
falsità. Vogliamo avere notizie documentate sulle relazioni che hanno
con il nostro territorio locale, sulla loro preparazione culturale, sui loro
legami sentimentali e economici, sui loro redditi recenti e passati e su cosa
hanno sinora costruito di concreto. Poi ci devono dire chi è il loro
capo; qual è il loro livello di autonomia; cosa si propongono sia il
loro partito sia essi stessi. Infine, ci devono dimostrare la loro
credibilità: non con riferimento al futuro, ma al passato!
Paese 2 febbraio 2014
La Costituzione Italiana recita nella sezione “Principi
Fondamentali quanto segue (testo ricavato dal sito della Presidenza della
Repubblica).
Art. 1 - L'Italia è una Repubblica
democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al
popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2 - La Repubblica riconosce e garantisce i
diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni
sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento
dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3 – Tutti i cittadini hanno
pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la
libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4 - La Repubblica riconosce a
tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano
effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le
proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una
funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società.
La lettura di questi articoli, si badi
bene, facenti parte dei Principi Fondamentali e quindi di quelli assolutamente
non derogabili, sconcerta. E’ troppo evidente il contrasto con la
realtà! Solo per fare un esempio, basta pensare che, secondo questi
articoli, non è accettabile che un politico o un alto funzionario
pubblico percepiscano compensi stratosferici e all’opposto ci siano
cittadini in difficoltà estreme, tali da spingerli alla prostituzione,
alla delinquenza, al suicidio! Quello che mi chiedo è: “Ma tutti
coloro ai quali direttamente o indirettamente la stessa Costituzione e la Legge
affidavano la tutela dei principi costituzionali (Organi dello Stato, Politici,
Magistrati, Cultori del Diritto, Alti Funzionari Pubblici) perché, oltre
a incassare regolarmente gli appannaggi assegnati per le funzioni che
svolgevano, non si sono mai attivati concretamente per impedire che si
approvassero e proliferassero tutti quei provvedimenti che contrastano con i
principi sopra enunciati?”.
Bisogna concludere che non hanno
funzionato i meccanismi di selezione che hanno portato a posizione di vertice e
di responsabilità moltissimi degli attuali gestori del potere.
Attenzione, non appartengo ad alcun movimento politico, si tratta solo di
semplici e incontrovertibili constatazioni.
Il problema, però, è di
portata ben più ampia e profonda: alla difesa dei principi si è
sostituito l’interesse personale e di gruppo. E’ accaduto quello
che accade alle coppie che si dividono: l’esclusivo interesse personale
viene anteposto a quello della coppia stessa e dei figli. Non solo; non si
è trattato di comportamenti isolati, quanto di coscienze formate a
perseguire il proprio esclusivo tornaconto piuttosto che grandi ideali!
Paese primo febbraio 2014
L’odierna sentenza di condanna di Amanda Knox e Raffaele Sollecito
pone tutta una serie di questioni. Innanzitutto mi auguro che si tratti di una
sentenza giusta: se così non fosse, la sua severità sarebbe
persino peggiore dell’omicidio perpetrato nei confronti di Meredith. La
vicenda, poi, richiama alla mente altri delitti orrendi (Novi Ligure, Garlasco,
Avetrana e molti altri ancora) in cui i presunti assassini sono sempre giovani,
uomini e donne. Dietro questi delitti non ci sono solo le responsabilità
personali dei soggetti coinvolti, ma anche quelle morali di tanti individui che
hanno combattuto aspramente l’educazione al rispetto dell’altro e
alla moderazione dei propri istinti. Negli anni cinquanta (1950-1960 circa)
nelle scuole elementari si studiava il libro “Cuore” di Edmondo De
Amicis e s’insegnava la cosiddetta regola d’oro di Gesù:
“Tutto quanto volete che gli altri facciano a voi, fatelo a loro”.
Il che implica il non fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a
noi.
Troppo semplicisticamente ambedue i riferimenti sono stati
abbandonati perché ritenuti eccessivamente pietosi e legati a sentimenti
religiosi.
All’educazione al rispetto è stata progressivamente
sostituita la determinazione a realizzarsi e a soddisfare i propri esclusivi
capricci. Il risultato che si è ottenuto è il seguente: mentre,
un tempo, si operava una distinzione fra tutti i pensieri che passavano per la
mente, scartando quelli che
dovevano rimanere pure fantasie mentali, in seguito è stata esasperata
la realizzazione del proprio tornaconto e dei propri desideri più
fantasiosi: la realtà è arrivata a superare la fantasia.
Un tempo, nel nostro Paese delitti così efferati,
soprattutto compiuti da giovani, erano rarissimi.
C’è una responsabilità morale precisa di
quelle persone che hanno contribuito a far sì che, a un progetto
educativo che era magari da implementare, si sostituisse il “non
progetto” che ci ha condotto ai nostri tristi giorni.
Responsabilità morali che implicherebbero quanto meno una pubblica
ammenda e un’azione redentrice di revisione delle proprie convinzioni.
Ciò non avviene perché molte di queste persone
devono il loro successo all’aver sempre cavalcato, tempo per tempo, le
mode vigenti, senza discernere fra il costruire e il distruggere. Essi non
conoscono, o hanno ignorato, il proverbio che recita: “Chi semina vento,
miete tempesta”.
Spero per queste persone e per tutti i violenti che Dio non
esista!
Tuttavia, a ristoro delle vittime e degli innocenti che hanno
sofferto inganni e soprusi di ogni genere, io spero e credo che Dio esiste; e
che la sua Misericordia si estenderà solo su quelli che si ravvedranno e
pentiranno dei danni provocati a se stessi e agli altri.
Senza dimenticare che si è molto più responsabili
del male fatto agli altri che di quello che si fa verso se stessi.
Battipaglia 3 agosto 2013
A circa dieci anni di distanza dall’avvento del terzo
millennio, si comincia a prospettare sempre più pressantemente la
necessità di interpretare con un orizzonte mentale nuovo i tempi che
stiamo vivendo. Con molta attenzione bisogna discernere quanto, sia del passato
che del presente, va mantenuto, difeso e promosso e quanto abbandonato,
contrastato ed eliminato. Non si tratta di principi astratti, ma di poter
sopravvivere a questi tempi spalancando la propria mente e ritrovando energie
nuove per costruire per sé e per i propri figli un futuro sereno e
vivibile: non è possibile che il denaro sia posto alla base di tutto;
non è possibile vivere ingurgitando le immani fandonie che raccontano i
mass media, il web compreso; non è possibile vivere senza limiti. A
questo mondo, forse, c’è solo una cosa senza limiti: la
stupidità!
Paese 2 giugno 2013
Oggi, mentre nel nostro Paese si continua a festeggiare
solennemente la Repubblica, ci si è dimenticati del presupposto stesso
del sistema repubblicano: la pari dignità dei cittadini. Anzi la
maggioranza di coloro che rappresentano lo Stato e il potere pubblico
quotidianamente rinnega questo principio. Ha favorito la costituzione di due
nuove classi sociali, che si sono sostituite a quelle tradizionali: i potenti e
i senza diritti. Tale è la prerogativa di tutti i sistemi non
repubblicani!
Battipaglia 16 maggio 2013
Nel rifarmi vivo dopo un po’ di tempo, in cui ho portato a
compimento un libro che avevo in progetto, volevo rammentare a me e a voi di
sorridere. Che pena passeggiare, incontrare le persone e non poterle salutare.
Se l’economia andrà ancora male e chi gestisce il potere
continuerà a ingozzarsi, arriveremo prima o poi alle catastrofi sociali.
Ma, se ciascuno di noi non è capace di esprimere e regalare nemmeno un
sorriso, ci arriveremo molto prima.
Paese 24 dicembre 2012
Auguri a tutti.
E’ venuto il momento di ritornare all’unico messaggio
che ha sconquassato, illuminandola, la storia umana da circa 2010 anni.
Messaggio vero, perché è stato pagato a caro prezzo; autentico,
perché comprensibile a tutti quelli che prendono un
mano il Vangelo per leggerlo con un cuore libero e sgombro da pesi.
C’è gente che crede alla fine del mondo prevista dai Maya,
alle stronzate che raccontano politici e tecnici, alle montature di stampa,
televisione, internet e giornali; e non riesce a credere che l’unica
nostra salvezza è Gesù Cristo (ebreo; vituperato ed ucciso dai
suoi connazionali e dai nostri antenati romani; offeso da cattolici e non
cattolici; riseppellito, da duemiladieci anni, ogni
giorno che è passato dopo la sua morte).
La sua colpa? Credere (e morire per questo) che l’unica
legge che possa far funzionare, non solo questo Mondo, ma tutto
l’Universo sia l’Amore. Ebbene, se devo augurare a me stesso e a
Voi tutti qualcosa per la ricorrenza della Sua nascita: “Che possiamo
credere intimamente in Lui, per poi cercare di vivere intensamente almeno un
istante del Suo Amore. Quello che, nel rispetto totale di se stessi e degli
altri, porta a desiderare il bene; prossimo, futuro e anche oltre il
futuro!”.
Auguri !
Paese 3 novembre 2012
A questo mondo non c’è depravazione, turpitudine,
lordura, sfrenatezza, crimine o atrocità, che non sia stata già
redenta dal sacrificio e dalla Croce di Cristo. Quanto alla redenzione
personale, concreta e definitiva, essa dipende unicamente dalla libera adesione
di ciascuno a Gesù Cristo, tramite un sincero pentimento, l’atroce
tormento interiore che porta anche ad accettare la giusta pena per i misfatti,
l’ardente desiderio di ritornare ad essere finalmente liberi
interiormente.
Paese 27 settembre 2012
Il mondo è un contenitore in cui convivono, nello stesso
istante, le nuove vite portate dalle donne incinte e la morte dei vecchi e dei
malati senza speranza; il preparare da mangiare, il curare i malati, il
lavorare per costruire un futuro di progresso e, contrapposti, il morire di
fame, la violenza fisica e psicologica,
il distruggere e l’operare iniquamente, la disperazione. Nello
stesso istante vi sono persone che si amano e si odiano; che con tenere e
intense effusioni si scambiano affetto, generando talvolta la vita, o che usano
i loro corpi esclusivamente come strumenti di piacere insaziabile, fino ai
limiti estremi. Persone che danno la loro vita per gli altri, e persone che
senza motivo offendono, violentano, uccidono. Esseri umani in vendita o che
comprano, a pezzi o interi, altri loro simili. Pace e guerra. Amore e
sopraffazione. Persone che dormono, che attendono ai loro bisogni corporali,
alle loro occupazioni mentali e intellettuali; persone che riescono a
soddisfare le loro più intime aspirazioni e esseri che lottano per
cercare di arrivare vivi al giorno seguente. Persone nella cui mente passano i
più disparati pensieri, ricordi, emozioni. Gente che vive senza pensare
e senza consapevolezza e menti che cercano di scoprire l’essenza della
vita. Gente che studia cercando la verità e gente che diffonde menzogne.
Giustizia ed ingiustizia, pomposità e concretezza, apparenza e sostanza,
normalità e anormalità, splendore e squallore. Giorno e notte,
sereno e pioggia, vento e tempesta, bellezza e violenza della natura. Fiducia
nell’esistenza di un mondo futuro oltre la morte, di Dio, e conseguente
preghiera fiduciosa e, contrapposte, il credere nella definitività della
morte e l’assenza assoluta di speranza. Presente e passato o attesa del
futuro.
Tutto questo, e altro ancora, è il mondo in ogni istante.
Questo e altro siamo noi in ogni momento.
Noi, consapevoli o no; noi che possiamo decidere di vivere, e come
vivere questo istante. Noi di fronte a noi stessi e agli altri; di fronte a
questo mondo che pullula di vita e a un Universo sconosciuto in continuo
movimento; di fronte al nulla o di fronte a Dio. Tutti coinvolti nello stesso
misurabile istante o forse, piuttosto, tutti inseriti in una dimensione senza
spazio, senza tempo e senza limiti, di cui ancora non sappiamo e non abbiamo
capito niente.
Siamo troppo poco perché la mia intelligenza non cerchi di
innalzarsi verso di Te per cercarti, o Dio!
Per cercarti per la mia strada, l’unica che mi ha finora
convinto: vita, parole, coerenza, sofferenza, morte e Risurrezione di
Gesù Cristo, l’ebreo nato circa duemila anni fa e disconosciuto da
molti e persino dai suoi connazionali.
Circostanze storiche, quest’ultime, che aumentano e
confermano il mio credere in Lui.
Paese 26 settembre 2012
Da tempo siamo di fronte a diverse emergenze planetarie: fame,
miseria; mancato rispetto dei diritti irrinunciabili della persona; commercio
di armi e di esseri umani; guerre, terrorismo e devastazioni; assenza di etica
nell’economia, nella finanza e nel commercio; distruzione e mancata
tutela dell’universo in cui viviamo.
Sono tematiche fondamentali per la sopravvivenza e la
qualità della vita umana; eppure sino ad oggi non è stato fatto
nulla di significativo e di concreto per correre ai ripari.
Come sosteneva qualcuno già negli anni sessanta del secolo
scorso, sarebbe necessario un supplemento di anima, una nuova coscienza, nuovi
e più grandi ideali da parte di tutti.
In tale attesa, ci si può solo muovere su due versanti oggi
fortemente critici del nostro più limitato ambito sociale.
In primo luogo, si tratta dell’eccessiva distanza che si
è originata fra coloro che gestiscono il potere ed il resto dei
cittadini, fra chi comanda e chi esegue, quasi come se si trattasse di due
precise e distinte classi sociali. I primi godono di guadagni sproporzionati,
ma ancor più del privilegio di non dover rendere conto a nessuno e di
non essere responsabili di niente. Persino nelle aziende, per le quali la
dottrina organizzativa prevede criteri gestionali improntati al coinvolgimento
delle persone, all’efficienza, all’efficacia, al conseguimento di
risultati concreti e positivi, si è insinuato questa specie di
pericoloso tarlo.
Chi dirige, anche quando sbaglia in maniera grossolana e palese,
in evidente contrasto con gli stessi interessi aziendali o collettivi, ha
sempre ragione e ha sempre la meglio nei confronti dei sottoposti, anche quando
questi urbanamente, in maniera collaborativa e a tutela dell’interesse
aziendale rappresentano le loro perplessità in merito agli indirizzi e
alle indicazioni che vengono loro imposti.
Dall’altra parte, chi si trova a eseguire è quasi
sempre soccombente, non solo dal punto di vista economico e della ragione, ma
soprattutto perché è più direttamente esposto sia al
declino e al fallimento delle organizzazioni, sia alle conseguenze negative che
ricadono su di lui per non essersi voluto adeguare a pratiche improduttive e/o
illecite imposte dall’alto, o non eseguite tacendo.
Si è passati da un sindacalismo esasperato alla
pressoché totale assenza di tutele di fatto.
Chi gestisce il potere si deve assumere l’onere di perseguire
in maniera lecita obiettivi etici. In caso contrario, deve essere chiamato a
renderne conto e deve essere rimosso.
D’altro canto deve essere favorita la collaborazione leale e
fattiva dei sottoposti al raggiungimento degli obiettivi collettivi o aziendali,
scoraggiando il supino adeguamento alle indicazioni dall’alto anche
quando in palese contrasto con gli obiettivi istituzionali.
E’ un divario che va assolutamente attenuato; anche
perché non c’è dubbio che le maggiori responsabilità
sono attribuibili a chi ha il potere/dovere di impartire le direttive e non a
chi esegue.
E’ necessario mitigare il dominio di chi comanda troppo
autoritariamente e poco autorevolmente, premiando i comportamenti virtuosi sia
di chi gestisce correttamente l’autorità sia di chi esegue
lealmente.
Il secondo versante è costituito dal declino dei sistemi
democratici, dovuto al fatto che i cittadini sono totalmente tagliati fuori sia
dai processi decisionali sia, soprattutto, dai controlli su chi governa o
esplica le funzioni pubbliche.
E’ una questione culturale di livello mondiale, sino al
punto che, in questo momento, non c’è un solo sistema che possa
essere assunto come modello adeguato per tutti gli altri Paesi.
In questa situazione, è un’utopia il cercare di
esportare la democrazia in quei molti contesti del Mondo che ne sono privi e
che sono connotati da situazioni socio-politiche disastrose o problematiche.
Per correre ai ripari, è necessario, quanto meno,
introdurre degli immediati correttivi.
Una possibilità è data dal coinvolgere direttamente
i cittadini nella gestione e nel controllo dell’esercizio della Pubblica
amministrazione.
Penso ad un sistema in cui si dovrebbe, preliminarmente, far luogo
alla compilazione di un albo di cittadini che rispondano a severi e predeterminati
criteri di consolidata onestà/probità (età minima; assenza
di condanne penali o di sanzioni amministrative oltre certi limiti; un minimo
di cultura; mancanza di precedenti impegni nella politica o di legami diretti
con i partiti; disponibilità ad esercitare le funzioni alle quali
potrebbero essere chiamati; assenza di pretese economiche oltre il rimborso
delle spese ; ecc.).
Una volta compilato questo elenco, da aggiornare con regolare
periodicità, in base a idonei criteri di scelta, dovrebbero essere
sorteggiati dei nominativi da inserire in tutti gli organismi collegiali
espressi dal potere politico, sia a livello centrale che periferico (ovvero in
tutti i consessi pubblici in cui ciò è ritenuto utile, quali
commissioni di esame e/o di valutazione, ecc.), con il compito di esplicare
funzioni consultive e di controllo. Funzioni nell’esercizio delle quali
rientrerebbero la possibilità di sottoporre le questioni ritenute
rilevanti al vaglio dell’Organo politico/istituzionale gerarchicamente
superiore o all’Autorità penale.
Se i sistemi democratici, nati per attribuire la sovranità
al popolo, non si adeguano rapidamente per diventare realmente tali, evitando
che il potere si concentri per lungo tempo nelle mani di una minoranza di
cittadini corrotti o incapaci, ci troveremo ben presto a doverli catalogare fra
le numerose teorie sociali, politiche ed economiche che la storia ha decretato
come irrealizzate e irrealizzabili utopie.
Marina di Camerota 21 giugno 2012
Il pensiero e la storia moderna sono stati sensibilmente
influenzati dai principi della Rivoluzione Francese: libertà,
eguaglianza, fraternità. Arrivati al terzo millennio della storia umana,
bisognerebbe riflettere un po’ su questi principi.
La libertà dovrebbe essere valorizzata in molti Paesi del
Mondo, perché poco diffusa, e ridefinita in altri, perché non
è pensabile l’esercizio di una libertà che non trovi limite
nei diritti e nelle prerogative degli altri.
L’eguaglianza e la fraternità si sono dimostrate pure
utopie, che non hanno retto né nel breve periodo della stessa
Rivoluzione Francese, né successivamente. D’altronde,
l’eguaglianza è un’utopia irrealizzabile già per
definizione.
La situazione attuale è quella in cui si continua ad
esaltare un’eguaglianza dei cittadini, che tale assolutamente non
è: non ci sono più ceti sociali che dividono la popolazione ma,
peggio, sostanziali ostacoli che impediscono l’esercizio equiparato di
diritti e doveri. Quanto alla fraternità, oggi sostituita dal concetto
di solidarietà, è meglio lasciar perdere.
Paese 16 maggio 2012
Una società politica nel quale le famiglie con figli,
l’infanzia e la gioventù non trovano adeguata tutela e dove tutti
i posti di responsabilità sono occupati dai vecchi, non può
essere definita né democratica né repubblicana. Si tratta di
superate oligarchie e forme di governo, ripresentate con aggettivi impropri.
Una Democrazia moderna moltiplica concretamente le occasioni di partecipazione
dei cittadini alla vita pubblica, non limitandole, come accade, a espressioni
di voto svuotate del loro originario contenuto; come dimostrano le altissime
percentuali di astensione alle votazioni.
Ogni persona e ogni voce, pubblica e privata, che non è
cosciente di ciò e non si adopera per modificare rapidamente
quest’abnorme situazione, manca di credibilità, si rende complice
del declino della politica e costituisce un serio ostacolo al progresso
civile.
Paese 6 aprile 2012
Ancora una volta, come ogni anno si approssima la pasqua
cristiana.
Nel frattempo molti esseri umani cercano di uscire dalla monotonia
della propria vita o dal ruolo affibbiatogli.
Siamo tutti in cerca di una pazzia, di qualcosa che esprima la
nostra particolarità in tutto l’universo: un taglio di capelli personalizzato; il
vestire originale o il denudarsi in pubblico; l’osare, il trasgredire;
insomma l’andare oltre ogni limite e confine possibili, per essere
finalmente unici e sentirsi realizzati. Non importa se le conseguenze possano
essere la nostra autodistruzione e la rovina di chi ci sta accanto o,
addirittura, la morte nostra o di altri!
Ancora una volta si approssima la Pasqua cristiana: forse è
la pazzia più folle mai concepita nell’Universo.
Più folle di ogni e qualunque pazzia che ciascuno vorrebbe
sperimentare per sentirsi finalmente, e illusoriamente, vivo!
Circa duemila anni fa una donna vergine ha partorito un bambino!
Il bambino, divenuto uomo, ha compiuto prodigi incredibili (ha
moltiplicato il cibo; ha camminato sulle acque; ha fermato la tempesta; ha
comandato agli spiriti; ha guarito malati cronici dalla nascita; ha risuscitato
i morti, ecc.) , e ha proclamato frasi memorabili, soprattutto per
l’epoca in cui è vissuto; che sono straordinarie ancora oggi! Ha
affermato che i più importanti non sono le persone di successo, i
potenti, i ricchi ma, al contrario, i deboli, i bambini, i miseri, i poveri, i
disgraziati, i falliti! Ha gridato ai potenti la loro falsità e
ipocrisia! Ha difeso prostitute e emarginati!
Ha proclamato di aver portato il perdono delle colpe e dei peccati
a ogni essere umano che Gli chiederà di cancellarli tramite i Suoi
seguaci. Ci ha comandato di mangiare, dopo la Sua morte, il Suo Corpo e il Suo
Sangue!!!!
Ha detto che Lui era la Via, la Verità e la Vita. Lui e non
la trasgressione! E ha detto che in Lui avremmo trovato finalmente riposo e
ristoro per il nostro spirito!
Potendolo evitare, si è lasciato uccidere con sofferenze
atroci, per Amore di Suo Padre, che ha dichiarato essere l’Unico Dio, e
per amore di ogni singolo essere umano, dichiarando l’Amore, e non il
sesso, la più grande e universale espressione dell’umano e del
divino!
E’ risorto (è ritornato a vivere in una dimensione
nuova e straordinariamente gloriosa)!!!!!!
E con la sua risurrezione ha dimostrato che questa dimensione
nuova, la vita che prosegue dopo la morte, è riservata a tutti coloro
che avranno parte con Lui. Coloro cioè che avranno creduto in Lui e
nella grandezza del Suo essere e del Suo messaggio!!!!!!
E’ pazzesco. Oltre ogni ragionevole e irragionevole
follia!!!!!!!
Si è trattato di un caso unico e irripetibile nella storia
umana e, lo suggerisce l’impossibilità di immaginare ed esprimere
un sentimento più alto dell’Amore da Lui proposto,
dell’intero Universo!
Nemmeno la nostra più grande pazzia, anche solo
immaginaria, può lontanamente competere con questa!
Eppure, nel corso dei secoli diversi falliti hanno provato a
vivere e hanno aderito a questa pazzia e hanno trovato in essa la loro
definitiva felicità: i Suoi undici apostoli e poi Paolo di Tarso,
Stefano, Lucia di Siracusa, Agostino di Tagaste, Benedetto da Norcia, Rita da
Cascia, Francesco e Chiara d’Assisi, Antonio di Padova, Caterina da
Siena, Teresa d’Avila, Giovanni Bosco, Karol Woitiwa, Teresa di Calcutta, Pio da Pietralcina e tanti altri.
Forse, dunque, quest’ulteriore Pasqua Cristiana è
un’ennesima occasione per esprimere la nostra voglia di pazzia, il nostro
desiderio di grandezza, trasformandola da energia potenzialmente distruttrice
in fonte di vita e di felicità.
Auguro a tutti di essere presi e sedotti dall’Amore di
Cristo. Auguri davvero per una Santa Pasqua. Auguri perché, quando
sarà, potremo tutti rivederci in un’eternità straordinaria
d’Amore.
Paese 18 gennaio 2012
Il naufragio della “Costa Concordia” mi ha scosso
talmente, che non mi dilungo.
Mi limito perciò ad alcune osservazioni:
1) ancora una volta ha colpito
l’indebito uso del potere. Il potere vissuto come espressione di
capacità personali superiori al normale, nonché il suo uso
scorretto. Si tratta di una moda oggi troppo diffusa; negativa, allo stesso
modo, che il mancato esercizio dell’autorità!
2) visto che per questo disastro le nostre
dotazioni nazionali si sono rivelate in parte insufficienti (stante la necessità
di ricorrere ad enti stranieri), non sarebbe opportuno riconvertire parte delle
spese dagli armamenti verso le strutture e le attrezzature necessarie per
limitare o scongiurare gli effetti delle grandi catastrofi?
3) è proprio necessario che i Magistrati
anticipino le loro considerazioni alla stampa? Ciò non finisce per
condizionarne l’obiettività e la serenità di giudizio?
4) al fine di migliorare la qualità
dell’informazione, non sarebbe opportuno verificare se non ci siano
anomalie o eccessi nella diffusione e trasmissione delle notizie?
Paese 10 gennaio 2012
Essendo stato educato alla Democrazia, alla Repubblica e alla
Libertà, non reputo di dovermi sottomettere ad alcuna persona, se non in
base alla stima che merita. Rispetto invece in maniera leale e convinta
l’Autorità, ma solo se esercitata correttamente.
Nelle occasioni in cui mi è capitato di dover esercitare
personalmente una funzione autoritaria, ho cercato di farlo senza incutere
alcuna soggezione o sudditanza, salvo quando si è trattato di assumere
decisioni necessarie, rientranti nella mia esclusiva responsabilità.
Diffido, pertanto, dall’odierno stile di gestire il potere.
Con un faccia di corno incredibile, politici e tecnici, burocrati
e manager, impongono agli altri le loro decisioni gravose, sostenendo che non
rientra nelle loro competenze rimuovere palesi, incomprensibili e macroscopiche
anomalie.
Mi riferisco tra l’altro alle notizie dei giorni scorsi
circa gli esagerati appannaggi dei politici (centrali e locali) e di alcune
categorie di dipendenti pubblici, o circa l’acquisto di aerei militari
per miliardi di euro.
Ma davvero non è possibile colpire, con la tassazione o
addirittura penalmente (abuso d’ufficio), comportamenti così
anomali? Davvero ci si può auto-attribuire qualsiasi compenso?
Davvero si pensa che le guerre si fanno ancora oggi solo con gli
aerei e le bombe? L’ingiustificato attacco finanziario nei confronti
dell’Italia è dovuto ai normali movimenti borsistici, o non
risponde piuttosto a una precisa strategia di destabilizzazione di
un’intera area?
Se non erro, prima che iniziasse quest’ultima fase
economico-finanziaria, l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale
era puntata nei confronti di altri Stati e aree geografiche. Non se ne parla
più perché, magicamente, quelle situazioni si sono tutte e subito
risolte?
… Ai posteri l’ardua sentenza!
Paese 3 gennaio 2012
Per dare luogo ad una nuova stagione di progresso mondiale
è indispensabile individuare principi morali universali che siano
condivisi.
Non si tratta tanto di elaborarne dei nuovi, quanto di uscire
dalla confusione generata dall’abitudine troppo diffusa, soprattutto dei
mass media, di pubblicare giudizi a raffica senza alcun criterio.
Anche nell’esprimere giudizi morali, infatti, si può
usare metodo, e vi sono dei criteri guida che possono e devono essere
costantemente rispettati e tenuti presenti.
Innanzitutto va fatto una disamina a trecentosessanta gradi: il
puntare il dito su comportamenti eccezionali di singole persone o
l’evidenziare singoli problemi, senza correlarli al contesto di vita e ad
una visuale più generale, può essere fuorviante. Di riflesso,
comporta disinformazione e diseducazione delle masse. Circostanza in sé,
oltre che scorretta, molto pericolosa.
Quanto al giudizio sui comportamenti dei singoli individui,
bisognerebbe porre sul piatto della bilancia sia il negativo sia il positivo.
Evidenzio che mi riferisco a giudizi morali e sui comportamenti, e non sulle
persone. Nessuno, infatti, può ergersi a giudice di un’altra
persona sotto il profilo squisitamente personale!
Diverso è, ovviamente, dal punto di vista giuridico,
professionale, educativo, relazionale, ecc., dove non solo è possibile,
ma è indispensabile esprimere valutazioni reali e corrette.
Inoltre, i giudizi dovrebbero essere espressi tenendo sempre
presente una scala di valori, così come si ritiene utile fare per
valutare i fenomeni fisici (terremoti, forza del mare, temperatura, ecc.).
Forse così emergerebbe più chiaramente la mala fede
di chi strumentalmente so esprime pesantemente su
piccoli errori e debolezze degli altri; dimenticando di condannare con la
stessa veemenza atteggiamenti molto più negativi (diffusione di menzogne;
sfruttamento sessuale di bambini e indigenti; insaziabile sete di denaro che
provoca fame e disperazione di milioni di persone; compravendita di corpi,
personalità e anime degli esseri umani; distruzione dell’ambiente
e del nostro pianeta).
E, forse, si
potrebbero meglio valutare atteggiamenti e decisioni delle Organizzazioni e
degli Stati, quando cercano di giustificare il loro incomprensibile operato
(rapidi accordi per rischiose azioni belliche o para-belliche nei confronti di
altri Stati e mancanza d’intervento nei confronti di un manipolo di
pirati (sì pirati nel ventunesimo secolo!) che aggrediscono navi di
tutte le nazionalità.
Ancora una volta, onestà, obiettività, giustizia,
verità, solidarietà ed etica sono gli unici punti di riferimento
per il progresso.
Paese 22 dicembre 2011
Ormai si approssimano la ricorrenza e le festività del
Natale.
Bisogna ricordare a molti che la ricorrenza festeggia la nascita
di Gesù il Nazareno, uomo storicamente vissuto e Dio dei cristiani.
Volendo formulare a tutti gli abitanti della terra i miei auguri,
mentre si continuerà a nascere, morire, gioire, soffrire, amare, odiare,
fare e subire violenza, voglio ricordare il: “Non abbiate paura”,
con cui Papa Giovanni Paolo II sintetizzava il messaggio di Gesù.
In qualsiasi situazione della vita, e sottolineo qualunque:
“Non abbiamo paura. Apriamo le porte a Cristo!”.
Tutto il male dell’Universo è stato vinto da
Gesù; chi rivolgerà il suo sguardo e il suo cuore a Lui, in
qualsiasi stato si trovi, alla fine, prima o poi, approderà laddove
regneranno solamente il volersi bene e la felicità senza limiti!
Paese 22 dicembre 2011
Preghiera.
Signore Iddio, non ne possiamo più di questa violenza; non
ne possiamo più di coloro che senza scrupoli spingono gli altri al male.
Rendi la vita impossibile ai violenti e a chi opera in dispregio della
dignità umana. Rendi la loro vita impossibile, fino al momento in cui
arriveranno a pentirsi del male provocato, rivelando tutta la verità sui
loro misfatti.
Paese 22 dicembre 2011
Sempre più spesso si dà notizia di studi effettuati
da Università e prestigiosi contesti scientifici che giungono a
conclusioni scontate, almeno per le persone dotate di comune buon senso.
Anch’io questa mattina voglio dare notizia di un lungo
studio, che ha condotto ad una sconcertante conclusione: una percentuale
rilevante di ricercatori universitari e di coloro che hanno posizioni di potere
è costituita da ignoranti, stupidi e disonesti.
A questa conclusione sono giunto dopo aver analizzato lo stato in
cui si trova globalmente il nostro Pianeta (dunque sotto i profili: sociale,
ambientale, politico, economico-finanziario, della giustizia e dell’equa
distribuzione della ricchezza, ecc.).
La mia ricerca ha
occupato …un solo momento. Quello necessario a far balenare nella mia
mente questa incontestabile intuizione!
Paese 14 dicembre 2011
Notizia data oggi dai mass media: “Scoperta la particella di
Dio”.
In realtà si tratta del bosone di Higgs, individuato come
l’ultimo elemento mancante per spiegare la struttura dell’Universo.
Una particella sinora teorizzata ed ora, forse, vicini ad individuare.
Per chi è veramente amante della scienza e del metodo
sperimentale, si tratta di un’affermazione che lascia cadere le braccia
dallo sconforto. Già il chiamare una nuova probabile particella, come
“quella di Dio”, non ha niente di scientifico.
Il dare poi come già scoperto, qualcosa sul quale si sta
ancora indagando e sul quale saranno necessari ancora altri esperimenti,
appartiene molto di più alla commercializzazione e alla
pubblicità che non al mondo scientifico!
Paese 17 novembre 2011
Pensando all’attività che impegnerà il Nuovo
Governo Italiano del professor Monti, mi sono soffermato a riflettere sui
provvedimenti che a mio avviso sono necessari per costruire uno sviluppo futuro
armonico e ordinato. Spero che il nuovo Governo possa stilare un programma
adeguato, e non voglio entrare nel dettaglio.
Temo tuttavia che permarrà un’anomalia, che non
è solo italiana, e dalla quale ha avuto origine l’attuale crisi
mondiale.
Al Mondo, sono mancati i controlli. Controlli
sull’attività politica. Controlli sull’attività imprenditoriale,
commerciale, economica e finanziaria. Controlli sull’attività
giurisdizionale e sulla valenza del sistema carcerario. Controlli
sull’efficacia delle leggi. Controlli sull’attività
amministrativa. Controlli sulla produzione di armamenti e sull’attività
bellica. Controlli sugli organi di informazione. Controllo sugli organi di
formazione di fanciulli e giovani e su quelli di diffusione della cultura.
Controlli sull’attività scientifica. Controlli sugli enti no-profit.
Controlli sull’attività religiosa. Controlli su chi è
chiamato a esplicare i controlli. Insomma controlli su ogni attività
umana.
Il Mondo è andato in crisi perché le varie
attività sono state spinte, in vista del lucro e della sete di potere,
oltre ogni limite! Ci si è illusi sulla valenza
dell’autoregolamentazione, propugnandola per difendere interessi di
parte.
Esistono diversi possibili livelli di controllo.
Il primo è dato dalla coscienza etica, dalla cultura.
E’ il più efficace, ma ha bisogno di tempo per essere adottato; di
coesione diffusa di ideali da parte del sistema sociale, politico, economico,
culturale e religioso; di un sistema premiante efficace; dell’esempio dei
capi; di valorizzazione dei comportamenti positivi.
Un secondo livello è dato dai controlli interni. Da quelle
verifiche cioè che possono essere autonomamente fatte per impedire che
si travalichino dei limiti prefissati.
Un terzo livello è dato dai controlli esterni, nei quali un
ente autonomo verifica la correttezza delle procedure e dei comportamenti adottati
in un determinato contesto operativo.
Per poter funzionare, però, tali sistemi presuppongono
l’esistenza di due ulteriori prerogative: a) la circolarità dei
controlli: non deve esserci un solo settore o persona che non sia controllata
da altri, compresi gli enti e i singoli controllori; b) la probità,
l’obiettività, l’imparzialità e l’equilibrio
dei controllori i quali, oltre ad essere dotati di un trascorso irreprensibile,
devono mantenere comportamenti personali coerenti con la funzione svolta, i cui
obiettivi non sono la mera individuazione delle anomalie, quanto le cause che
le hanno determinate e i possibili rimedi.
Paese 3 novembre 2011
Al Governo dico: vergogna! Perché non riesce a ridurre
drasticamente le esagerate rendite finanziarie dei politici e dei funzionari
pubblici, attuali e passati, destinando le risorse reperite
all’incremento del lavoro giovanile e non.
Alle opposizioni dico: vergogna! Perché in un momento come
questo non hanno remora nell’esagerare pesantemente le dimensioni della
crisi italiana, pur di scalzare la maggioranza e di poter governare!
Paese 2 novembre 2011
E’ più facile che un ateo si converta e creda in Dio, che un credente possa
comprendere minimamente quello che Dio è realmente!
Ciascuno ha un’immagine di Dio, che è proporzionale
alla capacità di elevare la mente verso l’infinitamente grande e
l’inimmaginabile; e si tratta pur sempre di un’immagine limitata.
E, forse, Dio stesso si rivela alle persone solo nei modi e nella misura in cui
queste possono comprendere la sua essenza.
Paese 2 novembre 2011
Dal Vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù
salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi
discepoli.
Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di
essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché
saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità
la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno
misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno
chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché
di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno
e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande
è la vostra ricompensa nei cieli nei cieli».
Leggendo queste parole non si può non rimanere
profondamente ammirati! Tanto più se si riflette sulla circostanza che
sono state pronunciate nell’arretrato contesto storico-sociale di circa
duemila anni fa!
…E io mi chiedo, pur nel profondo rispetto di ogni popolo di
questo Mondo, come ancora oggi gli Ebrei siano così stupidi da non
riconoscere questo loro connazionale: milioni di persone adorano un ebreo,
salvo gli Ebrei!
Paese 2 novembre 2011
Rispetto al Medio Evo e agli anni passati sono stati fatti grandi
progressi, ma non in tutti i settori. C’è un aspetto, in
particolare, che è rimasto sostanzialmente immutato: l’affidarsi
alle predizioni degli eventi futuri.
Nel passato si ricorreva a maghi, fattucchiere o santoni. La
storia ha provveduto a squalificare ampiamente queste figure, sebbene ve ne
siano anche oggi in esercizio.
Oggi, invece, vi sono numerosi Istituti specializzati o
accreditati, che fanno previsioni e valutazioni future (economiche,
metereologiche, statistiche, sociologiche, finanziarie, aziendali, politiche,
ecc.) sulla base delle quali vengono assunte decisioni che condizionano gli
andamenti dei valori delle valute, delle merci, degli indici finanziari di
banche e società o, anche, i comportamenti della gente.
Ed io mi chiedo: ma se non c’è alcuna verifica (e non
c’è!) fra le previsioni fatte e il reale andamento delle
circostanze preannunciate, che valore hanno le previsioni e gli enti che le
propongono; comprese le agenzie di rating?
Senza stilare una classifica di attendibilità dei vari Enti
sulla base dell’esattezza delle previsioni effettuate e senza
l’indicazione, accanto alle previsioni, della percentuale di
attendibilità, non ci avviciniamo alle empiriche predizioni del Medio
Evo?
Paese 2 novembre 2011
E’ evidente che in Italia l’amministrazione della
Giustizia va rifondata e soprattutto va riformulata la base dell’etica
giuridica.
Diverse sono le questioni da affrontare.
E’ accettabile che aspetti organizzativi della Giustizia,
compreso i finanziamenti per il funzionamento degli uffici, siano disposti dal
Governo, anziché essere autonomi?
E’ compatibile il ruolo del Magistrato con l’impegno
politico attivo o con altre attività extra giudiziali?
E’ ancora accettabile che nelle cause civili il compenso
degli avvocati non sia legato in alcun modo all’esito del procedimento; e
che, nelle cause penali, ci si sia oramai rassegnati ad accettare che i legali
tutelino i loro clienti senza scrupolo alcuno e con pratiche non ortodosse;
anche a discapito della giustizia, dell’emersione della verità e
della colpevolezza degli imputati?
E’ ancora coerente e funzionale il complessivo sistema
penale? Il gravame delle pene è ancora realmente correlato alla
gravità dei reati commessi? L’odierno sistema carcerario raggiunge
il suo scopo?
Continuando su altri singoli aspetti, un cittadino, specie se
operante nella Pubblica amministrazione, deve essere giudicato tenendo conto
esclusivamente di un singolo fatto illecito commesso o bisogna anche
considerare l’eventuale apporto positivo fornito dal medesimo in tutto il
suo operato precedente?
Il Magistrato deve giudicare secondo la lettera della Legge (e
dunque può essere sostituito dai computer) o con equilibrio ed
equità, sottoposti a vaglio successivo anche in funzione della sua
progressione in carriera?
Paese 24 ottobre 2011
Testo del commento inserito sul sito del “Corriere della
sera” sull’allungamento dei tempi per andare in pensione.
Titolo: Mancano grandi uomini (e donne) realmente
tali!
La questione delle pensioni, pur importantissima,
è marginale.
Ci sono altri quesiti fondamentali, cui rispondere in
questo momento: "ci sono soluzioni univoche ai problemi economici".
La risposta è assoluta: "No!".
E, dunque, se è così: “Possono due
Capi di Stato europei influire a tal punto, con la miopia dei loro burocrati e
loro, sulle scelte economiche e sulle questioni interne di un Paese
membro?”. Anche in questo caso la risposta è assolutamente no!
Mancano grandi uomini e donne, con visioni oneste e
lungimiranti i quali, prima di proporre sacrifici agli altri, siano disponibili
a sopportarli essi stessi.
Il costo di tutta la politica e la burocrazia europea
(appannaggi, rimborsi, costi di mantenimento) è troppo alto per quello
che produce; come per quella italiana.
Primo provvedimento dunque, europeo e nazionale,
ridurre questi appannaggi: questi "grandi", che rappresentano Europa
ed Italia, se sono in grado di trovare chi è disposto a pagarli anche
solo la metà di quello che percepiscono, facessero il favore di farsi da
parte e andare a fare danni altrove.
P.S.: Io sono già in pensione perché non
ne potevo più di soffrire, pur lavorando bene. Una soluzione per far
lavorare fino alla morte? Ridurre progressivamente l'orario di lavoro, le
responsabilità dirette e il carico di lavoro dai 55 anni in su. Si
otterrebbero risparmi, ritorni di efficienza, miglioramento della qualità
della vita e più ampie possibilità di carriera per i giovani.
Paese 18 ottobre 2011
Ancora una volta è dimostrato che, se si
analizzano con occhio obiettivo ed equilibrato i fatti, si perviene ad una
visione abbastanza corretta della realtà. Nell’ultima parte del
pensiero precedente, del 14 ottobre, parlavo di strumentalizzazione del
movimento degli indignati.
I fatti di Roma l’hanno confermato. Ma a
differenza del ’68 i veri indignati, quelli pacifici, hanno dimostrato di
meritare grande rispetto e attenzione, reagendo essi stessi alla violenza di
pochi.
Andiamo alle soluzioni concrete.
Bisogna invertire il costume per cui si va alle
posizioni di potere perché ci si può attribuire lauti compensi.
In tal modo, si eviterebbe che i figli di alcuni noti onorevoli, che si ergono
a unici difensori della moralità, non figurerebbero nei Consigli
regionali, ma andrebbero alla ricerca di altre occupazioni.
Per intervenire sugli abusi passati
c’è una sola soluzione semplice e immediata: tassare in maniera
progressiva e graduale tutti gli stipendi e le pensioni pubbliche da 150 mila
euro netti in su. La progressività dovrebbe riguardare le percentuali di
tassazione in relazione ai maggiori importi, mentre la gradualità
dovrebbe prevedere un quinquennio per pervenire a regime (si inizia con il 30%
dell’aliquota stabilita nel primo anno per aumentare negli anni
successivi).
Gli importi recuperati dovrebbero essere destinati
esclusivamente all’incremento del lavoro giovanile e al sostegno delle
famiglie indigenti.
Le persone che ritengono di essere di eccelsa
caratura e di valere molto più degli altri lascino le funzioni pubbliche
e si impieghino altrove, se trovano chi è disposto a pagarli allo stesso
prezzo!
Al servizio dello Stato bastano e sono sufficienti
funzionari onesti.
Paese 14 ottobre 2011
Sembra chiaro, oramai, che gli interventi bellici
dell’ultimo decennio abbiano scatenato una conflittualità che si
sta manifestando a tutto campo, trasferendosi all’economia, alla finanza
e al commercio. Stiamo pagando il risultato di una globalizzazione frutto di un
casuale miscuglio, piuttosto che non di un progetto mondiale condiviso. Ci si
era illusi di poter godere dei vantaggi di un mercato globale, continuando ad
utilizzare politiche obsolete, senza subirne i rischi. Le attuali regole che
governano l’economia, la finanza, il commercio e molti altri aspetti
della vita sociale sono troppo deboli per resistere agli attacchi di chi, da un
qualunque sito della terra, può agire senza scrupoli e senza etica
alcuna (solo per esempio: scambi finanziari fuori controllo, lobby economiche,
pirateria marittima, traffico di esseri umani, commercio di armi e di droga,
attentati terroristici e agli equilibri ecologi, potente delinquenza
organizzata).
Da una parte, si continua ad andare avanti perché non ci
sono alternative praticabili, dall’altra tutto è posto in
discussione.
Dopo aver espresso l’opinione sull’inadeguatezza del
“Prodotto Interno Lordo” a misurare la ricchezza di una Nazione,
ora devo aggiungere che sembra
cominci a essere messo in discussione lo stesso concetto di valore economico.
Cosa ha realmente valore e, soprattutto, perché?
In tutto questo, le agenzie di rating, che sono private e hanno
quindi il fine del lucro, si arrogano il diritto di dare giudizi su ambiti che
sono diventati relativi e variabili.
Dare giudizi gratuiti è diventata l’attività
odierna più diffusa e, talvolta, redditizia, dimenticando
l’applicazione della massima evangelica che chiede prima di togliere la
trave dal proprio occhio e poi di osservare la pagliuzza negli occhi degli
altri.
Ciascuno, ogni organizzazione e ogni Paese, dovrebbe tendere prima
a eliminare i difetti interni e, con più moderazione, poi a puntare il
dito su quello che non va negli altri.
si nota sempre
Scendendo di livello, ancora una considerazione sulla situazione
italiana.
Prima, però, c’è da fare una costatazione.
Quando si passa da un contesto generale a uno particolare si nota, salvo
eccezioni, una certa corrispondenza: in un mondo moralmente, socialmente,
economicamente e politicamente degradato, è normale che la maggior parte
dei Paesi siano ugualmente in crisi. La crisi è globale e tocca tutti i
Paesi; il caso italiano non è un caso isolato.
Ciò premesso, non sembrano possano esservi dubbi sul fatto
che:
- abbiamo dei politici di infimo livello: la contrapposizione e la
delazione sono arrivate ad uno stadio insostenibile e senza ritorno;
- abbiamo un sistema Giustizia che non funziona: manca un
progetto; alcuni giudici si muovono
come schegge impazzite (che vanno a colpire casualmente; non di rado chi
commette reati minori rispetto a quelli maggiori, che rimangono impuniti);
viene perseguita una sterile legalità formale rispetto alla giustizia e
alla equità reali. L’inefficienza del sistema giudiziario nel suo
complesso è, infine, causa essa stessa della diffusa illegalità;
- abbiamo dei mass media e una cultura prezzolati, commerciali e poco
formativi.
E si potrebbe continuare.
Una soluzione immediata? Paghiamo di meno chi è
inefficiente, e utilizziamo i fondi risparmiati per far lavorare i giovani.
Io penso che il movimento dei cosiddetti “indignati”,
che a ragione sta manifestando nelle piazze, sia oggetto di una forte
strumentalizzazione, come avvenne per i movimenti del ’68. Tuttavia, non
si sottovaluti il fenomeno e si diano pronte e giuste risposte alle legittime
aspettative dei giovani.
Treviso 3 ottobre 2011
Gli attuali abitanti della Terra sono privilegiati, perché
hanno potuto costatare il fallimento di tutte i sistemi sociali, politici ed
economici tendenti a dare benessere, stabilità e progresso
all’Umanità. Fallimento che non riguarda solo le teorie sin qui
formulate, ma la stessa convinzione che si possa teorizzare un sistema ideale
che funzioni concretamente e resista nel tempo. Non ha funzionato e non
funzionerà nessuna teoria!
Bisogna spostare l’attenzione sulla coscienza, singola e
collettiva. Finalmente si è capito che il progresso
dell’umanità si può costruire esclusivamente
sull’educazione dei singoli e delle masse al rispetto di se stessi, degli
altri, dell’universo. Deve essere chiaro, innanzitutto, che la giusta
attenzione verso il soddisfacimento dei propri bisogni deve trovare un equo
contemperamento nei bisogni degli altri! E’ solamente formando questa
coscienza, e non imponendola, che può funzionare un qualunque sistema.
Ci sono voluti più di due millenni per convincersene! Eppure Gesù Cristo l’aveva
affermato ancor prima. Aggiungendo, anche, che essa dovesse essere richiesta
dai singoli ed effusa dall’alto. Non in base, quindi, alle effimere
possibilità umane, quanto all’Amore di Dio!
L’essere umano di fronte all’Universo e
all’infinito, da solo, è impotente.
Paese 1° ottobre 2001
Vi sono due categorie d’individui, quelli che si vendono e
quelli che non sono in vendita. E, specularmente, quelli che si possono e
quelli che non si possono comprare. Non c’è dubbio che, anche se
si trattasse di esseri apparentemente insignificanti, delle due tipologie
è più preziosa per l’umanità quella delle persone
che non sono in vendita; che oltretutto sono le più belle!
Paese 30 settembre 2011
Sulla crisi economica rifletto da
tempo: basta leggere quanto ho annotato in precedenza in questa sezione.
Intanto, continuo a essere convinto che
si tratta di un problema mondiale e di gestione del potere. Bisogna riformulare
le regole della cooperazione perché l’assetto attuale
s’è dimostrato fallimentare. Gli stili con cui si è gestito
il potere si sono dimostrati anch’essi negativi. Per evitare che iene e avvoltoi continuino a
catapultarsi in posizioni di responsabilità, senza possederne i
requisiti, bisogna ridurre drasticamente gli appannaggi; che devono essere
correlati a risultati concreti misurabili nel tempo. La crisi l’hanno
provocata i gestori del potere mondiale, gli economisti, i grandi finanzieri e
gli speculatori di tutto il mondo e dovrebbero essere loro a sopportarne il
peso maggiore, moralmente e pecuniariamente.
In quest’occasione voglio
aggiungere altre due considerazioni, una riferita al panorama nazionale ed una
agli Organismi istituzionali europei.
Quanto all’Italia, l’aver
trascorso tutta la notte davanti a un reparto di rianimazione di un Ospedale, e
l’aver visto l’impegno profuso per mantenere in vita una persona,
mi ha fatto riflettere su una circostanza. C’è una parte
importante del nostro Paese, fatta di persone e di strutture pubbliche e
private operanti nei diversi settori, che non è affatto in crisi; e a
cui continuano a rivolgersi fiduciosi individui di ogni razza e nazione.
Evocare continuamente la crisi, che è di sistema e di potere, è
perciò offensivo nei confronti dei lavoratori diligenti.
Quanto all’Europa, innanzitutto
non capisco perché i suoi rappresentanti non siano più prudenti
nel diffondere pubblicamente i dati dei singoli Stati. In secondo luogo, mi
pare che essi non abbiano ancora capito che le soluzioni predisposte dalle strutture
europee non costituiscano sempre, specie in campo economico-finanziario,
l’unica e migliore soluzione praticabile.
Infine, agli Organismi europei
competono i richiami ai singoli Stati sul rispetto dei parametri concordati in
sede comunitaria, quale ad esempio il livello d’indebitamento pubblico.
Tuttavia, è compito dei singoli Stati scegliere quali provvedimenti
adottare in concreto, fra i tanti possibili. Non sempre, infatti, si tiene
conto della storia e delle caratteristiche sociali, economiche e politiche che
connotano i singoli Stati.
Discorso a parte merita il ruolo
dell’Inghilterra, unica nazione, a quanto ho letto, a mostrarsi contraria
all’introduzione di una tassa europea sulle transazioni finanziarie. Per
inciso, a mio avviso, l’alta tassazione dovrebbe riguardare solo i
movimenti speculativi. A parte ciò, mi chiedo: è maturo il tempo
per chiedere all’Inghilterra se vuole essere dentro o fuori
“l’Europa”?
Marina di Camerota 19 agosto 2011
Penso che ora sia possibile elencare con una certa precisione le
cause dell’attuale crisi globale:
a) assenza di valori etici e morali;
b) mancato funzionamento della cooperazione
internazionale per il limitato potere e l’inefficienza delle strutture a
ciò preposte;
c) scorretto utilizzo dei mercati finanziari e della
finanza innovativa;
d) iniziative belliche o pseudo tali presenti in
diverse aree del pianeta;
e) terrorismo e delinquenza internazionale;
d) indegno utilizzo del potere.
Conseguentemente, se si vuole favorire una decisiva e duratura
inversione di tendenza, bisogna cominciare a lavorare seriamente a livello
mondiale per eliminare queste cause. Tutte le altre iniziative faranno solo
scorrere, inutilmente, altro tempo!
Marina di Camerota 19 agosto 2011
Oggi affronto il tasto dolente della spesa e della spesa Pubblica
in particolare.
Essendo stato educato alla parsimonia, non ho mai speso più
di quanto fosse nelle mie possibilità, come invece hanno fatto molti
Paesi, Stati Uniti in testa, aumentando nel tempo a dismisura i loro deficit di
bilancio, che era ritenuto utile e necessario da molti economisti.
Il problema è tutto qui. L’economia è una
scienza esatta quando analizza situazioni passate. Ma è molto meno
esatta quando si tratta di fare proiezioni future.
Se si usasse solo un po’ di logica applicata
all’esperienza di vita, si perverrebbe innanzitutto ad una conclusione,
banale quanto fondamentale: più del livello, è importante la
qualità della spesa. Il che vuol dire che è preferibile sempre
spendere bene piuttosto che non spendere o sprecare. Milioni di italiani non
avrebbero una casa di proprietà se non avessero deciso di spendere
più di quanto avevano, affrontando il costo del mutuo e tenendo
ovviamente presente la sopportabilità delle rate da pagare. E tante
aziende non sarebbero quelle che poi sono diventate nel tempo se, mediante
l’indebitamento, non avessero investito in informatica, ricerca,
ammodernamento delle strutture, formazione del personale, eccetera.
Mi fa specie sentire un coro di politici nazionali e mondiali,
super pagati, parlare solo ed esclusivamente della riduzione della spesa. Gli
Stati non sono entrati in crisi perché hanno speso troppo, ma
perché hanno speso male. Se gli Stati Uniti non avessero finanziato
massicciamente le loro spese militari e le missioni di guerra, e “di
pace”, e avessero utilizzato quei fondi per lo sviluppo e la ricerca, ora
si troverebbero in una condizione nettamente migliore. Lo stesso, sebbene con
caratteristiche diverse, vale anche per gli altri Stati. Per l’Italia, in
particolare, basterebbe correlare i costi totali della politica a quelli dei
tempi di Einaudi.
Certamente non si può spendere senza limite. La misura
dell’indebitamento deve essere correlata al proprio patrimonio, non
superando mai precise soglie percentuali dello stesso, se non eccezionalmente e
per brevi periodi, in relazione all’attività svolta, alla
capacità di controllo della spesa e alla possibilità di
smobilizzo del patrimonio per far fronte agli imprevisti.
In generale, una soglia di indebitamento superiore al 25% del
proprio patrimonio è da ritenere impegnativa e presuppone quindi un
attento monitoraggio e la predisposizione di strumenti per verificare che vi
siano i ritorni attesi per ridurre il debito.
L’indebitamento, poi, non deve essere considerato come
ordinario e non deve essere una componente fissa di bilancio, se non in
presenza di un rigoroso ed efficiente sistema di controlli.
Ciò che è avvenuto nel nostro Paese, ma non solo,
è che molti fondi sono stati spesi male e, inoltre, non ha funzionato il
controllo sul come si sono spesi, sul chi li ha spesi e sul livello crescente
di indebitamento.
Imporre costituzionalmente il pareggio di bilancio è una
sciocchezza, piuttosto bisognerebbe imporre un limite basso il cui superamento,
solo temporaneo, dovrebbe essere correlato a precise procedure.
Marina di Camerota 16 agosto 2011
Premetto di non essere un economista; sono semplicemente uno che
applica il cervello alla realtà.
Ebbene, sono convinto che, in futuro, il parametro oggi utilizzato
per misurare l’andamento di un’economia, il PIL (Prodotto Interno
Lordo), non sarà più sufficiente, da solo.
Innanzitutto, non è detto che il perseguimento della
crescita continua della ricchezza sia sempre positivo. L’obiettivo
dell’espansione continua è stato utilizzato anche per le
dimensioni delle imprese e non ha funzionato: l’affermazione che le
realtà di grandi dimensioni erano “troppo grandi per
fallire” è stata ampiamente sconfessata.
In realtà sono pochi i criteri che resistono al tempo e
alle circostanze che mutano. L’intelligenza umana deve sempre
interpretare i fenomeni e correggere i programmi informatici.
Non sempre la crescita quantitativa corrisponde a un aumento reale
di ricchezza e, inoltre c’è un rischio: la difficoltà di
adeguare l’organizzazione e di seguire al meglio le successive fasi dello
sviluppo.
Sarebbe meglio perseguire una crescita per scaglioni: 1) porsi un
obiettivo di crescita; raggiungerlo; 2) fermarsi ad analizzare la fase
raggiunta e valutare quale possa essere l’obiettivo successivo (che
potrebbe anche essere teso solo all’adeguamento della struttura
organizzativa o alla ricomposizione della tipologia dei valori); raggiungerlo;
3) e così via. Ovviamente con tutte le elasticità e le accortezze
del caso.
In secondo luogo il PIL non tiene conto di tanti fattori
qualitativi che incidono sulla composizione della ricchezza prodotta, ma che
sono fondamentali per determinare il valore di un qualunque bene. Per fare un
esempio banale, un dipinto di autore ha un valore differente se è in
buono o pessimo stato; liberamente circolabile o sottoposto a vincoli,
eccetera. Ma anche il “valore” di uno Stato non dipende solo
dall’incremento di ricchezza, ma anche: dalla solidità del contesto
politico; dalla civiltà e dalla positività dei propri cittadini;
dai valori condivisi; dal funzionamento della Pubblica Amministrazione e della
Giustizia; dalla qualità dei rapporti con gli altri Stati e le
Organizzazioni internazionali; dalle connotazioni geofisiche del territorio; dalla
ricchezza di prodotti base e di risorse energetiche; dal livello di
produttività; dal livello di cultura; dall’evoluzione tecnologica;
dall’efficienza dei meccanismi di difesa dalle aggressioni esterne; dalla
quantità di popolazione; dal grado di soddisfazione dei propri
cittadini. L’elenco non è esaustivo.
Eppure i movimenti borsistici sono influenzati pesantemente
dall’andamento del PIL. Ancora più grave è che lo siano non
in base al PIL misurato, ma a quello previsto. Sarebbe come affidare le proprie
scelte alla sfera di una maga.
Se si può, infatti, obiettare che le previsioni sono
costruite su “rigorose metodologie”, si può anche ribattere
che molti fattori (centri di interesse e di potere; dati non del tutto corretti
o ben parametrati, o non direttamente confrontabili fra loro; ecc.) influenzano
sensibilmente i risultati delle misurazioni e delle proiezioni.
Nell’odierna economia mancano almeno tre cose:
1) una borsa regolamentata a livello mondiale, in cui si
effettuino scambi e non scommesse; operazioni finanziarie complesse, non
truffe;
2) un controllo rigoroso su valutazioni e previsioni: a) le
valutazioni devono essere comparate in base ai risultati effettivi (anche
mediante l’equiparazione dei sistemi contabili); b) le previsioni devono
essere confrontate con i dati reali al fine di attribuire, in relazione al
minor o maggior scostamento fra previsioni e realtà, un grado di minor o
maggior attendibilità agli organismi o alle persone deputati ad
esprimere previsioni (alle altre fonti generiche e non qualificate dovrebbe
essere preclusa la possibilità di diffondere previsioni che possano
influenzare impropriamente i valori di mercato);
3) un’etica economico-finanziaria tesa ad uno sviluppo
globale, armonico e di lunga durata.
Marina di Camerota 14 agosto 2011
È stata varata un’altra manovra straordinaria del
Governo per sistemare i conti dello Stato.
Sia chiaro: il problema non è l’economia italiana o
quella europea. Il problema preciso è che a livello mondiale per troppi
anni ci si è illusi che la finanza libera fosse l’unica opzione
possibile. E, pertanto, nei mercati borsistici e nell’evoluzione degli
strumenti finanziari, si è permesso tutto, senza limiti.
Già da qualche anno ci si stava accorgendo che il sistema
non funzionava, ma non c’erano e, non ci sono, gli strumenti per
intervenire globalmente.
Ribadisco ciò che già da tempo vado sostenendo:
bisogna dar luogo urgentemente ad una revisione delle Organizzazioni
Internazionali, a cominciare dall’ONU (Cfr
questo collegamento).
Marina di Camerota 7 agosto 2011
Ma davvero nessuno considera che l’attacco in Borsa
all’Italia e all’Europa non possa dipendere da movimenti di
speculatori senza scrupoli, di Paesi sovrani, fra cui la Libia, ed altri?
A tal proposito ritorno sul concetto di “missione di
pace”, come quella che si sta conducendo in Libia.
Per me è un controsenso, come affermare che le prostitute
fanno beneficenza. Per inciso, sarebbe beneficenza se lo facessero gratis.
Così come le missioni di pace sarebbero effettivamente tali, solo se non
condotte con il massiccio utilizzo di militari e armamenti.
Ogni giorno muoiono di stenti e di fame milioni di persone, ma
nessuno Stato si è mai sognato di organizzare “missioni di
pace” o di stanziare la metà dei soldi e delle energie che spende
in armamenti per salvare queste vite umane.
Che i politici cerchino di prendere in giro la gente è
normale. Ma che essi siano anche convinti che la gente si fa prendere in giro
è un grossolano errore. È anche per questo che una considerevole
percentuale di elettori nemmeno va più a votare.
Marina di Camerota 4
agosto 2011
Considerati: gli incantevoli panorami, la tranquillità che
abbiamo avuto, la stupenda Santa Messa della domenica sera all’aperto
presieduta da don Antonio, gli sforzi del Comune e dei cittadini per rendere
piacevole il soggiorno ai turisti con le loro iniziative; se quest’estate
qualcuno, pur tenendo presenti gli aspetti da migliorare, è andato via
contrariato da Marina di Camerota, si deve seriamente chiedere se non abbia
seri problemi personali.
Marina di Camerota 4 agosto 2011
Sono convinto che anche gli esperti non hanno sotto controllo
l’attuale situazione finanziaria. Ancora una volta si usano strumenti
superati per affrontare le sfide che si presentano in uno scenario
profondamente mutato. Si tratta di capire se ciò dipende dall’incapacità
di interpretare i fenomeni, dalla malafede o dal non saper elaborare soluzioni
nuove. Ecco perché sostengo che debbano essere ridotti gli appannaggi di
coloro che gestiscono le leve del potere, anche nel settore privato. In uno
stato repubblicano il potere deve essere inteso come servizio e non come
esercizio di prerogative e interessi esclusivi.
In caso contrario sono fallite la Rivoluzione francese, la
Democrazia e tutte le forme di Governo sinora sperimentate e si sono
definitivamente sanciti, come valori sociali, il denaro e l’egoismo,
singolo e collettivo.
Nel caso italiano, e senza che ciò implichi giudizi
politici (perché non ci sono sostanziali differenze fra maggioranza e
opposizioni), ancora una volta si vuole rilanciare l’economia dando luogo
quasi esclusivamente ad interventi tesi al rinnovo delle infrastrutture.
Ci si è dimenticati che l’Euro ha depresso i consumi,
perché ha dimezzato il potere di acquisto delle famiglie, che la crisi
economico-finanziaria ha ulteriormente ridotto la possibilità di spesa
dei consumatori, che la dimensione internazionale delle imprese non assicura
più che il sostegno loro offerto dallo Stato abbia un ritorno prevalente
sul territorio nazionale, che i continui ingiustificati aumenti del prezzo dei carburanti
e dell’energia riducono ancor più la capacità di spesa dei
cittadini e provocano l’aumento dei prezzi di quasi tutti gli altri
prodotti.
E’ il momento di agire dal basso. Bisogna trovare soluzioni
per fornire reddito a chi non ne possiede, in primis i giovani. Ci sono
occasioni di impiego a bassissimo costo che possono essere loro offerte per
coprire le tante esigenze territoriali non soddisfatte (ausiliari delle Forze
dell’Ordine e della Pubblica Amministrazione; conservazione e tutela del
territorio; assistenza alle famiglie disagiate; edilizia pubblica e popolare;
istruzione e cultura; vigilanza nei luoghi di assembramento della gente,
turismo ecc). Il bassissimo costo sarebbe legato al
fatto che i servizi richiesti dovrebbero essere resi sullo stesso territorio di
residenza o al massimo nei Comuni limitrofi. Gli incrementi di stipendio, non
dovuti all’inflazione, e la progressione in carriera dovrebbero essere
legati esclusivamente alla mobilità territoriale e alla crescita delle
competenze tecnico-professionali. Le medesime occasioni di lavoro dovrebbero
essere offerte agli studenti delle scuole superiori e delle Università
durante la sospensione degli studi. Il tutto sotto il controllo di un apposito
tavolo di regia che dovrebbe verificare l’effettività dei servizi
svolti e la correttezza delle procedure. Oltre ai vantaggi derivanti
dall’immissione di nuovi fondi per sostenere i consumi, ci sarebbero le
cospicue minori spese per fronteggiare tali esigenze (si pensi solo agli incendi,
allo smaltimento dei rifiuti, all’assistenza alle persone disagiate, alla
sicurezza dei cittadini) ma, soprattutto, ci sarebbe il minor costo sociale dei
tanti giovani che oggi si perdono per la mancanza di ideali e di prospettive
future.
Bisognerebbe poi intervenire per ridurre i prezzi al pubblico
dell’energia e dei carburanti; se del caso valutando e minacciando il
ritorno alla nazionalizzazione dei settori strategici.
Marina di Camerota 3 agosto 2011
Non ho dubbi sul fatto che il futuro, quello che non avrò la
possibilità di vedere, sarà meno buio e più giusto di
oggi. Oramai sono fallite tutte le ideologie e tutte le teorie economiche; e
tale evidenza non si potrà nascondere a lungo.
L’unica realtà che rimarrà attuale, a dispetto
di tanti suoi delatori, è il Cristianesimo; che sarà
anch’esso purificato dai tanti suoi pastori e fedeli che tali sono a
parole, non nello Spirito.
Marina di Camerota, 29 luglio 2011
Apprendo dai giornali che è in corso da parte di banche
tedesche la massiccia vendita di titoli di Stato italiani perché
considerati a rischio. I tedeschi, insieme al resto del mondo, non hanno capito
un bel niente dell’Italia e dell’economia italiana.
Si sa bene, comunque, che dal punto di vista finanziario ci si
muove peggio degli sciacalli: se c’è da guadagnare non ci sono
limiti alla famelicità.
Intanto confermo, come ho già sostenuto, che i politici
italiani non sono sinora riusciti a distruggere ciò che di positivo
è stato costruito nel nostro Paese. Aggiungo ora che, insieme ai
politici, gravi responsabilità sono attribuibili a chi ha gestito, e
gestisce, una fetta di potere: Magistrati, dirigenti dei mass media, sindacati,
Confindustria, cultura, Università e così via. C’è
una peculiarità tutta italiana, nata dopo le profonde crisi degli inizi
del 900, che ha in parte preservato il nostro Paese dallo sfacelo generale.
È stata la contrapposizione alle politiche economiche del Governo di un
Ente indipendente, la Banca d’Italia; almeno fino a quando questo
Istituto ha avuto l’autorevolezza per farlo. Basterebbe andarsi a
rileggere le “Considerazioni Finali” dei Governatori della Banca
d’Italia che si sono succeduti nel tempo.
Questa contrapposizione ha costituito un limite morale e ha fatto
sì che l’Italia, nonostante tutto, sia più solida di molte
altre nazioni. O, più precisamente, meno debole di altre.
Se poi si riducessero drasticamente il numero e le attribuzioni
dei politici, impedendo che siedano in Parlamento personaggi di basso profilo
morale, e si governasse non sulla base degli interessi di parte, ma delle grida
di dolore che giungono da ogni parte d’Italia (in primis il problema dei
giovani e del lavoro), sarebbe facile avviare un circolo virtuoso e una fase di
sviluppo duraturo.
Marina di Camerota, 28 luglio 2011
È definitivamente finita l’epoca del liberismo e di
quanti teorizzano che il mondo economico si autogoverna efficientemente, senza
bisogno di interventi normativi. Se la recente crisi finanziaria ha dimostrato
che non c’è alcun limite all’ingordigia e alla sete di
danaro, anche quando genera crisi per l’intera economia, ciò che
è accaduto in Norvegia conferma il fallimento del liberismo anche sul
piano sociale. Non può sussistere alcuna comunità in cui non vi
siano valori, progetti, controlli, sanzioni. Del passato e della storia
dell’Umanità si può abbandonare tutto quanto è
forma, non la sostanza. Si potranno anche colorare i capelli, il corpo, gli
occhi, la lingua ed il fegato e potrà cambiare anche il ruolo
dell’uomo e della donna, ma l’essenza e i meccanismi che hanno
caratterizzato e connotano le espressioni dell’animo umano rimangono
immutati. Il volerlo ignorare è da sconsiderati!
Marina di Camerota, Spiaggia della Calanca, 15 luglio 2011
Ancora una volta denuncio quanto sia inadeguato l’attuale
ordinamento mondiale. E quanto sia deleteria l’attuale informazione
(meglio disinformazione) planetaria.
Si sta perseguendo un evidente assurdo: seminare il nulla,
porterà frutti futuri. E’ una bestialità!
Solo seminando globalmente valori e solo praticando,
prima ancora di proclamarli, valori universali di civiltà,
equità e giustizia, sarà possibile porre le basi per un mondo
prospero e stabile. Non ci sono altre possibilità! Di questo, purtroppo,
se ne accorgeranno i nostri figli.
Paese 1° luglio 2011
La cultura sociale e politica è concorde: se si vuole
ottenere un obiettivo, bisogna coalizzarsi e disporre di consensi sufficienti a
condizionare chi gestisce il potere. In parole più semplici, si sa che
per poter fare quello che si vuole basta utilizzare in modo legittimo le leve
per condizionare chi deve assumere le decisioni. Figuriamoci di quale immenso
potere dispone chi utilizza anche la corruzione e i mezzi illegali!
Che ci siano molti che spudoratamente facciano i propri interessi,
è comprensibile. Ciò che non è accettabile, è che
questo modello sia culturalmente avallato, anziché condannato!
Tale assurda teoria, infatti, non fa altro che spostare
l’egoismo individuale all’ambito sociale. Con una tremenda
aggravante: la maggior parte delle decisioni sono assunte collettivamente e,
dunque, nessuno si sente personalmente responsabile delle immorali decisioni
assunte. Siamo nel baratro del più spinto cinismo e di un’assenza
di scrupoli collettiva. Si è trovato il modo di ottenere che nessuno
paghi per gli errori e i crimini commessi!
La Storia dimostra
quanto siano devastanti gli effetti dell’egoismo personale e collettivo.
Ciò non può essere ignorato. È il momento di cambiare
registro e di ritornare alle prime basi della convivenza.
Se non si sa da dove iniziare, basta ridurre gradualmente, ma
drasticamente, gli appannaggi di tutti coloro che detengono il potere
(economico, politico, della comunicazione e dello sport; pubblici o privati non
importa) perché non si “prostituiscano”. Bisogna impedire
che giungano a posizioni di rilievo persone ispirate solo dalla sete di denaro
e di potere.
Sarebbe pur sempre un atto di clemenza: un dipendente che fa
errori molto meno gravi, subisce conseguenze ben più pesanti.
Marina di Camerota 11 maggio 2011
Nell’amministrare le nazioni si può essere statisti o
politici. Lo statista assume decisioni lungimiranti e adotta provvedimenti tesi
al bene di tutti, anche se impopolari. Il politico assume decisioni
nell’interesse esclusivo o prevalente di quelli che egli rappresenta.
Oggi, purtroppo, abbiamo solo politici; e non solo in Italia ma anche a livello
mondiale. È un problema serio.
Paese 18 aprile 2011
In questo mondo,
oramai inevitabilmente globalizzato, una nuova e vera rivoluzione non
potrà mai più partire dai singoli, quanto dalla coscienza
collettiva e dalla volontà di costituire un nuovo ordine mondiale basato
su principi di equità, giustizia, rispetto dell’altro e solidarietà
(cfr
questo collegamento).
Paese 15 aprile 2011
In un contesto in cui sembra che non si abbia più la
responsabilità di niente e sembra si sia perduto ogni riferimento morale
(è per questo che vengono continuamente perpetrati crimini efferati e vi
sono grandi ingiustizie) si sappia, ogni essere umano sappia, a qualunque ruolo
e condizione appartenga, che si ha piena responsabilità di ogni parola
pronunciata e di ogni propria azione.
E ci si convinca che, prima o poi, senza un sincero pentimento e
senza riparazione, si pagherà amaramente per tutte le volte che si
è agito in dispregio della verità.
Della Verità! Che affermiamo che non esiste quando, per
solo comodo, viene tacitata o sradicata dalla nostra coscienza.
È in quel momento che ci trasformiamo da individui
straordinariamente unici in parvenze di esseri umani.
Dal Vangelo secondo Giovanni: “In quel tempo, Gesù
disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia
parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la
verità vi farà liberi».
Paese 20 marzo 2011
Bisogna smetterla di raccontare che s’imbracciano le armi
per compiere azioni umanitarie. È una frottola che si possono bere solo
gli ingenui! Lo si fa solo per difendere o curare gli interessi più
disparati.
Se davvero fosse a cuore la sorte dei civili, ci si adopererebbe
con la stessa energia per debellare la fame, la miseria e l’ingiustizia,
presenti anche nei Paesi evoluti, che continuano a mietere milioni di vittime
in tutto il mondo.
Paese 18 marzo 2011
In occasione delle celebrazioni del centocinquantesimo anno
dell’Unità d’Italia ho ascoltato in diretta televisiva il discorso
del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. È stato un discorso
forbito, di grande effetto emotivo e apparentemente esaustivo. Tuttavia il
Presidente ha mancato di evidenziare in maniera sufficiente una verità
storica che nessuno può ignorare. Uno degli elementi che ha cementato
gl’italiani, oltre al retaggio storico, alla lingua e alla cultura,
è stata l’appartenenza ad un’unica religione, il
Cristianesimo.
Personalmente sono orgoglioso di essere italiano e di aver
contribuito nel mio piccolo, come tanti anonimi e onesti cittadini, alla
grandezza del nostro Paese.
Tuttavia, sono ancora più orgoglioso di essere cristiano.
In quanto, tale appartengo a una Patria senza confini, che corrisponde
all’Universo, e riconosco come miei connazionali, concittadini e
fratelli, tutti gli esseri animati da buoni sentimenti che, ovunque e comunque,
vivono e agiscono nel rispetto di se stessi, degli altri, di tutto
l’Universo.
oooOooo
Prima di avviare un’azione violenta, un atto di
ostilità o una guerra, bisognerebbe riflettere molto bene sugli effetti
negativi che esplicherà il conflitto.
È puerile, pericoloso e incosciente pensare solo ai
potenziali vantaggi di una vittoria senza esaminare accuratamente le
conseguenze negative e senza prevedere la possibilità di una drammatica
sconfitta.
Paese 23 febbraio 2011
Siamo troppo limitati! È solo nella prospettiva umana che
vita e morte costituiscono due realtà diverse. Se si crede
all’esistenza di Dio, fra esse non c’è alcuna
discontinuità.
Paese 21 febbraio 2011
Senza l’obiettività - ricercata,
predicata e praticata – non può essere costruito alcun solido
contesto sociale. L’obiettività è il primo gradino della
scala che conduce alla ricerca della Verità.
Paese 17 febbraio 2011
Il valore della scienza non è attestato
tanto dalle scoperte, quanto dalla qualità delle domande che continua a
porsi e dai benefici reali che conseguono dagli studi.
Paese 2 febbraio 2011
La qualità di quanto produce la mente umana
è fondamentale per lo sviluppo della Società.
In questa nostra epoca dobbiamo registrare,
purtroppo, un’infima qualità dell’informazione, che finisce
con l’ingannare e il disorientare tutti, in particolare la
gioventù, i meno dotati e coloro che non hanno uno spiccato senso critico.
Questa cattiva qualità dipende, oltre
all’interesse economico, da due circostanze:
1) si sono oltremodo sviluppate le tecniche della
comunicazione, per cui, ciò che si pubblica è esclusivamente
funzionale agli scopi che si vogliono ottenere (in altre parole, si afferma
ciò che conviene, non quello che è vicino alla realtà o
sarebbe corretto diffondere);
2) spesso c’è una situazione di
sostanziale anonimato, senza che si possano attribuire responsabilità ad
alcuno.
È diventato così facile essere falsi
e menzogneri, senza subirne le conseguenze, che bisogna correre ai ripari.
Per ogni comunicazione/informazione destinata al
pubblico, dovrebbe essere sempre possibile poter consultare una scheda
informativa sulla notizia e sull’autore, contenente tutta una serie di
dati utili per poterne stabilire la veridicità e
l’affidabilità (circostanze obiettive, fonti e, con riferimento ai
soggetti: disguidi con la giustizia a livello mondiale; conflitti di interesse;
tendenze religiose e politiche e così via).
Paese 18 gennaio 2011
L’insoddisfazione
è una sensazione spesso irrazionale. Infatti, si prova ed è
diffusa molto più nelle nazioni con un tenore di vita elevato che in
quelle povere. Spesso, poi, non è legata alla propria condizione
personale ma deriva dal confronto con le situazioni degli altri; ed è
possibile essere insoddisfatti anche se si è in una situazione migliore
del passato.
Si tratta di un vero e proprio tarlo, che
può minare la propria personalità: sarebbe bene indagarne le
cause profonde per estirparlo.
Paese 16 gennaio 2011
Non è mai esistita, né esiste, una
mente umana tale da poter comprendere e sintetizzare anche solo una minima parte
della conoscenza. Molto di quanto viene proposto come verità assoluta
non sempre lo è realmente.
La celebrazione dei grandi personaggi risponde a
logiche e a esigenze spesso lontane dall’obiettività e dalla
verità dei fatti.
Anche coloro che sono ritenuti dei geni si sono
dimostrati deficitari in diversi aspetti della loro vita.
Inoltre, le decisioni che i singoli e le
comunità assumono nel tempo sono corrette solo all’epoca in cui
sono state assunte; spesso non alla luce delle scoperte e degli avvenimenti
successivi.
Oltre alla complessa teoria della relatività
di Einstein, che riguarda la fisica, esiste un concetto della relatività
molto più semplice e diffuso che riguarda tutti gli aspetti umani.
Battipaglia 19 dicembre 2010
Toltasi la maschera che indossa ogni giorno e
deposta la sua aggressività, non c’è alcun essere umano che
non sia bello, indipendentemente dal suo aspetto fisico.
Paese 2 dicembre 2010
È un po’ di tempo che mi chiedo:
“Come si manifesta Dio nella storia di questo Mondo?”
Secondo la Sacra Scrittura Dio è Amore e,
pertanto, dovunque c’è manifestazione dell’Amore
disinteressato c’è Dio.
Al contrario, tutto il male di questo mondo, la
sofferenza e la stessa morte sono da attribuire al demonio e all’egoismo
umano.
Tuttavia, considerando che Gesù
definì il demonio il principe di questo mondo, mi chiedo: “Nella
quotidianità Dio in che misura si manifesta?”.
La domanda è ancora più attuale in
questo periodo, in cui l’umanità sembra aver perso ogni
riferimento, attaccandosi ciecamente al denaro, al potere, al successo, che
tutto rendono possibile, senza limiti!
Ebbene, la risposta che mi sono dato è
questa: “Dio interviene nella storia di questo mondo nella misura in cui
gli esseri umani lo invocano e lo rendono presente”. Egli si manifesta,
solo se è richiesto, infondendo il Suo Spirito d’Amore nelle
persone e tramite queste nel Mondo. Mondo nel quale, per Dio, non ci sono
differenze di nazionalità, razza, religione e altro.
Ciò fino a quando non avverrà la
manifestazione definitiva del Suo Universo di bene e di Sommo Amore.
Quanto all’esistenza di Dio e del demonio, e
dello stesso Gesù Cristo, solo coloro che si ostinano a non voler vedere
continuano a negarne l’evidenza, essendo molto più inclini a
prestare fede a manifestazioni di natura umana oggettivamente molto meno
credibili.
Se, infatti, a partire dalle epoche remote della
storia umana, in tutte le civiltà e latitudini, è stata avvertita
l’esigenza di elevare gli occhi al cielo e di mettersi alla ricerca di
una realtà che andasse oltre la limitata esperienza terrena, ciò
merita assoluta considerazione e non può essere ignorato.
Paese 22 novembre 2010
Al punto in cui è giunto il pensiero umano,
forse è possibile una rilettura della storia biblica di Adamo ed Eva,
nostri allegorici progenitori. Non sembra, infatti, ci siano ancora dubbi sul
fatto che la vita umana derivi
dal mondo biologico e animale, anche se rimane da capire come sia scaturita la
prima manifestazione dell’universo. Tuttavia è ancora inspiegabile
come sia potuto accadere che l’essere umano si sia evoluto più
degli altri esseri viventi nel pensiero e nelle più alte manifestazioni
del suo animo.
Ora, poiché è veramente difficile
poter immaginare che i nostri più antichi progenitori abbiano iniziato
lentamente e autonomamente a elevare i loro pensieri dai bisogni e dalle
necessità animali ad aspirazioni molto più elevate, ci deve
essere stato un momento nella storia in cui è scoccata nell’essere
umano una scintilla, un qualcosa che l’ha trasformato da essere animale
in persona. E d’altronde, questa trasformazione non c’è
stata per altri esseri che hanno preceduto la comparsa dell’uomo. Forse,
dunque, la storia di Adamo ed Eva deve essere letta, nella sua allegoria,
riferendosi non al momento in cui è stato generato l’essere
animale, quanto invece al momento in cui sono state introdotte
nell’umanità le più elevate aspirazioni ideali e
spirituali.
Paese 22 novembre 2010
Nella storia umana non è stato mai tanto
usato, e abusato, il termine amore. E non c’è mai stato tanto
disprezzo per l’altra persona e per il genere umano nella sua
totalità.
Se, a cominciare dai rapporti intimi e personali,
smettessimo di pronunciare ipocritamente amore, richiamandolo in ogni
occasione, e praticassimo più semplicemente il rispetto
dell’altro, il mondo sarebbe senza dubbio migliore!
Paese 22 novembre 2010
Spesso bisogna esprimere molta più
gratitudine verso chi ha rinunciato a ottenere ciò che avrebbe
desiderato, rispetto a chi si è realizzato in dispregio della vita degli
altri.
Paese 6 novembre 2010
Non è la quantità e qualità
delle parole a essere importante, quanto piuttosto la credibilità di chi
le pronuncia. L’attendibilità, poi, non è un attributo
statico e può modificarsi nel tempo anche nella stessa persona o ente.
E, dunque, come agire?
Bisogna sviluppare dei metodi di valutazione della
credibilità. A cominciare da due indicatori importanti: a) la
qualità della vita che il soggetto incarna, persegue e realizza; b) il
movente, l’interesse o il tornaconto che persegue nel comunicare.
Paese 2 novembre 2010
Coloro che hanno il governo dell’informazione
continuano a presentarci un’unica possibilità di benessere,
rincorrere sempre le mode e le novità stravaganti. Niente di più
falso!
Assurdamente sono soprattutto i benestanti, e chi
dovrebbe essere teoricamente felice, che hanno bisogno di evadere dalla
realtà alla ricerca di sempre nuove emozioni e sballi.
È una falsità perché le
occasioni per essere felici sono strettamente personali e sono in noi stessi.
Se davvero riuscissimo a convincercene; se davvero
ricercassimo la nostra strada invece che inseguire quelle effimere che ci
offrono gli altri!
La felicità non è fuori di noi, non
è nel possesso di qualcosa o in una posizione sociale.
È in noi stessi e può riferirsi a due
orizzonti temporali: la vita terrena; l’infinito, offerto da Gesù
Cristo e dal cristianesimo: la Vita per sempre, senza alcun termine!
Paese 24 ottobre 2010
Anche
in una lunga vita non è possibile sperimentare tutto ciò che
offre il mondo. Per cui, ai due opposti, vi sono queste alternative: vivere
l’irrequietezza della continua ricerca di cose nuove; vivere intensamente
un numero limitato di situazioni. In ogni caso, ciò che rende la vita
più piena è una scelta consapevole di una delle due
possibilità.
Battipaglia 19 ottobre 2010.
Siamo
in presenza di un’emergenza nazionale di grande portata!
È assolutamente prioritario, rispetto a ogni
altro obiettivo, dare lavoro ai giovani, e non solo!
Non si tratta di fare elemosine, ma di far
sì che ogni cittadino italiano, con priorità rispetto agli
stranieri, possa essere impiegato per non meno di sei mesi all’anno in un
lavoro concreto, pubblico o privato, con un reddito netto minimo al mese, di
almeno ottocento euro. La qualità del lavoro prestato deve costituire
titolo di preferenza, a parità di condizioni, nelle assunzioni della
Pubblica Amministrazione. Anche per gli studenti devono essere studiate
soluzioni adatte (lavori stagionali, part-time, ecc.) perché essi
possano lavorare e guadagnare qualcosa durante le vacanze.
E se anche vi fossero impedimenti dovuti alla
normativa Europea, la Comunità europea si faccia carico di questo
problema a favore di tutti i propri cittadini, con priorità rispetto
agli extracomunitari. I fondi possono essere reperiti riducendo gli appannaggi
(perché di tali si tratta e non di retribuzioni) di tutte le cariche
politiche locali, nazionali, europee, degli organismi internazionali
nonché di tutte le categorie che hanno le loro retribuzioni agganciate a
quelle dei politici.
Non si tratta solo di soddisfare un’esigenza
sociale ed economica. Si tratta di ridare fiducia alla gente e di darle
l’opportunità di credere nella possibilità di realizzarsi;
di educare al lavoro, di mettere in circolo liquidità che darebbe
maggior impulso ai consumi e dunque all’economia nella sua interezza.
Come in tutti i settori della Pubblica Amministrazione e non solo, è ovviamente
necessario che la concreta attuazione della soluzione proposta sia sottoposta
ad attenti controlli, perché si deve trattare di lavori: necessari,
utili, svolti bene, non sostitutivi di prestazioni dovute da altri dipendenti,
valutati con riferimento alla prestazione singola e nell’insieme.
Paese 20 set 2010.
Miss Italia? È un palese falso!
Le donne più belle si incontrano
per strada, al mercato, nei centri commerciali, dappertutto. Bellissimi volti e
bellissime persone di tutte le razze contraddistinte da una ulteriore bellezza,
sconosciuta alle miss o alle presunte tali: la semplicità, senza trucchi
e luci per evidenziare qualche particolare; e soprattutto con una forte
componente di femminilità, che non sente il bisogno di mettersi in
mostra in maniera esagerata.
Paese 9 set 2010.
L’umanità, alla fine, si
compone solo di due tipi di persone: le molte che per denaro o per soddisfare i
propri bisogni sono disposte a fare tutto; le altre, poche, che rimangono.
Paese 7 set 2010.
È incredibilmente semplice e banale, ma
spesso non riflettiamo sul fatto che in ogni momento e occasione della vita
possiamo applicare o la nostra intelligenza o la nostra stupidità.